•ᠻꪮꪊ᥅ꪻꫀꫀꪀ•

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«Vuoi dire che - fece per schiarirsi la voce - dormiremo... Insieme?» anche stavolta non ricevette risposta, cominciò ad intendere che era il modo in cui Nightmare annuiva.

«Non hai una stanza solo tua? Con tutte quelle che ci sono, voglio dire...» cercava di convincerlo a cambiare idea. Ma una volta che lui aveva deciso, rimaneva così, immutabile e perfetto ai suoi occhi.

«Per lo meno puoi darmi un vaso con dell'acqua?» dicendo questo si allontanava dal letto facendosi strada verso il mostro, notando un fare insolitamente silenzioso da parte sua.

«È per la rosa... È come se l'avessi uccisa e vorrei darle ancora un po' di tempo per vivere»

«Una volta sdradicata non c'è più vita in lei.» finalmente parlò lui. «I petali diventeranno secchi e neri, e di bello non rimarrà nulla. Buttala in giardino.»

«Con un po' d'acqua resisterà ancora qualche giorno!» pretendeva di persuaderlo in qualche modo della propria opinione, anche se inutilmente.

«Se non resisterai tu, come dovrebbe resistere un fiore senza radici?» quelle parole dolevano, erano poche e banali, di poca importanza se dette da chiunque... Ma Nightmare non era chiunque per (T/n), non lo era stato nemmeno quando non ne sapeva l'esistenza. Nightmare c'era sempre stato, anche se la ragazza era troppo ingenua per accorgersene, e una volta entrato materialmente nella sua vita, come avrebbe smaltito quel peso? Più andava avanti, più capiva che non ci si poteva liberare di Nightmare: era lui a liberarsi di te. Non cacciandoti, insultandoti, magari imprigionandoti, o uccidendoti, piuttosto... Facendoti uccidere. E non da altri, ma da te. L'unico contributo che dava lui erano delle parole a cui la gente dava molta importanza senza alcun motivo. Sapete, quella vocina, l'unica con cui parli quando vedi crollare tutto, l'unica che ascolti, quella che ti consiglia, ti fa vedere la situazione da un altro lato... La stessa che il più delle volte trova il problema in te. In noi. Non puoi zittirla. Non puoi zittire lui. E se quella non fosse poi così insignificante come sembra leggendo la parola stessa, "vocina", ma fosse una voce grave, agghiacciante, buia e vuota quanto chi la possiede?

Se fosse sempre stato lui a rigettarti in quella fossa tenebrosa, a soffocarti tra i sensi di colpa, a spiegarti quanto fossi inutile agli occhi degli altri, quando invece eri utile persino a lui semplicemente annuendo.

~•~

Il corridoio era oscuro, non una linea di luce, vuoto, ma riusciva a trasparire più tranquillità tra quelle mura a mala pena visibili grazie alla luce proveniente dal cielo notturno, piuttosto che in quella stanza con il mostro, con Nightmare, o qualsiasi altra cosa fosse. (T/n) lo interpretava così, ma infondo ognuno lo vede coi propri occhi e lo riconosce con uno sguardo.
Appoggiò con delicatezza la rosa scarlatta su un ripiano in legno e l'accarezzò, quasi fosse qualcosa che ancora poteva essere protetta, nonostante la vita non circolasse più nel suo stelo. Davanti al ripiano c'era un'ampia finestra scoperta dalle tende scostate ai lati: si osservava in modo particolare la luna, così argentea, così luminosa, anche se solo per riflesso. La ragazza si identificava in essa per questo motivo: anche lei sentiva di riflettere la luce di qualcuno, ad esempio dei suoi genitori, dei suoi fratelli maggiori, per tutto quello che le avevano insegnato. Però non sentiva di illuminare a sua volta qualcuno come aveva sempre desiderato.

Chissà se la luna sa di illuminare le nostri notti più buie...

𝔾𝕖𝕥 𝕐𝕠𝕦 𝕋𝕙𝕖 𝕄𝕠𝕠𝕟 {𝑵𝒊𝒈𝒉𝒕𝒎𝒂𝒓𝒆!𝑺𝒂𝒏𝒔 𝑿 𝑹𝒆𝒂𝒅𝒆𝒓} Where stories live. Discover now