7. Wissal

328 56 21
                                    

«Samir?!»

La voce acuta che spezza il filo dei miei pensieri è una benedizione.

Sono certa che, se non avesse parlato, avrei colmato la distanza tra le mie labbra e quelle di Sam in un nanosecondo. E non va bene, perché non sarebbe stato per niente un bacino innocente.

Come ho fatto ad arrivare fino a questo punto?

Perché "tra le sue braccia" è il complemento di luogo più bello dell'italiano. Fine.

Sam ha un modo di fare fluido e naturale, come se nulla gli costasse imbarazzo. Persino parlare di imbarazzo non lo imbarazza, e i suoi gesti non lo hanno tradito una sola volta. L'irruenza con cui mi ha circondato le spalle, appena mi ha visto, sapeva di protezione e quest'abbraccio è stata la conferma che c'era un motivo se il mio sorriso era rimasto in pausa, la prima volta. È impossibile non accorgersi che ha qualcosa di speciale rispetto a tutti gli altri e posso dirlo con un piccolissimo margine d'errore, dato che ormai mi considero un'esperta.

Ho avuto molte crush nella vita; non si sono mai concretizzate, ma mi hanno permesso di farmi una cultura. Sono giunta a due ipotesi: tutti gli adolescenti maschi sono casi umani, oppure io attiro la sfiga e non i principi azzurri.

E poi arriva Samir, che smentisce entrambe.

Samir mi ha sempre guardato in modo unico, come se anche lui avesse visto dentro me cose di cui io in primis ignoro l'esistenza. E quando me lo sono trovato a un palmo di naso, questa sua capacità di lasciarsi meravigliare ha meravigliato anche me. Mi ha fatto sentire importante. Me l'ha fatto sentire importante.

Dannazione.

«Samir!» ripete la voce acuta, stavolta con un cipiglio di rimprovero che fa indietreggiare il mio compagno. Appena si volta, un'espressione colpevole gli si dipinge sul viso e solo allora sono curiosa di sapere perché la presenza di Alice lo turbi così tanto.

Per me, lei è solo un fastidioso moscerino spiaccicato sul parabrezza della vita; ma per lui, purtroppo, no. E non capisco come possa ignorare una verità così evidente: è gelosa marcia di lui.

Incrocio gli occhi verdi della ragazza e ci studiamo. Rabbia, invidia e paura si mescolano sullo sfondo della fontana che gorgoglia come i nostri stomaci.

Ma dura poco perché Alice non è davvero interessata a me, quanto più alla nostra contesa mela della discordia: «Pensavo che dovessi tornare a casa con i tuoi».

«Credevo di aver visto la loro auto, ma mi sono sbagliato.»

Aggrotto le sopracciglia. Sono solo io, o per la prima volta ho sentito un tono diverso nella sua voce? Può davvero esistere un Samir che mente?

«Hai espressamente detto che avevi un impegno!» ribatte Alice, per poi indicarmi. «Era lei il tuo impegno?»

«Ali, calmati.»

«Non farmi passare per una pazza» dichiara, coinvolgendo il gruppetto di ragazzi dietro di lei, anche loro alunni della seconda turistico: «Voi l'avete sentita o no la cazzata di poco fa?».

«È vero, Sam, hai detto che c'erano i tuoi e sei corso verso la strada opposta alla stazione» sostiene una loro compagna. «Tra l'altro hai pure fatto dei gesti strani, come se volessi nasconderti, o nascondere... qualcuno.»

Ah.

Non era un abbraccio protettivo, quindi?

Okay: Delusioni d'amore 100 – Wissal 0.

Queste parole mi trafiggono il petto.

Ha fatto male, anche più del previsto, e mi lascia tramortita senza nulla di intelligente da dire.

Credo nei miraggiWhere stories live. Discover now