56. The Breakfast Fail

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Churchill si è offerto di preparare del the per la Tartaruga, e dato che i miei pochi brownie non sarebbero chiaramente bastati a cibare tutti, si è portato dietro Shiva e Phineas perché lo aiutassero a cucinare qualcos'altro.

A voler essere precisi, ha richiamato solo il secondo, ma Shiva è scattato in piedi come una molla, ansioso di scappar via.

"Non dare fuoco alla casa" ha acconsentito Churchill, per tutta risposta, "Te lo chiedo come favore personale"

"Devo passare il suo esame, per laurearmi" gli ha ricordato Shiva, divertito. "Non posso carbonizzarlo"

Io gli ho lanciato uno sguardo supplicante, come a pregarlo di non lasciarmi solo con il nostro maledetto professore, ma lui si è guardato bene dall'incrociare i miei occhi.

Così sono rimasto intrappolato su questo divano, le mani ben strette tra loro e solo una copia spiegazzata del The Guardian a fare da spartiacque tra me e un indecifrabile sguardo azzurro.

Le risate dei miei amici mi sfiorano le orecchie, il rumore di pentole che cozzano tra loro riempie la stanza.

"Staranno distruggendo la mia cucina?"

"Vorrei poterla rassicurare"

La Tartaruga mi ha intrattenuto con qualche chiacchiera frivola, libri e notizie del giorno, e io mi sono imposto di rispondergli con la stessa leggerezza.

Harry Davies è un uomo che incute soggezione.

La parola più giusta, forse, sarebbe deferenza: un misto tra il rispetto e l'incondizionata devozione.

Una volta Churchill mi aveva rivelato, con un certo orgoglio, che era capitato che le persone li scambiassero per padre e figlio.

Sul momento, l'idea mi era sembrata ridicola.

Non glielo avevo detto, ovviamente, ma avevo ripercorso con la mente le evidenti differenze estetiche che intercorrevano tra loro, e sorriso dell'implausibilità della cosa.

Ma ora guardo il professor Davies, e penso: Dio, si somigliano davvero.

Quegli occhi sempre imperscrutabili, anche nel sorriso: come se stessero compiendo un'eterna valutazione, sostenendo un eterno esame che l'interlocutore, di chiunque si tratti, desidera ardentemente passare.

"Chiedimelo, forza" mi incoraggia la Tartaruga, scrutandomi da capo a piedi. Sembra divertito. "È chiaro che non vedi l'ora"

Mi sento assalire da un misto di imbarazzo e sollievo, un sentimento che mi scalda le guance e rende la mia voce tremante.

"Ha già letto il mio saggio?" sputo, tuttavia, prima che mi manchi il coraggio di porre questa domanda.

"Lo ho letto" conferma lui, e sorride. "Aspetterai fino a domani per conoscerne la valutazione, così come tutti gli altri. Ma una cosa posso dirtela: lo ho trovato tutt'altro che mediocre"

"Ne sono felice" ammetto, e la cruda sincerità nelle mie parole gli strappa una breve risata.

"Sto leggendo un libro che credo ti piacerebbe" risponde, in un brusco cambio di argomento, e i suoi occhi si fanno pensierosi.

"Qual è il libro?"

"Ti interessa il teatro?"

Sorrido di quell'abitudine, perché la riconosco.

Il rispondere a una domanda con un'altra domanda, una delle insopportabili caratteristiche di Church.

"Studio letteratura classica" commento, divertito, "Se non mi piacesse, credo avremmo un problema"

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonحيث تعيش القصص. اكتشف الآن