cap 13

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Eri scese dal suo nascondiglio, non le importó del tonfo che aveva provocato. Mentre si pettinava i capelli con una mano con l'altra controllava il cellulare, come se avesse paura di aver perso la chiamata che da tanto aspettava.
Si accorse vagamente dei passi che si dirigevano verso di lei e alzò lo sguardo distrattamente verso le due coppie che le si paravano davanti: Aizawa con Present Mic e Shinso con Denki.
-Eri!- urlò il primo.
-Ciao papà!- sorrise come se quello che stesse succedendo intorno a lei fosse una cosa totalmente normale.
-Che stai facendo- il fratello maggiore fece cautamente qualche passo avanti.
-Aspetto, voi?- continuo giocando con una ciocca dei suoi lunghi capelli.
-Lo sai, hai dettato tu le regole- lo studente della 1A si mise le mani sulle labbra, come se quelle parole acide gli fossero sfuggite.
-Ah, si. Quindi quanti giocatori sono rimasti?- i presenti si paralizzarono alla domanda e impallidirono, la bambina sembrava solare come al solito e niente la turbava.
-Lo sai che stanno morendo, vero?- Aizawa si chinò perché i suoi occhi fossero allo stesso livello di quelli della figlia, e lei puntó il suo sguardo nel suo.
-Certo- sorrise, rimasero per diverso tempo in silenzio poi Present Mic aprí la bocca per dire qualcosa, ma fu tagliato dal cellulare che squillava, Eri guardó l'oggetto sorridendo e rispose energeticamente.
-Pronto!- aveva quasi urlato.
-Sono arrivato, inizia la fase due- una voce risuonò metallica dall'apparecchio.

Hawks si giró nuovamente verso la scuola osservando ogni minimo particolare, come aveva fatto nei due giorni precedenti e pensava che avrebbe dovuto fare in quelli successivi. In poco tempo aveva ammesso, anche se solo a sé stesso, che aveva perso le speranze. Nessuno sarebbe più entrato o uscito a UA.
Così quando notò qualcosa di diverso si raddrizzò di scatto e corse verso i suoi colleghi.
-Che succede?- chiese a loro che si scambiarono sguardi interrogativi.
-Che cosa intendi?- Endevor parló per primo.
-La scuola é diversa!- esclamò l'uomo alato, tutti i presenti su girarono verso l'edificio. L'eroe aveva ragione, non era diversa la scuola in sè, ma l'atmosfera che la circondava. E non era un bel cambiamento.
Un'aura oscura la stava avvolgendo velocemente e minacciava di espandersi anche verso di loro, la luce di una stanza che aveva una grande finestra lampeggiò piú volte, finché non rimase accesa. Quella che sembrava una pila di cadaveri poté essere vista attraverso la finestra, gli spettatori cercarono di avvicinarsi ulteriormente per vedere se riconoscevano qualche caro e la polizia dovette trattenerli con più forza.
"Cosa sta succedendo?" Domandò di nuovo Hawks, questa volta a sé stesso, e una parte di lui non volle conoscere la risposta.

Bakugo calció una delle gambe di un banco.
-Non fare rumore!- gli intimó Sero che si guardava intorno preoccupato.
-Se appare qualche villain lo uccido io- rispose a denti stretti il ragazzo tornando a calciare l'oggetto.
-Dai calmati- l'amico gli si era avvicinato a carponi tentando di non fare rumore.
-No! Mi sento un animale in gabbia-
-É difficile per tutti-
-E continuo ad avere la stessa sensazione- esclamò buttando la testa in dietro e prendendo un grosso respiro.
-Quella di famigliarità?- chiese Sero osservandolo meglio, il compagno incrociò il suo sguardo per poi annuire piano.
Entrambi sentirono una strana atmosfera invadere la stanza e percorrerli fino a entrare nel loro cuore. Sero si guardò intorno per capito cosa stava succedendo o cosa ci fosse di sbagliato, mentre Bakugo sbarrò gli occhi mentre tutti gli appariva chiaro, si alzò di scatto e inizió a correre per i corridoi.
-Bakugo, che fai?- lo studente non poté fare a meno di seguirlo e chiamarlo ad alta voce, a nessuno dei due importava più dei villain, volevano solo capire meglio ciò che stava succedendo.

Il figlio della Notte e della Luna-mhaWhere stories live. Discover now