Prologo

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Ed è per lei che respiriamo, solo accanto a lei riusciamo a vibrare di sensazioni mai provate, un suo solo tocco, un solo suo bacio vale una vita intera. Siamo due miseri mendicanti che attendono di abbeverarsi del magnifico sapore delle sue labbra. Il suo amore annaffia il deserto e mai più si potrà tornare indietro.

Inspiro l'amore che aleggia nell'aria, tutto quello che Mauro sprigiona davanti all'altare in attesa del mio: "sì!". Nonna Marianna annoda il suo braccio al mio, tira su con il naso e con l'emozione che le mozza le parole, cerca di spingermi a fare il primo passo muovendo in avanti la spalla sinistra.
Gli anni più tetri della mia vita si rimpiccioliscono davanti al bagliore dello sguardo di Mauro. Una seconda chance non è concessa a tutti, penso. La mia vita era un'area inagibile fino al suo arrivo e per questo mi ritengo tanto fortunata. La mia terapeuta è dell'opinione che io non sia ancora pronta ad accogliere l'amore nella mia vita, ma non posso aspettare, ho Andrea a cui pensare e Mauro è l'uomo giusto. Con lui non penso a niente di brutto, sono serena, mi sento amata e rispettata. Ho ritrovato la voglia di scherzare, di ridere a crepapelle, di visitare luoghi di rara bellezza. Ho imparato a danzare come una vera signora, addirittura a vestire come una di loro. Sono pronta a rimettermi in gioco. Devo farlo.

«Ti voglio bene, piccina mia. Vai e vivi! Sogna, ama, gioisci, sii felice» mormora nonna a un passo dall'abbandonarsi alle lacrime.

«Te ne voglio anch'io, ora basta piangere».

«Promettimi che lo farai!»

«Lo prometto.»

Così, un passo segue l'altro; ho una guerra punica nel petto e un'altra mondiale nella testa, non perdo il contatto con gli occhi di Mauro nemmeno per un istante, ho paura che la melma che mi ha intrappolata fino a qualche anno fa, riemerga fino ad annegarmi. Nonna percepisce la mia battaglia interiore, il cuore è forte e le combatte entrambe, almeno per il momento. In risposta mi stringe ancora più forte e piena d'orgoglio percorre la navata del Duomo di Milano in punta di piedi. Io con i pesi alle vesti. Sorrido, sono diventata brava a indossare la maschera della donna bella e frivola, quella sicura di sé, che sta per unirsi in matrimonio con uno dei più importanti imprenditori lombardi.
Personaggi di alto lignaggio presenziano la cerimonia curiosi, tra loro ci sono alcune donne gelose, altre deluse.
Martina e Giacomo esultano al mio ingresso e mormorano: «Sei bellissima»
L'Ave Maria di Schubert volteggia nell'aria fino a scivolare soave nelle mie orecchie, placa le mie ansie lasciando solo pace e tranquillità. Pian piano emergono nella mia mente i momenti più dolci della mia vita e mi aiutano a convolare a nozze con il ragazzo che amo.
Tre anni d'amore e due di matrimonio dipingono il mio presente che oggi è ricco di soddisfazioni. Dopo tante fatiche, rinunce e sofferenze, ora sono ben accetta da tutti.

Ammiro il cielo terso della Svizzera e inspiro l'aria fresca, attendendo serena l'arrivo di Martina fuori dalla clinica che custodisce un lembo del mio cuore. Dobbiamo tornare da mio marito a Milano. Penso a quanta pazienza ha impiegato, a quanto amore ci stiamo dando e, forse, credo sia giunto il momento di allargare la famiglia. Martina pensa che ancora sia troppo presto e che dovremmo godercela prima di procreare. Io invece  vorrei avere al più presto una bambina.
Rientro nel nostro meraviglioso appartamento e trovo Mauro che mi attende per una cena a lume di candela; abbiamo ancora sulla pelle la scia degli innumerevoli viaggi di nozze fatti e gli ormoni in visibilio. Infatti Mauro mi sta scrutando come se fossi un invitante bocconcino. Il suo corpo statuario emerge da dietro i fornelli con il grembiule che gli cinge i fianchi, respiro eccitazione, Mauro mi attrae da impazzire. Abbandono la borsa a terra e gli salto letteralmente addosso.

«Ehi, ciao amore.»
Mi sublima con un lento e succoso bacio al sapore di Barolo.
«Ti amo»

«È andato tutto bene?»

«Sì.»

Diventiamo immediatamente amore, passione e condivisione.
I respiri si mescolano nell'aria fino a ricadere sulle nostre carni stanche, il cuore rallenta la corsa, mentre le labbra si uniscono un'ultima volta prima che le palpebre si abbassino cadendo in un sonno profondo e ristoratore; meraviglioso come la nostra vita insieme. Così, cuore a cuore, cantiamo nelle tenebre una dolce melodia di commiato.

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