2. Samir

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Prima regola: mai cercare di compiacere i tuoi genitori con l'inganno.

Quando ti accusano di studiare troppo poco, la soluzione non è iscriverti a qualsiasi iniziativa extra-curricolare proponga la scuola, ma studiare di più. Semplice, eppure così banale per uno che, come me, ama il rischio.

Pensavo che, dando la mia partecipazione al progetto "Scuole unite per il senso civico", avrei ottenuto molteplici vantaggi tra cui: saltare l'ora di storia del lunedì, mostrare ai miei un attivismo scolastico mai avuto e, soprattutto, dare un'occhiata alle belle ragazze che stanno nella sede dell'amministrativo.

E invece mi ritrovo qui, in un uggioso lunedì, a guardare un film su un ballerino mentre rispondo di nascosto ai messaggi sul telefono.

Sono passate ormai un paio di settimane e ho capito il modus operandi di questa prof: introduzione su una tematica sociale a scelta, filmetto o canzone, discussione finale. So che alla fine ci farà delle domande, ma so anche che il tizio con gli occhiali risponderà prima di tutti e salverà la giornata. Si chiama Mohamed: mi è rimasto impresso perché viene soprannominato Mommy e dà un sacco di gomitate alla ragazza delle cuffiette.

Già, la ragazza delle cuffiette... mi ha piuttosto sorpreso, se devo dire la verità.

Quando ho scoperto che avrebbero unito due classi per questa avvincente iniziativa, ho avuto paura di ritrovarmi con gente spocchiosa e poco amichevole; invece, tutti i miei nuovi compagni trasmettono vibrazioni positive. C'è un tipo che passa il tempo a dormire sul banco, una mingherlina poco loquace e poi la coppia che ha collezionato il maggior numero di richiami dopo Alice.

Mommy e Wissal sono molto affiatati. Parlottano in continuazione, esercitano violenza fisica l'uno nei confronti dell'altra e litigano ad alta voce, attirando la mia attenzione. Li sto guardando battibeccare anche in questo momento: lui sembra esortarla a fare qualcosa che non vuole fare, quindi lei gli pizzica una coscia, lui sbatte la gamba contro il banco, lei ride e lui le lancia addosso un temperino. Sono esilaranti.

«Samir, stiamo attenti, per cortesia?»

«Ma, veramente...»

«Niente ma. Sei voltato in quella direzione dall'inizio dell'ora, quando la tua attenzione dovrebbe essere concentrata qui» la prof cerchia lo schermo del computer con la mano e all'improvviso sento ammutolire le retrovie.

Spero si sentano in colpa, quei due.

«Okay, prof» alzo il pollice e le do il contentino, fingendomi interessato per un paio di minuti. Attorno a me tutti fanno lo stesso: si mostrano coinvolti dallo schermo, ma l'unico da cui sono davvero coinvolti è quello dello smartphone. Alice, la mia migliore amica, è la meno brava a dissimulare, infatti capisco che mi sta scrivendo ancora prima che invii il messaggio.

ALICE: Che ha di così interessante il duo comico dell'amministrativo?

SAMIR: Qualsiasi cosa è più interessante di questo film.

ALICE: Sì ok, ma mi sembri fin troppo distratto...

SAMIR: Dovremmo parlare con loro. Starebbero bene nel nostro gruppetto.

ALICE: Non credo proprio! Noi stiamo bene così come siamo.

Anche i membri della nostra classe formano una curiosa compagine. Ci siamo io e Alice, migliori amici dalla prima, due compagni ancora più pigri di me, e Filo, l'unica anima realmente interessata a questo progetto.

La nostra vera classe è molto più varia e numerosa, ma il caso ci ha assortiti in questo modo e uniti ad altri quattro ragazzi approdati qui per ragioni disparate.

Credo nei miraggiWhere stories live. Discover now