Capitolo 6

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Il caldo rovente di Destin mi schiaffeggia, sbuffando il suo  alito di vento afoso sul mio corpo, mentre con passo incerto mi avvicino al demone con il ciuffo castano. Non ho idea di che ore siano, ma il sole non è ancora del tutto alto nel cielo, e questo significa che non sono ancora le undici del mattino.
A Greenville,  la neve soffice  scenderá lenta e silenziosa sulle strade, a quest' ora, ne sono certa.
Gesù, siamo a Novembre!
Io non tollero il caldo mite di Greenville in estate, figuriamoci costringermi a sopportarlo per tutto l anno. In una città come questa, poi.
Caleb mi dà le spalle e osserva il mare. Il respiro lento e le mani infilate nelle tasche della tuta.
Questa volta ha ascoltato il consiglio della madre, perché indossa una maglietta nera con le maniche tirate sulle spalle muscolose e il tessuto scuro aderisce perfettamente al suo addome perfetto.
Sobbalzo quando sento la sua voce. " Avevo detto dieci minuti. Ne sono passati venti, ragazzina. Questo significa che faremo tre km in più di corsa" mi ammonisce senza nemmeno voltarsi verso di me.
Continua a guardare dritto, davanti a sé, con le spalle rilassate e la schiena dritta.
Spero di aver capito male, ma preferisco accettarmene. "Hai detto corsa?" , quasi sussurro.
"Si, ho detto corsa. C'è qualche problema?"
Il caldo diventa improvvisamente più rovente. Al solo pensiero di correre sulla battigia e sudare ancora di più mi sento mancare.
Io sono sempre state tra quelle che nell'ora di ginnastica le inventava di tutti i colori pur di farla franca.
Non esiste che spinga il mio corpo oltre il limite.
Assolutamente no!
"Scordatelo!" Lo sfido con il tono di chi non teme nulla.
Alzo la testa e aspetto l' apocalisse.
Attendo un' eternitá prima che lui, con estrema calma, si volta, finalmente, verso di me.
Il colore dei suoi occhi si confonde con il verde dell'Oceano. Ma il suo sguardo duro non c'entra nulla con il mare calmo che si adagia tranquillo sulla spiaggia.
"Cosa hai detto, ragazzina?"
Lo guardo dritto negli occhi prima di rispondere. " Prima di tutto, smettila di chiamarmi ragazzina! Non sei tanto più grande di me" prendo una pausa, e un respiro profondo prima di gettarmi definitivamente nella fossa del leone.  " E secondo: leggi le mie labbra, ti ho appena detto che non correrò mai su questa dannata spiaggia, sotto questo caldo di questa cazzo di città!" Concludo quasi sillabando le ultime parole,come se davanti a me avessi un sordomuto.
La sua mascella si contrae impercettibile, ma un sorriso aspro si disegna sul suo viso. "Per me puoi fare il cazzo che ti pare, ragazzina... Ma credo che tu non sia nella posizione di poter scegliere..."
Non capisco cosa voglia dire e le mie sopracciglia increspate, danno a Caleb l' opportunità di continuare. " Mh, vediamo: vedi quegli strani tipi sulla tua sinistra?" Con un cenno della testa indica due tipi -poco raccomandabili- che mi osservano famelici e ridacchiano tra di sé. Uno di loro si lecca addirittura le labbra e mi lancia un bacio,strizzando l'occhio.
Io inclinò la testa, confusa e volto di scatto il viso posando lo sguardo di nuovo su Caleb che se la ride, divertito.
Che cosa ho che non va?
Mio fratello si avvicina ed io faccio un passo indietro instintivamente, ma un muro blocca la mia via di fuga. Ora è veramente troppo vicino e il mio stomaco e anche qualcos'altro ne risentono.
" Vedi cara sorellina,  la prossima volta ti consiglio di prendere un costume della tua taglia. Hai un capezzolo scoperto, e quei tizi non sono gli unici a volerci giocare in questo momento" la sua voce rauca mi colpisce forte nel petto e nel basso ventre, ma le sue parole sono come un macigno sulla mia testa.
Il mio sguardo, come il suo, saetta sul mio seno e immediatamente lo copro con una mano.
Maledizione, Kat!!!!
Ora, se vuoi, puoi anche rimanere qui e farti mangiare da quegli avvoltoi. Oppure metti questa e vieni a correre con me" con una mano si toglie la maglietta, si sistema il ciuffo e me la porge.
Non muovo un muscolo. Non so cosa fare, a parte maledirmi per non averci pensato prima ad indossare una mia maglietta, della mia taglia.
Sono una deficiente, ma non ho altra scelta.
Tra una morte per molestie e quella per infarto, scelgo la seconda. È più veloce e meno dolorosa.
Con riluttanza strappo dalle mani di Caleb la meglietta e la infilo in fretta. Lui rimane per un attimo con la mano in aria e poi la lascia scendere lungo il fianco. Ma il suo sguardo verde,no.
Quello mi rimane addosso. Assottiglia gli occhi e si avvicina pericolosamente alla mia bocca.
" Sei molto più sexy con la mia maglietta addosso, ragazzina".  La stessa mano che teneva stretta la maglietta, ora è tra i miei capelli. Sistema delicatamente un ciocca dietro l'orecchio. Le sue labbra mi sfiorano il lobo,ed io sussulto per la sorpresa e per il brivido che mi percuote dentro.
"Adesso andiamo. Mi hai già fatto perdere troppo tempo, tettona" mi sbeffeggia, origliandomi nell' orecchio.
Io arrossisco di rimando e scaccio via ogni pensiero sconcio che sta attraversando la mia mente.
Via il letto.
Via le lenzuola sfatte.
E via anche noi due nudi, aggrovigliati in un solo corpo.
Lo spingo via, insieme ai miei film mentali.
Indurisco lo sguardo, nonostante il suo profumo di mare arriva dritto dalla maglietta che vesto, mandando in tilt i miei sensi.
Cerco di acquistare di nuovo l' uso della parola, e dopo un tentativo andato a vuoto, ci riesco. " Non sono tettona, non sono una ragazzina. Piantala, fratellino. Ti seguo solo perché temo per la mia incolumità." Lo spintono con la spalla e lo sorpasso.
" E chi ti dice che con me la tua purezza è al sicuro,Roslyn?".
Mi blocco e mi volto verso di lui. " C-come?"
Lui mi fissa. Fissa tutto il mio corpo, facendomi sentire nuda, ma alla fine scuote le spalle e scoppia in una risata fragorosa. " Stai tranquilla, mocciosa! Non ti scoperei nemmeno se fossi l' ultima persona sulla terra."
Ci rimango male delle sue parole, ma non lo do a vedere. Piuttosto stringo i pugni e raggiungo la riva furiosa.
Non gliela do vinta, e una volta che lui mi ha raggiunto gli stringo il gomito e ribatto decisa. " Stai tranquillo, moccioso. Lo stesso vale per me!".
Lui sorride sornione. "Questo è da vedere Roslyn! Questo è da vedere".

 "Questo è da vedere Roslyn! Questo è da vedere"

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Un desiderio da nascondereWhere stories live. Discover now