Keep your friends close and your enemies closer

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Capitolo IX:

  Keep your friends close and your enemies closer – Tieniti stretto gli amici e ancora più stretto i nemici

Tylohen, settore IV, 10:58

Christal era seduta su una sedia con le rotelle e giochicchiava con la stoffa rovinata dei braccioli mentre ruotava a destra e sinistra lentamente con fare annoiato, i piedi accavallati sulla scrivania.

Era un appartamento modesto, con poca mobilia; l'ambiente era composto da un salottino con un divano scuro ed usurato, addossato alla parete difronte ad una televisione piuttosto datata; una piccola penisola che fungeva da tavolo e che separava quella zona dal piccolo angolo cottura, e la scrivania dove aveva preso posto la ragazza. Le tapparelle erano abbassate e tutta la stanza era in una penombra soffusa, solo qualche raggio di sole passava attraverso le flebili fessure di legno e si dispiegava sul pavimento creando disegni di geometrie luminose. In sottofondo, si sentivano le voci di qualche programma televisivo e lo scrosciare dell'acqua della doccia proveniente dal bagno.

La ragazza stava guardando con aria infastidita l'orologio alzando leggermente un sopracciglio scuro e sottile, quando il rumore dell'acqua si interruppe improvvisamente. Sentì un trambusto provenire dal bagno, poi la porta si aprì di scatto con un tonfo, una densa nube di vapore acqueo si librò nell'aria e una figura scura cominciò a stagliarsi all'interno della nuvola. Un ragazzo a torso nudo si faceva avanti con passo strascicato, l'unica cosa che gli copriva il fisico allenato era l'asciugamano attorcigliata attorno alla vita, i capelli dorati erano una zazzera bagnata che gli ricadeva sugli occhi. Christal era seduta esattamente di fronte la porta; il cacciatore la vide immediatamente, la scrutò per qualche secondo con faccia impassibile, senza mostrare la minima sorpresa, poi la bocca color sabbia si deformò in un sorrisetto divertito.

Lei sapeva cosa voleva dire quell'espressione: "Avevo detto che avresti cambiato idea".

Christal rimase imperturbabile, quel giochetto di provocazioni l'aveva già stufata.

Lui però, nonostante l'espressione lasciasse presagire qualche intervento spiacevole, non disse niente, prese un panno per strofinarsi i capelli bagnati e poi la guardò di nuovo.

«Posso offrirti qualcosa?» fece con disinvoltura mentre si avviava verso la cucina, si versava un bicchiere di satish e gliene porgeva un altro.

Christal si alzò in piedi e gli si piantò davanti ignorando la bibita e inchiodandolo con lo sguardo. Aveva uno strato leggero di barba di una tonalità di dorato leggermente più scura rispetto ai capelli, che ora si presentavano spettinati e ancora leggermente umidi ma con le punte tutte disordinate che aveva l'impressione gli dessero un aspetto più giovane di quanto fosse in realtà. Sul naso ancora arrossato si stagliava il taglio orizzontale che l'assassina gli aveva provocato quando gli aveva rotto il setto nasale.

Il cacciatore non distolse lo sguardo neanche un secondo, la solita espressione beffarda stampata in viso.

«Credo che dovremmo almeno presentarci, ora che dobbiamo lavorare insieme.»

«Cosa ti fa credere che abbia deciso di lavorare con te?» mormorò Christal inclinando la testa di lato e socchiudendo gli occhi per scrutarlo.

«Perché saresti venuta fino a qui solo per uccidermi o per accettare la mia proposta e, dal momento che mi sento ancora piuttosto in forma...» fece una pausa scrollando le spalle muscolose. «Deduco che sia la seconda» le disse porgendole la mano fiducioso.

Christal spostò lo sguardo dal suo viso alla sua mano. Gliela strinse con riluttanza.

«Alexander Weast» si presentò lui mentre avvolgeva con il palmo ampio quello della ragazza; Christal era in grado di dedurre molto dalla stretta di mano di una persona e la sua fu possente, sentì le sue dita esili quasi scomparire tra quelle spesse e callose di lui, ma volutamente contenuta: non stava cercando di imporre la sua forza.

Rizomata - RisonanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora