3.Introspezione e verità

1.7K 66 13
                                    

Mi sono messa a letto alle 22.
Sono le due del mattino e non ho ancora chiuso occhio. Il pensiero di aver così poche ore rimaste per riposare mi crea ansia e, ironia della sorte, non mi permette di dormire.

Dicono che se stai fermo immobile nella stessa posizione con gli occhi chiusi per 15 minuti il tuo corpo si addormenta.
È una stronzata, perché io non muovo un muscolo da almeno un'ora eppure non sono mai stata così sveglia.

A cena stavo per addormentarmi sul piatto ma, come sempre, non appena mi sono messa a letto il sonno è passato all'improvviso.

Passa un'altra mezz'ora e decido che continuare a provare è inutile.
Magari se mi faccio una camomilla o mi stanco ancora un po' camminando per la casa la prossima volta che proverò a dormire ci riuscirò.

Mi alzo dal letto come uno zombie, con un mal di testa lancinante e le gambe doloranti per gli sforzi dei giorni precedenti.

Mi trascino per tutto il salotto, faccio attenzione a non svegliare nessuno mantenendo il più assoluto silenzio.
Le mie buone intenzioni però vengono completamente rovinate quando, entrando in cucina, sbatto il mignolo sul tavolo al centro della stanza.

Mi piego su me stessa dal dolore emettendo un gridolino non troppo sommesso, mentre il dolore al piede si espande per tutto il corpo facendomi venire voglia di urlare.

«Porca di quella..»

«Di quella?»

Una voce mi interrompe spaventandomi a morte e costringendomi a raddrizzarmi subito dalla mia posizione dolorante.
Francesco se ne sta con le mani poggiate al bancone e un'espressione divertita sul viso, facendomi arrossire per la vergogna e sgranare gli occhi per la sorpresa.

Ma io dico, tra tutte le persone che potevano essere qui in questo momento, proprio lui? L'unico che non conosco e con cui ho già fatto una gran figura di merda?

«Di quella bravissima donna»

Completo la frase borbottando, e raggiungendo a mia volta il bancone zoppicando per il mignolo distrutto.

«Ah ecco, immaginavo intendessi questo»

Ridacchia, e io allora sforzo un sorriso anche se più che divertita sono nuovamente imbarazzata.

«Che male»

Mi lamento, fortunatamente il pochissimo sonno che ho in corpo mi fa sentire quasi allucinata, quindi per assurdo sono rilassata nonostante la leggera vergogna.

«Vabbè dai, almeno stavolta la vittima è stata il muro e non io»

Osserva lui, mentre versa l'acqua bollente dal pentolino alla tazza che ha preparato davanti a sé.

«Non è divertente. E in più non è stata colpa mia ma di...»

«Di Christian, sì, lo so.»

Mi accontenta ridendo, e io alzo gli occhi al cielo cercando di nascondere l'imbarazzo che mi provoca ricordare quel momento.
In realtà non so bene perché mi faccia questo effetto, insomma sono abituata a fare figuracce dalla mattina alla sera ma questa cosa non mi aveva mai messa a disagio prima.

«Vuoi un po' di tisana?»

Chiede il ragazzo a voce bassa, guardandomi con tranquillità, e io non esito ad annuire perché non ho proprio voglia di mettere altra acqua a bollire.
Dopo una manciata di secondi ho anch'io la mia tazza di camomilla fumante sotto al naso, e mi siedo al bancone accanto a lui sperando che i miei nervi si rilassino così tanto da permettermi di dormire.

Magari questo è il momento giusto per dirgli quanto mi ha toccato la sua esibizione.
Insomma, con gli altri intorno non ne avrò mai il coraggio, e in più sono sicura che finirebbero per fare le loro solite insinuazioni infondate che mi metterebbero soltanto a disagio.

«Posso chiederti come mai sei sveglia?»

Non è la prima volta che noto quanto siano delicati i modi di Francesco.
Mi fa sorridere il modo in cui chiede il permesso, perché non si tratta di timidezza né tantomeno di educazione.
Sembra solo aver paura di poter ferire il prossimo.

«Mi piacerebbe saperlo. Ho qualche problema con il sonno»

«Da quando sei ad Amici?»

«Da quando sono nata, più o meno»

Ribatto ridendo, anche se la situazione è piuttosto stressante. Darei tutto quello che ho per farmi una dormita di otto ore tonde.

«Ti capisco, per me andare a dormire prima delle quattro e svegliarmi dopo le sette è follia»

Cerca di confortarmi e in qualche modo ce la fa. Fa sempre bene scoprire di non essere gli unici ad avere un problema.
Bevo un sorso della mia camomilla calda e mi concentro sui nervi che cominciando a sciogliersi, concedendomi di chiudere gli occhi per un momento e sentirmi prevedere dal sonno. Dura solo un secondo.

«È bello sapere che non sarò più l'unica pazza ad aggirarsi per la casetta di notte»

Commento poi ridendo di quella magra consolazione che però mi tranquillizza più del previsto.

«Dovrai insegnarmi come si affrontano quattro lezioni al giorno con tre ore di sonno in corpo»

Scuoto la testa non volendo neanche pensare a quanto sarò distrutta domani, ciondolo i piedi nello spazio che separa la sedia dal pavimento e rivolgo un'occhiata di sconforto a Francesco.

«Credimi, sono l'ultima a cui dovresti chiedere consigli a riguardo»

Sbuffo, perché sto gestendo in modo tragico la mia mancanza di riposo. Più andiamo avanti più questi ritmi diventano insostenibili.

«Ma se i prof ti adorano tutti»

Mi contraddice, e vedo i suoi occhi sfarfallare per un attimo nel vuoto come avevano fatto oggi a pranzo. Che significa? Lo sto annoiando?

«Non puoi saperlo, oggi non mi sono praticamente esibita»

«Che c'entra, guarda che lo vedevo il programma prima di entrare»

Non so perché ma stupidamente arrossisco a quell'affermazione.
Mi imbarazza pensare che lui in qualche modo già mi conosca mentre io non so chi sia, mi fa sentire esposta.

Lui finge di non notare il mio imbarazzo e continua a bere con calma la sua tisana, dandomi il tempo per decidermi finalmente a dire ciò per cui sto fremendo da tutto il giorno.

«Ho adorato il tuo pezzo»

Confesso, pronunciando velocemente quelle parole.

«Sì?»

Chiede conferma lui, sorridendo con occhi e labbra.

«Sì, davvero. L'ho trovato così..profondo e sincero»

Rifletto ad alta voce, pensando a tutta la fatica che ho fatto per non scoppiare a piangere come una bambina.

Lui mi osserva per qualche istante, come se stesse ripetendo nella sua testa gli aggettivi che gli ho affibbiato, e all'improvviso mi chiedo se fossero quelli giusti.

«Credo che sia proprio ciò a cui miro. Introspezione e verità, sì»

Ammette, annuendo leggermente e accennando un sorriso sincero.

Vorrei dirgli che per me lo fa perfettamente, che il suo modo di scrivere è divino e che ascolterei solo i suoi testi in loop per sempre.

Ma forse per oggi ho già fatto abbastanza.

«Che dici, proviamo ad andare a dormire?»

Mi chiede poi, una volta che entrambi abbiamo finito le nostre bevande.
Annuisco a malincuore, stavo provando un certo benessere nel parlare con lui.

«Buonanotte allora»

Gli dico timidamente, agitando la mano a mo' di saluto e cominciando ad andare verso la mia stanza.

«Buonanotte Noemi, ci vediamo domani»

Casa mia ||CryticalWhere stories live. Discover now