CAPITOLO 1

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Sentivo il viso accaldato così aprii gli occhi lentamente.
La luce mattutina proveniente dalla finestra era accecante come al solito, il sole splendeva alto nel cielo.
Sbattei le palpebre qualche volta cercando di abituarmi a tutta quella luminosità.
Holly, la mia piccola cocorita celeste, cominciò a cinguettare con insistenza, doveva essere affamata.
Sbuffai rumorosamente, ero andata a letto molto tardi a causa dei festeggiamenti del mio ventesimo compleanno e non avevo per niente voglia di mettere piede fuori dal letto.
Quel cantare era decisamente troppo fastidioso da sopportare con i postumi della sbornia quindi mi coprii le orecchie con il cuscino.
Sospirai quando mi resi conto che non servì a nulla.
Mi misi a sedere e appoggiai la testa pesante su una mano mentre osservavo ciò che si trovava al di fuori della mia finestra.
Avevo una visuale perfetta sulla strada, la gente passava incurante dei miei sguardi.
Quel giorno sembravano tutti più allegri e indaffarati del solito ed io sapevo perfettamente il perché.
Mi passai una mano sul volto agitata, sentivo l'ansia divorarmi lo stomaco.
Questo giorno era stato atteso a lungo, ma io avrei preferito non arrivasse mai perché non mi sentivo pronta abbastanza.
Il re Willem avrebbe chiesto la mia mano.
Il Regno d'Estate aveva leggi ben chiare rispetto al matrimonio: ci si poteva sposare soltanto una volta raggiunti i vent'anni.
Willem ne aveva già ventiquattro, aveva aspettato tutti questi anni prima che io raggiungessi l'età indicata.
Ci conoscevamo sin da bambini e provavamo un grande affetto l'uno per l'altro.
I miei genitori lavoravano nelle cucine del castello così noi passavamo la maggior parte delle giornate insieme.
Lui mi insegnava a combattere, io in cambio gli portavo i miei esperimenti culinari di nascosto.
Diceva che avevo un grande talento per la cucina e che un giorno sarei diventata perfino più brava dei miei genitori.
Ed era vero, ero diventata molto brava ma mia madre, Leila, e mio padre, Demo, non l'avrebbero mai saputo.
Erano morti durante la Grande Guerra tra il Regno d'Estate e il Regno d'Inverno.
Li avevo visti morire proprio davanti ai miei occhi quando avevo solo dieci anni.
Mi ricordo ancora le mani macchiate del loro sangue e la sensazione angosciante di vuoto che provai.
I due regni convivevano in conflitto da allora.
Si narravano terrificanti storie sul re che occupava il trono di ghiaccio.
La zia le raccontava sempre a me e mia cugina prima di andare a dormire.
Ci parlava di un re malvagio disposto a tutto pur di avere ciò che più di ogni cosa bramava al mondo: il potere.
Quel sovrano spietato avrebbe voluto conquistare tutta l'Isola di Olimpia ma fortunatamente i tre regni d'Estate, di Primavera e d'Autunno si erano uniti in tempo per poter fermare il suo piano diabolico.
Dal giorno della grande disfatta non si sentì più parlare di lui, sembrò sparire nel nulla come se mai fosse esistito.
Mi vennero i brividi al solo pensiero di mettere piede nel Regno d'Inverno, quello era un posto dimenticato dagli Dei.
Era l'inferno in terra.

«Brielle fai tacere quella stupida bestiaccia!» esclamò zia Marina dalla cucina.

Mi asciugai una lacrima dal viso che non mi ero neppure accorta di aver versato.
Infilai le ciabatte e mi trascinai fino alla gabbietta metallica di Holly.
Versai il suo mangime nella ciotola su cui lei si avventò.

«Tutta questa fame per un corpicino così piccolo.» constatai tra me e me.

Mi avvicinai allo specchio e mi pettinai i capelli.
Intrecciai i ciuffi davanti in due trecce e le unii sul retro della nuca.
Il resto della mia folta chioma scura e boccolosa la lasciai libera.
Feci scivolare a terra la vestaglia e mi spalmai la crema per il corpo all'arancia sulla pelle olivastra.
Indossai un abito color lavanda che metteva in risalto il color smeraldo dei miei occhi leggermente allungati.
Sul corpetto vi erano dei lacci color malva intrecciati che alla fine formavano un fiocco.
La gonna cadeva morbida fino alle caviglie e ai piedi indossai un paio di ballerine in tinta con il vestito.
Infine, infilai al polso il braccialetto di metallo con incisa la mia data di nascita che mi avevano regalato i miei genitori quando ero più piccola.
Era un bracciale incantato, si adattava perfettamente al mio braccio.
Uscì dalla mia stanza raggiante dopo aver lanciato un bacio alla mia cocorita troppo intenta a mangiare per potersene accorgere.
Entrai in cucina e corsi subito ad abbracciare da dietro mia cugina Clara che stava inzuppando del pane in una tazza di latte caldo.
Lei in risposta mi stampò un bacio sul braccio.
Portava i lunghi capelli castani sciolti.
La sua pelle ambrata creava un forte contrasto con i suoi grandi occhi grigi.
Le diedi un buffetto sul suo piccolo naso a patata.
Poi, mi sedetti accanto a lei e mi servii la colazione.
Dovevo mangiare abbondantemente perché quel giorno sarebbe toccato a me andare a prendere l'acqua alla sorgente, dato che con quel caldo insostenibile le nostre scorte erano già terminate.
«Finalmente un po' di silenzio! Certe volte vorrei prendere quella stupida cocorita e abbrustolirla sul fuoco.» borbottò la zia.
Io e Clara alzammo gli occhi al cielo, ormai quella frase faceva parte della routine quotidiana.

The Cursed King - Il Re MaledettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora