Crossfire - II

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Parte II:

Le porte della sala triangolare si aprirono e subito Daniel incontrò gli occhi di Frederic, seduto al vertice della tavola posto direttamente di fronte l'ingresso, un sorriso compiaciuto sul viso. Ai suoi lati erano seduti i membri del consiglio, i rappresentati dei vari ministeri.

«Eccoti Daniel, finalmente.»

Il ragazzo serrò la mascella con forza.

«Una mossa piuttosto stupida da parte tua, mio caro nipote» continuò.

«Cosa credevi di fare rubando i fascicoli dall'archivio? Ti ha mandato la resistenza, non è così? Non sei stato neanche abbastanza in gamba da non farti scoprire» concluse con un sorriso sprezzante.

Vide diversi membri del consiglio scuotere la testa in disappunto, alcuni sorpresi, altri solo genuinamente disgustati.

Era così, dunque. Il suo piano era quello di farlo passare per un traditore, un informatore dei Roots.

Daniel sentì August stringere la presa sui suoi polsi in un gesto che non gli fu del tutto chiaro. Cosa voleva che facesse? Provare a scappare?

Impossibile, con tutte le guardie che li circondavano.

Che provasse a discolparsi?

Lo avevano colto in flagrante con i fascicoli sparpagliati sulla scrivania, sarebbe stato decisamente complesso convincerli di non essere coinvolto. Forse poteva provare a denunciare la presenza della ladra nell'archivio, magari quella notizia avrebbe distolto l'attenzione su di lui quanto bastava per permettergli di pensare a come uscire da quella situazione, ma presto si rese conto che, essendo l'unico ad aver visto la donna, probabilmente sarebbe stato interpretato solo come un ultimo, disperato tentativo per salvarsi e nessuno avrebbe preso di buon grado l'insinuazione che qualche esterno fosse riuscito ad accedere all'archivio.

La loro presunzione avrebbe finito per accecarli e per portarli a condannarlo senza ulteriori temporeggiamenti.

L'unica cosa da fare, anche senza avere ancora le prove, era tentare di dire la verità. Esporre le notizie che aveva trovato e sperare che ci fosse qualcuno nel consiglio ancora non del tutto plagiato che fosse disposto a verificare se le sue accuse contro Frederic fossero fondate.

Daniel inspirò e alzò il mento preparandosi a parlare quando una voce lo precedette, proveniente da una persona che stava entrando in quel momento dalla porta alle loro spalle.

«Mi permetta di spiegare come sono realmente andare le cose, vice governatore.»

Daniel non aveva notato l'assenza del sottosegretario Sawyer nel suo posto al tavolo, fino a quel momento.

Le guardie si scostarono per farlo passare e Frederic assottigliò gli occhi, scrutandolo perplesso mentre la sua figura sottile avanzava, inaspettata, nella sala. Le mani perennemente avvolte da guanti scuri erano giunte dietro la schiena. Daniel si era sempre domandato perché il sottosegretario le tenesse nascoste, forse qualche incidente di cui non era a conoscenza.

«Ministro Sawyer, la aspettavamo» mormorò Baker.

«Perdoni il ritardo, ma sono stato trattenuto.»

Il vice governatore liquidò le scuse con una mano.

«Di cosa stava parlando?» chiese confuso.

«Temo di doverla informare che le azioni del ragazzo siano attribuibili, in parte, a mia responsabilità» rispose il nuovo arrivato affiancando Daniel e August e guardandoli di sfuggita. Gli occhi scuri e profondi contrastavano con i capelli completamente bianchi, tenuti lunghi e raccolti in una treccia sottile che gli finiva sulla spalla.

Rizomata - RisonanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora