Capitolo 2 - Chuuya

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-CHUUYAAAAAA.-
-ABBASSA LA VOCE RINCOGLIONITO! È notte fonda e sto lavorando, che vuoi?-

Il moro entrò e si richiuse la porta alle spalle. La stanza era piuttosto semplice: le pareti bianche erano adornate qua e là da alcune candele, dipinti vari e qualche finestra; il parquet era ricoperto da un tappeto rosso, sopra il quale c'era una scrivania e una sedia; di fronte alla scrivania c'erano altre due sedie, abbinate a quella dietro ad essa.
Seduto alla scrivania c'era Chuuya Nakahara, capo del dipartimento delle vendite delle pietre preziose. Chuuya era un ragazzo dai capelli arancioni, di statura bassa e magrolina, vestito elegante e con un cappello nero che lo accompagnava ovunque. Il suo sguardo dello stesso colore dell'oceano era perennemente uno sguardo di sfida.
Il più alto si avvicinò all'altro guardandolo sempre negli occhi. Si chinò sulla scrivania e posò le sue mani ai lati di alcuni documenti di cui, evidentemente, l'altro si stava occupando.

-Lavorando? Bene, così impari ad appiopparmi i tuoi incarichi.-

Si rialzò da quella posizione per poi girarsi sotto lo sguardo irritato del più basso.

-Bakazai, perché sei qui?-

Dazai non aveva una risposta: era andato lì quasi automaticamente, come se il suo cervello avesse ceduto alla volontà del suo corpo.

-Ovviamente per infastidire il mio cane che ha fatto il monello.-

Il moro girò solamente la testa per guardarlo negli occhi mentre un ghigno si fece spazio sul suo volto.

-COME MI HAI CHIAMATO?!-
-Cane.-
-IO TI-
-Cos'è tutto questo baccano?-

La porta era evidentemente ben oleata, dato che non aveva fatto alcun rumore quando qualcuno l'aveva aperta.
Una figura femminile comparve all'ingresso della stanza in un modo così aggraziato che poteva sembrare una farfalla: Kouyou Ozaki.
Kouyou era una ragazza poco più grande dei due. Aveva dei capelli dello stesso colore di quelli del più basso che erano raccolti in una sorta di chignon, possedeva una statura magra e slanciata, indossava abiti tradizionali della cultura giapponese e portava con sé un parasole rosso che, in realtà, conteneva una katana. I suoi occhi rosso ciliegia si posarono sui due ragazzi con fare inquisitore.
Chuuya si zittì immediatamente nell'udire la voce del suo mentore ed entrambi i ragazzi si voltarono verso la porta.

-Dazai, credevo fossi in missione.-
-Ho finito poco fa, cosa ci fai tu qui Ane-san?-
-Avevo dei documenti da sistemare, ma ora stavo tornando a casa. Chuuya-kun ti ho sentito urlare, non è consono fare una cosa del genere a lavoro, figurarsi poi a quest'ora.-
-Mi dispiace Ane-san.-

Chuuya lanciò un'occhiataccia a Dazai per la figura che aveva fatto a causa sua.

"Pezzo di merda, ti ammazzerò prima o poi."

-Bene, io devo congedarmi. Vedete di litigare senza urlare voi due. E, possibilmente, cercate di non ammazzarvi a vicenda. Buonanotte.-
-Buonanotte.-
-'Notte.-

La donna uscì chiudendosi alle spalle la porta. Dazai si avvicinò a una delle due sedie di fronte alla scrivania e si sedette.

-Potevi anche risparmiarmi la figura di merda.-
-Sei tu che urli senza motivo dalla mattina alla sera.-
-Senza motivo?! Ma sei-
-Tra quanto finisci?-

Il tono di voce del moro cambiò quasi drasticamente rivelando la stanchezza accumulata da giorni: Dazai non si ricordava più da quanto non dormiva per più di un'ora al giorno a causa della sua insonnia. Di norma, il ragazzo non l'avrebbe dato a notare, ma non era in grado nemmeno di sostenere un'amichevole litigata con l'altro,  figurarsi tenergli nascosta tutta quella stanchezza. Infatti, Chuuya sembrò notare la carnagione più pallida del ragazzo incorniciata da due occhiaie ben evidenti e violacee subito dopo il suo cambio di tono.

|| Come mi hai fottuto la vita | Soukoku ||Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon