Capitolo 23 - Il puffo indesiderato

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Chuuya mise giù Dazai, facendolo stendere sul pavimento: era svenuto all'improvviso senza motivo, non aveva alcun senso.
Gli diede un paio di schiaffetti sperando in un suo ipotetico risveglio.

-Dazai?-

Nessuna risposta.

-Merda... forse ho esagerato...-

Lo guardò dispiaciuto ma allo stesso tempo infuriato: non era lui la vittima, quindi perché si comportava come tale? Sapeva di aver tirato in ballo una cosa che per il moro era estremamente dolorosa, ma non pensava che potesse esserlo a tal punto di perdere conoscenza, d'altronde dava per scontato che fosse abituato alla morte delle persone che gli stavano intorno.
Aspettò qualche minuto: Mori gli aveva insegnato che, nella maggior parte dei casi, le persone che svengono si risvegliano in pochi secondi o nel giro di qualche minuto ma, evidentemente, quello non era il caso. Era strano, ma di sicuro non potevano stare lì per sempre quindi se lo caricò sulla schiena e cominciò a dirigersi verso casa sua. All'inizio i passanti gli lanciavano delle occhiate preoccupate e irritate, così decise di passare per delle vie meno frequentate.
Durante il tragitto cercò di distrarsi per non pensare al fatto che il più alto fosse svenuto per colpa sua squadrando ogni minimo dettaglio di tutti gli oggetti che gli capitavano davanti.
Alzò gli occhi al cielo, borbottando tutti gli insulti possibili e immaginabili diretti al suo passeggiero. Facendo questo notò dei nuvoloni carichi di pioggia che si stavano avvicinando a Yokohama: era strano che piovesse in quella stagione, ma d'altronde stava facendo caldo da qualche giorno e la stagione delle piogge era terminata da molto poco. Osservando quelle nuvole tanto minacciose, si ricordò di una cosa alquanto buffa accaduta quando erano ancora degli adolescenti spensierati.

.

[2 anni e mezzo prima della partenza di Dazai]

Chuuya si era svegliato prima del solito quella mattina: il freddo era riuscito ad entrare dalla finestra di camera sua che era stata lasciata accidentalmente aperta la notte prima.
Era tutto infreddolito e frastornato per la dormita.

-Mhhh...-

Aprì un occhio, seguito quasi subito dall'altro, per poi girarsi in direzione della finestra.

-Porca merda... devo averla lasciata aperta...-

La voce risuonò roca nella stanza. Si alzò per chiudere i vetri. Subito dopo accese il telefono per controllare eventuali messaggi: l'unica notifica che c'era gli comunicava che una riunione importante era stata spostata in mattinata e non si sarebbe più tenuta di pomeriggio.

-Che palle...-

Controllò l'ora e, vedendo che era in anticipo di quaranta minuti sulla tabella di marcia, decise di prendersela con calma. Cominciò a prepararsi la colazione pensando che le energie gli sarebbero servite. Quando il caffè fu pronto, versò il liquido scuro in una tazza facendosi uno schema mentale di cosa avrebbe dovuto fare quella mattina. Mangiò un po' di salmone alla piastra con una ciotola di riso bianco.*
Proprio mentre stava finendo il riso, il rosso ricevette una chiamata dal suo mentore.

-Pronto?-
-Chuuya-kun, scusa se ti chiamo a quest'ora.-
-Non c'è problema Ane-san, cosa succede?-
-Niente, volevo solo accertarmi che ti fosse arrivato l'avviso del meeting anticipato. Sai com'è, sei un mio allievo da poco e non vorrei fare brutta figura con il Boss così presto.-
-Ti ricordo che sono già passati un po' di mesi da quando sono entrato nella Port Mafia, non direi che è poco.-
-Non per una persona impaziente come te effettivamente, ma per persone come me e Mori-dono la faccenda è diversa. Ad ogni modo, io ti ho detto tutto quello che dovevo dirti. Ti lascio a quello che stavi facendo.-
-D'accordo, ci vediamo più tardi Ane-san.-
-A dopo Chuuya-kun.-

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