Capitolo XVII

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La leggenda del filo rosso narra che ogni persona è legata indissolubilmente alla propria anima gemella grazie ad un filo.Costui non prende in considerazione la distanza,ne tanti altri criteri insensati,le due anime gemelle saranno sempre legate dal destino forse,o da una strana e profonda magia. Ogni volta che il filo sembra spezzarsi o sembra passare inconsapevolmente in secondo piano,esso comincia a tirare,a  rimettere ogni cosa al proprio posto,fin quando l'uno troverà l'altro.
Il destino però, per Ciro e Giada,sembrava giocare contro di loro, i giorni passavano e i due erano sempre più lontani.

La bionda,aveva ritrovato da poco,la tanto amata serenità con suo marito, che lo aveva sempre contraddistinto da tutti gli altri.Ciro invece,sembrava apparentemente un ricordo lontano,un ricordo bellissimo ma troppo distante da lei. Aveva capito che non avrebbe mai cambiato il suo essere,nessuno forse ci sarebbe riuscito e si sa,quelli come lui sono anime libere,selvagge,che nemmeno quattro mura e delle sbarre,avrebbero potuto bloccare.

"Che mi sta succedendo?"
Uno,due,tre profondi respiri,subito dopo il buio,e poi dinuovo la luce.

"Massimo"
La voce strozzata,il fiato corto e la paura di morire nel petto,il giovane Ricci era lì,disteso sul pavimento,bloccato dalla sua malattia,che tentava disperatamente di chiamare aiuto. Ma era solo,nemmeno il medico che controllava la sequenza della sua malattia era presente,per qualche assurdo motivo quel giorno tardò di qualche ora.
Il suo corpo,ormai stava lentamente sprofondando in un abisso,da cui non avrebbe più fatto ritorno,se non salvato in tempo,ma la testardaggine del ragazzo avrebbe preferito di gran lunga morire che subire tutte quelle infernali cure. Non riusciva a trovare uno spiffero,un qualcosa che lo salvasse,la sua vita era andata in frantumi  i suoi affari persi,la donna che egli amava aveva sposato,per assurdo,suo fratello.

*qualche ora dopo*

"Oh Piè,scet't. "
Quella stessa notte,qualcuno,diede la tanto attesa soffiata a don Salvatore,che in lungo e in largo,da un mese,aveva cercato suo figlio.

"Che sta succedendo?"
Il maggiore dei Ricci,si precipitò di corsa nella cosiddetta "stanza degli affari" di famiglia,dove suo padre e altri uomini discutevano sul da farsi.

"L'hanno trovato."

"Over faij papà?"
Gli occhi di Pietro si riempirono di felicità,di gioia e speranza,una speranza che stava lentamente iniziando a svanire nelle sua famiglia che da un po di tempo a questa parte aveva smesso di credere che Ciro sarebbe ritornato da loro.
Senza proferire più alcuna parole,e con un solo cenno col capo,Salvatore fece uscire tutti dall'enorme stanza,il ragazzo doveva sapere la verità,tutti dovevano saperla,anche Giada,ma a quello,l'uomo avvrebbe pensato più tardi.

"C'è na cos ca è sapè,Piè."
Sospirò,passandosi una mano sul capo,prima di parlare. "Tuo fratello è malato,ha il cancro."

Quelle parole pungenti ma dirette vennero percepite inverosimili da Pietro,che a stento crebbe a ciò.

"Nun è over,è sul na scus chest. È n'at o motiv ra fuga soij!" (Non è vero,è solo una scusa. È un altro il motivo della sua fuga).

"Vir ca"

Chi aveva fatto la soffiata alla famiglia Ricci,fornì loro non solo delle informazioni,come l'indirizzo della sua nuova casa o del malore di quella stessa notte,bensì tutte le certificazioni che testimoniavano la presenza di questa malattia.

"Chi ta ditt? Pcche nun cia ditt?" (Chi te l'ha detto? Perché lui non c'e l'ha detto?)

"Non so perché non ha detto nulla,ma chi mi ha fornito le informazioni è un mio vecchio amico,è una persona di cui si può fidare."

"Don Salvatò,permette? L'aereo è partito,sta arrivando"

.......

Spazio autrice
Chi sarà secondo voi la persona che ha fornito le informazioni a Don Salvatore? A voi i commenti!!❤

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