Gods of the new world // Light Yagami x Reader

Ad alta quota

LIGHT POV:

<<Buongiorno. Il direttore generale Yagami mi ha riferito quanto detto da John Matckenraw... o forse dovrei dire Larry Corners>> continuai a dire per telefono al numero dell'agente che aveva contattato mio padre. <<Posso chiedere il vostro appoggio per quanto riguarda il caso dell'omicidio del capo della polizia Takimura?>>
Sentii alcuni rumori provenire dall'altro capo del telefono prima che una voce mi rispondesse: <<Piacere di conoscerti, secondo L>>

Saltai un battito. Cercai di far finta di non sapere di cosa stesse parlando: <<Secondo L? Che storia è questa? Con chi sto parlando?>> soprattutto la mia ultima domanda era quella che maggiormente mi interessava.
<<Inutile nasconderlo>> continuò la voce. <<Noi siamo l'SPK, un nuovo organo fondato allo scopo di catturare Kira. Tutti i sette membri del nostro direttivo sono a conoscenza della morte di L>>
Sapevano della morte di L? Ma chi erano? E soprattutto come l'avevano saputo? 

<<Io sono il cuore dell'SPK e il mio nome è... N>>
N? Cos'era, uno scherzo? Però avevo una strana sensazione...
<<Stando a quanto ti ho detto, non possiamo più contare su di L. In America la CIA e l'FBI danno ormai la priorità alle mie direttive. Tuttavia, poiché l'omicidio del capo della polizia giapponese è un crimine imperdonabile e poiché credo che questo caso possa indurci a catturare Kira, intendo darvi il nostro appoggio>> concluse infine. 

Arrestare Kira? Ma chi si credeva di essere? I suoi modi di fare leggermente strafottenti mi ricordavano proprio quelli di L... Pensai che fosse meglio stargli alla larga, ma ormai era troppo tardi, dovevo immedesimarmi meglio nel mio ruolo... al solo pensiero mi scappò un sorrisetto. 

Decisi finalmente di prendere parola: <<Perfetto, sono contento di sentirtelo dire. La verità è che, dopo la morte del capo della polizia, il nuovo ostaggio dei rapitori è diventata la figlia del direttore generale Yagami. Ci hanno indicato Los Angeles come luogo dello scambio del quaderno>>
<<D'accordo, allora radunerò più uomini possibile a Los Angeles senza specificare loro i dettagli relativi a questo caso. Inoltre terrò d'occhio tutta la città con il satellite. Lascio infine a te il pieno comando dell'operazione... L>> disse N con fare saccente e superiore. 
Già non lo sopportavo più.
Attaccai la telefonata e con la sedia mi girai verso i presenti nel quartier generale, che erano un po' sollevati dal fatto che avessero lasciato a noi il comando dell'operazione. Cercai T/N con lo sguardo e notai che mi stava fissando, ma non seppi decifrare la sua espressione.

-skip time-

Il giorno seguente era arrivato il momento per mio padre di partire per Los Angeles. A seguito della chiamata con l'SPK avevano deciso di accompagnarlo su voli diversi anche tutti gli altri membri del quartier generale, in modo da avere ancora più supporto sul campo, quindi saremo rimasti qui soltanto io e T/N.
Arrivato il momento degli ultimi saluti prima della partenza mio padre si avvicinò a me e, fissandomi intensamente negli occhi, iniziò a parlare: <<Se la situazione dovesse farsi critica, non esitare a salvare la vita di Sayu, piuttosto che la mia>>
Lo guardai negli occhi anch'io di rimando, era proprio un uomo testardo: <<Non dire così papà, riusciremo a salvare sia te, che Sayu... che il quaderno>>
E detto questo, lasciarono tutti l'appartamento, dirigendosi con macchine diverse all'aeroporto.

Finalmente io e T/N eravamo rimasti da soli, perciò approfittai per parlarle: <<Andiamo sputa il rospo, che cos'hai che non va? È da ieri che sei strana, ormai lo capisco subito se c'è qualcosa che ti turba...>>
<<Si tratta di quel...N. Non mi convince proprio, mi dà fastidio, mi mette i brividi e soprattutto... mi ricorda lui >> disse facendo una smorfia dopo l'ultima parola della frase.
<<Lo so, nemmeno a me piace... ma ormai le nostre strade si sono incociate e, anche se mi scoccia ammetterlo, è fondamentale avere il supporto della loro organizzazione per questa parte del piano>>
Non rispose, se ne stava semplicemente lì, seduta alla sua scrivania a fissare il monitor che aveva davanti senza fare niente di particolare.