Capitolo 13

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"Ciao nipotina, come stai?" domanda Nadiem apparso in sogno ad Arya che si sveglia di colpo. Si siede e si tocca la pancia. Scoppia a piangere e io mi precipito a consolarla. "Il nonno è tornato a trovarti?" le sussurro in un orecchio. Le porgo una mano sul basso ventre e la incito a respirare. Sta avendo un attacco di panico e mi sento in dovere di aiutarla. "Io avrei voluto dirgli del nuovo arrivo, ma mi sono svegliata di colpo" singhiozza lei.
Sono le 4:30 di mattina, Vicky, per fortuna, sta continuando a dormire. Non ho perso l' abitudine dei baci sul pancino: li ho promessi alla mia compagna per ogni sua eventuale gravidanza. La accompagno fuori in terrazza, ha bisogno di prendere aria. Non appena si calma, le preparo il farmaco che la psichiatra le ha prescritto per questi attacchi. Ha ancora gli occhi lucidi, ma io le sto stringendo la mano. "Io ci sono e ci sarò sempre" sono le mie parole mentre ci guardiamo negli occhi intensamente. Non appena Arya sta meglio ritorniamo in camera e proviamo a dormire. Io però rimango sveglio perché il cuore mi batte a mille e non so perché. Ma non è un battito normale, mi sembra un battito un pochino ansioso. Credo che sia perché Arya non è molto serena in questo periodo e non ho la sensazione di star facendo il possibile per aiutarla. Cosa posso fare per farla sentire al sicuro? Non lo so e questo dilemma non mi fa dormire. Alla mattina, io sono stanchissimo e il problema è che non ho giorno libero oggi. Ma non mi sento bene, chiamo il mister. Arya si è appena svegliata e sta preparando la pappa a Vicky, la quale è seduta sul seggiolone. Io, invece, mi stendo sul divano perché mi gira la testa. A volte mi capita quando sono a corto di ore di sonno. "Amore mi passi la macchinetta della pressione?" urlo dal salotto. Arya me la porta qualche minuto dopo, per poi tornare a prendere Vicky in braccio. In effetti, ho la pressione un po' bassa ma pensavo anche peggio. La tentazione di andare al centro sportivo è forte, ma Arya mi consiglia di evitare se non sto bene. "Se proprio vuoi andare, prendi questo integratore naturale a base di liquirizia" si raccomanda lei. Alla fine, prendo su il mio mercedes nero e mi reco a Pegli perché mi sento un po' più frizzante. "Salve mister, non era niente di grave e sono a sua disposizione" gli comunico. "Hai dormito stanotte?" mi domanda lui. "No, Arya è stata poco bene. Sta attraversando un periodo difficile" confesso. Il mister confessa che si nota la mia mancanza di riposo e mi porge una mano sulla spalla. Mi spiega che ha sempre creduto che io e lei fossimo una squadra vincente e che ci facessimo del bene a vicenda.
Con mia grande sorpresa, scopro che l' allenamento di oggi è a porte aperte. Vorrei tanto che Arya e Vicky fossero qui con me, ma Arya è rientrata a lavorare e si porta la piccola in ambulatorio. Uscendo alle 13:40 circa, lei può raggiungermi e andiamo a rilassarci in spiaggia. Posizioniamo il telo e ci rilassiamo sulla spiaggia di sabbia impreziosita da sassolini neri. Vicky sembra attratta sia dal vento che dalla sabbia, non a caso si mette a fare strani gesti con le manine. E sembra anche divertita. Non fa altro che ridere. "Piccolina mia, che stai combinando" le domando provando a farle il solletichino dietro la schiena. All' improvviso, sento una puzza assurda. Ma non è infastidita, continua a ridere e realizzo: dai ruttini siamo passati alle puzzette. Arya è sconvolta. "Quando è con me si comporta bene... vorrei sapere che le hai fatto di male, però se con te rutta e scorreggia, vuol dire che te lo meriti" e a quelle parole, spalanco gli occhi e rimango sconvolto io. Mi alzo in piedi e la prendo in braccio finché Arya distende le gambe. Ci avviciniamo alla riva. "Piccola Viktoria, ora passiamo del momento tra papà e figlia" ma lei inizia a mettermi le manine sul viso e mi lascia anche un graffietto. E ride, ovviamente. "Vicky non si fa, sono tuo papà io" la sgrido simpaticamente, cercando di guardarla negli occhi. Niente. Mi devo subire il trattamento speciale firmato Vicky. Sempre con lei in braccio, metto i piedi in acqua. Vorrei farle provare a toccare l' acqua, ma devo trovare un modo per sedermi senza farci male. Ma il mio pensiero viene interrotto perché Arya ci raggiunge e posso passargliela. Nel mentre, arriva il bagnino e gli chiedo se possiamo scattare una foto di famiglia. Giriamo le spalle al mare e ci sediamo sulla sabbia. Vicky è rilassata sul pancino di Arya. Ma mi guarda con fare molto minaccioso. Io, dico la verità, ho la coscienza pulita perché so di aver sempre agito nel migliore dei modi per crescere la mia bambina. Non sarò un padre perfetto, ma so che sono una persona buona ed agisco sempre in buona fede e secondo ciò che reputo più giusto. Un paio di giorni dopo, Arya torna a casa dall' ecografia e mi dice che sentire il battito di questo nuovo piccolino le ha causato una reazione strana. Lei sente che si tratta di un maschietto e non riesce a smettere di pensare al nonno. La sua unica consolazione è che procede tutto bene e il fagiolino sembra crescere secondo i parametri ideali. Ma non è l' unica che non sembra dell' umore: Vicky scoppia a piangere e continua a colpirsi l' orecchio sinistro. La portiamo d' urgenza dalla pediatra. "Susu piccolina, dai che adesso la dottoressa ti visita" cerca di tranquillizzarla. "Signori non è nulla di grave, la piccola Viktoria ha l' orecchio leggermente infiammato per via di un tappo di cerume. Vi prescrivo queste gocce naturali da somministrare almeno 3 volte al giorno, in modo da sciogliere bene il tappino e vedrete che la vostra bambina starà bene nel giro di pochi giorni." ci spiega la pediatra. Arya si calma e tira un sospiro di sollievo. Vicky però non sembra calmarsi e infatti, la sera, metterle le gocce risulta una vera e propria sfida. Per tentare di addormentarla, optiamo per farla dormire in mezzo a noi sul lettone: il calore di mamma e papà so che può sprigionarle l' amore che necessita per stare meglio e dormire più serena. E devo ammettere che l' amore che c' è in famiglia può essere un toccasana anche per Arya. Perché quando un membro di una famiglia è in difficoltà, gli altri lo devono aiutare, sia che si tratti di una famiglia nel senso tradizionale, che di amici fidati. Arya c' è sempre stata per me ed è arrivato il momento di ricambiare il favore perché è proprio grazie a lei se sono più solido e maturo. È grazie a lei se ho iniziato a sentirmi uomo e non più un essere inutile e sto pensando che potrò essere una bandiera del Genoa che i tifosi si ricorderanno per anni: ho capito che il mio sogno è restare qui con la mia famiglia e giocare fino alla fine della mia carriera.
Principesse mie, io vi amo tantissimo e sarò sempre al vostro fianco sia nel bene che nel male. E non vedo l' ora di imparare tanto altro dalla vita che trascorrerò con voi. Siete le mie ragioni di vita, coloro che mi hanno fatto rialzare la testa e mi hanno insegnato a volare con le mie ali.
Ed ora vorrei spendere due parole per il nuovo nascituro: che tu sia un principe o una principessa, so già che avrai qualcosa da insegnarmi e noi avremo tanto da condividere con te. Sei già parte della famiglia, ti aspettiamo e ti amiamo già non sai quanto...

Wide open eyes (family dream)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora