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[JUN'S POV]

Torno al mio letto mosso da non so quale forza suprema. 

Cosa è appena successo?

Sento un suono provenire dagli altoparlanti, tipo quello delle slot machine e mi volto verso il grande schermo posto sopra la porta d'entrata della nostra stanza. 

I numeri scorrono velocissimi, da 500 a 287. 

Sono i numeri dei partecipanti. Hanno ucciso 213 persone. 

Duecento tredici persone. Sono morte. Per un gioco. Per soldi. 

La vita di quelle persone è finita solo perché hanno firmato uno stupido contratto. 

Io ho firmato uno stupido contratto. 

E se non fosse stato per quel ragazzo ora anche io sarei una di quelle 213 persone. 

Ma che cazzo? E' da pazzi! Chi diamine permette ad un'associazione di fare una cosa simile? 

E' tutto talmente ben organizzato che sembra esistere da anni, ma com'è possibile che un atrocità del genere vada avanti sotto gli occhi di tutti? 

Mi viene in mente il video di quell'uomo che urlava di come aveva fatto fortuna vincendo a questo gioco, giusto un attimo prima di essere portato via dai poliziotti. 

I poliziotti sapevano di cosa stava parlando? O credevano solo fosse completamente pazzo?

Cazzo, non ha senso non ha senso. 

Degli uomini vestiti di rosso entrano nella stanza e la gente inizia ad impazzire. 

C'è chi che li insulta, chi li implora di lasciarli andare a casa, chi cerca di scagliarsi contro di loro ma viene trattenuta. 

'La prima regola dice: I giocatori non possono rifiutarsi di partecipare al gioco1 dice uno dei soldati vestiti di rosso, ma ciò non basta a fermare la massa di gente che si dispera. 

Io non so perché sono così calmo. 

Mi guardo attorno e vedo il ragazzo che prima mi ha aiutato: sta in piedi appoggiato ad un letto, i suoi occhi sono vuoti mentre guarda verso il basso. 

Sento un colpo di pistola e una specie di flashback mi torna agli occhi. 

Prima in quel campo così è morta una bambina, proprio davanti a me. Assomigliava spaventosamente a mio fratello. 

'Regola numero due: se un giocatore si rifiuta di giocare, verrà eliminato' dice lo stesso soldato di prima. 

Ha sparato in aria, fortunatamente. 

Mi sento in trappola. 

Sento una voce provenire dalla folla. 

'Regola numero 3: se la maggioranza decide di fermarsi, il gioco può essere interrotto' dice. 

Mi volto a osservare il proprietario di quella voce così calma e profonda. E' un ragazzo, chiaramente più giovane di me e dai tratti occidentali. 

Sta fermo con le mani in tasca e uno sguardo neutro, apparentemente calmissimo. 

Il soldato è costretto ad annuire. 

'E allora andremo a votazione, se la maggioranza decide di lasciare il gioco, non possiamo che accettare' dice. 

Fa poi segno a due soldati dietro di lui e questi se ne vanno. 

'Prima di tenere la votazione però, lasciate che annunci il montepremi del gioco' dice con un gesto plateale.

𝐒𝐞𝐯𝐞𝐧𝐭𝐞𝐞𝐧'𝐬 𝐆𝐚𝐦𝐞 // ѕєνєηтєєηDove le storie prendono vita. Scoprilo ora