Forged by Fire - II

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Parte II:

Era una ragazza. Un viso giovane, senza un'imperfezione, labbra morbide, un naso delicato e persino una spruzzata di lentiggini.

Niente avrebbe mai fatto sospettare che la giovane potesse essere il ladro più ricercato della piana di Tylhoen, tanto che subito si domandò cosa in quel viso avesse potuto generare la reazione nel cacciatore.

Eppure gli occhi, quelli erano gli occhi di qualcuno forgiato dal fuoco.

E quello sguardo non le lasciò alcun dubbio sul fatto che fosse lei quella che stava cercando.

Trovò divertente pensare che quello stupore doveva essere lo stesso che le persone provavano nei suoi confronti e sentì un improvviso moto di affinità con quella donna sconosciuta.

«Probabilmente dovrei essere meravigliata, e invece mi sembra tutto oltremodo sensato» disse Christal.

L'aria innocente della ragazza doveva essere perfetta per passare inosservata e Christal aveva capito dal primo sguardo che i capelli a caschetto biondi erano una parrucca, probabilmente una piccola precauzione che aveva voluto adottare per quell'insolito incontro e che faceva intuire quanto la ladra dovesse essere incline all'arte del trasformismo.

Mentre la loro sfera girava, l'interno cadde di nuovo nella penombra e ora tutto ciò che riusciva a scorgere era solo una sagoma in controluce.

«Non era mia presunzione sperare di meravigliare con tanta facilità la lama della resistenza.» Udì la voce della ragazza, morbida e sicura.

Christal rimase per qualche istante in silenzio. Sentì Flare accennare un sorriso e vide la sua testa inclinarsi leggermente verso destra.

«Eppure, eccoti qui, senza parole. Credevi che non avrei scoperto il tuo piccolo segreto?» chiese con voce bassa.

A quel punto Christal si riscosse. «Oh, ci contavo invece» disse con un sospiro cercando di simulare una spensieratezza che non aveva. Immaginava che la ladra lo avrebbe scoperto solo, forse, non così in fretta. Tuttavia, per qualche motivo, la cosa la irritò molto meno di quanto avrebbe dovuto.

«Dopotutto, siete fortunati che io non lavori per il governo.»

Christal allargò le braccia con fare impotente con un sorriso divertito cercando di non pensare a quanto quell'affermazione fosse dannatamente vera. Accantonò quella questione e cercò di scrutare per qualche secondo il viso della ladra ma non riuscì a metterla bene a fuoco, nella sfera trasparente penetrava solo un fascio di luce lunare che si stagliava tra di loro come una lama. L'aria era immobile e il silenzio assoluto, si percepiva solo il lento progredire del loro abitacolo che proseguiva il suo percorso orbitale. Si voltò verso l'esterno osservando il volteggiare degli altri pianeti intorno al sole, dovevano essere capitate in Pollux, il Guardiano, poiché giravano all'unisono con un pianeta gemello dal colore blu e giallo e si avviano verso l'allineamento con Vyx, il pianeta più distante del sistema. Ancora qualche giro e Tramilor avrebbe raggiunto i compagni posizionandosi in perfetta congiunzione con Andiora e gli altre quattro pianeti, oscurando il sole e lasciandoli totalmente nelle tenebre.

«Ho sempre trovato affascinante pensare che periodicamente l'Universo senta il bisogno di ricongiungersi in un sistema così perfetto e puntuale. I pianeti girano e rigirano, le ere passano, eppure ogni quattro anni si rincontrano in questo preciso momento. Percorsi stabiliti, un solo inevitabile esito. Da un certo punto di vista, la consapevolezza di sapere che il tuo cammino ti porterà esattamente dove devi essere, non importa cosa accada...» fece una breve pausa, lo sguardo ancora perso verso lo spettacolo che si stava svolgendo all'esterno «...devo ammettere che è rassicurante.»

Rizomata - RisonanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora