3. Wissal

452 68 43
                                    

Nella vita non avrei mai e poi mai pensato di aspettare con ansia un lunedì.

Solitamente, alla domenica sera mi saliva il male di vivere e mi barricavo a letto fissando il soffitto della mia stanza con amarezza.

È già da un po' di tempo, però, che sul soffitto vedo un volto... e l'amarezza lascia il posto all'euforia.

Occhi scuri, profondi come pozzi di oro nero, ricci fitti domati da un pezzo di stoffa lavorata, labbra morbide, inesplorate dune nel deserto.

Conoscere Samir è stato un male: ora mi piace la scuola.

Certo, solo di lunedì, ma già il fatto che non stia mugolando sul materasso come una posseduta all'idea di svegliarmi domattina, è un punto di partenza.

Istruzione 1 – Wissal 0.

Prima di spegnere la luce, controllo un'altra volta il profilo del mio nuovo compagno per vedere se ha postato una storia. Sto diventando dipendente dalle sue storie e questo non va bene.

La scorsa settimana ho iniziato a seguirlo su Instagram, lui ha ricambiato il follow e non c'è più stata via d'uscita. Non posta molte foto di sé, ma condivide le sue passioni, i posti che visita, la musica che ascolta. E più lo scopro, più mi affascina. Dannazione. Ho iniziato a mettere like ai suoi post e reazioni ai suoi aggiornamenti e, quando accade, lui risponde sempre con un "mi piace".

Sapesse lui quanto mi piace, ma lasciamo perdere.

Se prima aveva giusto catturato la mia attenzione, adesso ha pure il mio interesse, tutto per colpa di Mommy e le sue infantilissime minacce. Dato che si annoia a costruire il progetto di civica, il mio amichetto ha deciso di investire tutto il suo tempo nella creazione della ship #wissam, ovvero Wis più Sam con un hashtag davanti perché lo fa sentire completo.

Inizialmente ho cercato di fargli capire – anche attraverso violenze fisiche – che non volevo guai, ma poi mi ha beccato mentre fissavo Sam con una faccia da allocco durante il riassunto del film ed è stata la fine. Mi ha fatto un video e mi ha ricattato dicendo che, se non fossi andata a parlare con lui, l'avrebbe spiattellato su ogni social. E allora ci ho parlato. E, dannazione, non c'è stato davvero niente di lui che mi abbia dato fastidio. Niente!

Di solito mi succede di trovare almeno un difetto enorme nella gente con cui parlo, quindi o è una divinità oppure ho perso la mia classica misantropia, il che mi dispiacerebbe perché, in fondo, adoro odiare gli umani.

Nell'ultima storia postata, Sam ha inquadrato la vista da un terrazzo e ha inserito una canzone araba che non conosco. Usa spesso la nostra musica perché, da quel che ho evinto, è molto ancorato alle sue radici. I suoi non sono affatto tradizionalisti, anzi!; dagli stralci di vita che condivide sui social sembrano più europei degli europei stessi, però l'orgoglio che lui trasmette è contagioso.

Quasi quasi mi viene voglia di dare una gioia a mia madre e studiare l'arabo.

Ma poi penso naaah, a che cosa mi serve l'arabo, quando ho già abbastanza lunedì da affrontare a scuola?

Spengo la luce e mi metto a dormire.

Al mattino mi risveglio con un'inquietante buona volontà e, mentre mi lavo il viso, chiedo a mio fratello se mi ha messo della droga nella cena. Lui mi insulta e io mi sento ancora più rinvigorita. Decido di indossare una felpa grigia – non si sa mai che mi scambino per una che segue la moda – jeans a zampa di elefante e quell'imitazione di anfibi che hanno tutte. Poi, colpo di spazzola sulla foresta nera che ho in testa, garantendomi anche per oggi l'effetto dita nella presa della corrente. Non sono diversa da nessun altro giorno di scuola, eppure passando davanti allo specchio mi vedo raggiante.

Credo nei miraggiWhere stories live. Discover now