<<sono molto felice che tu ti sia aperta con me, ma che soprattutto tu abbia ricominciato a ballare, perché sei molto molto brava e se non avessi continuato avresti sprecato le tue potenzialità per qualcosa che magari neanche ti piaceva e che non ti si addiceva. Mi dispiace che tu abbia lasciato l'accademia ma va bene, sei rimasta ugualmente un allieva eccezionale e una bravissima ballerina, una delle più brave qui dentro>> dichiarò la maestra, sorridendomi dolcemente.

<<grazie mille>> ricambiai il sorriso, alzandomi e riprendere a provare la coreografia sui tacchi, che sta volta mi venne un po' più decentemente.

Tornai in casetta, dove ricevetti una notizia piuttosto infelice da Mattia, al quale era stato riferito che per il problema al piede doveva abbandonare la scuola.

Piansi e mi buttai fra le sue braccia, abbracciandolo forte per qualche minuto.

Eravamo entrati insieme, avevamo vissuto dei bellissimi momenti insieme, ma ora era tempo di lasciarlo andare, nonostante facesse tanto male.

Mi staccai, permettendo così anche a gli altri di salutarlo come si doveva e mi allontanai, iniziando a sentire il fiato mancare, mentre le lacrime continuavano a marcare il mio volto.

Uscì nel giardinetto non smettendo di singhiozzare e di lacrimare. Perché faceva così male? Perché mi affezionavo così tanto a tutti?

Lorenzo poco dopo mi raggiunse, affiancato da Alex che appena mi vide respirare velocemente mi si avvicinò, prendendomi il viso con entrambe le mani e baciandomi.

Successe tutto così in fretta che pensai persino di essermelo immaginato, ma quando poi riaprì gli occhi e lo vidi a pochi centimetri dalla mia faccia capii che era successo tutto per davvero.

<<perché l'hai fatto?>> gli domandai in un sussurro, estremamente confusa, ma allo stesso tempo stranamente felice.

<<ho letto da qualche parte che trattenere il fiato può far passare gli attacchi di panico a volte. E baciandomi tu hai trattenuto il fiato, regolando così il battito cardiaco e i respiri>> rispose timidamente.

<<tu mi hai baciata>> replicai.

<<cosa?>> domandò corrugando la fronte.

<<tu hai detto che baciandoti io ho trattenuto il fiato, ma in realtà sei stato tu a baciarmi>> risposi. Lui rise, mi guardò intensamente negli occhi per qualche secondo e poi si avvicinò al mio orecchio.

<<tanto lo sappiamo tutti e due che non desideravi altro, De Luca>> asserì per poi far ricadere le mani lungo i suoi fianchi e rientrare in casetta, lasciandomi lì, tutta rossa in viso, con Lorenzo che mi guardava con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro.

<<non ti azzardare a dire una parola>> cercai di dire il più minacciosamente possibile.

<<tanto lo sappiamo tutti e tre come andrà a finire, De Luca>> replicò ridendo il biondo fragola, avvicinandosi a me e scompigliandomi i capelli.

<<e comunque non eravamo usciti solo per vedere come stavi, ma anche per dirti che Mattia ti vuole vedere prima di andarsene definitivamente e adesso dovrebbe aver quasi finito di far le valige>> mi informò tornando un po' più triste.

Annuì, prendendolo per mano e entrando in casetta per dire arrivederci ad un altro compagno, che stava abbandonando quel posto con un pezzettino del mio cuore fra le mani.

Il giorno dopo eravamo ancora un po' tutti scossi, ma fummo comunque costretti ad andare alle lezioni. A me toccò andare in una sala diversa, dove eseguì una lezione di canto gentilmente offerta da Marlù.

MerakiWhere stories live. Discover now