34. Serena, Carola e Lola

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Le ringraziai più volte, cercando anche di pulire qualcosa al loro posto per ricambiare, ma nulla, non mi facevano proprio muovere.

Lo leggevo dai loro occhi che erano preoccupate e stavano cercando di tutelarmi il più possibile, ma io mi sentii tremendamente in colpa per stare al centro dell'attenzione.

Non mi era mai piaciuto starci per i miei problemi, piuttosto preferivo starci per dimostrare le mie potenzialità.

<<grazie>> sussurrai per la millesima volta.

<<non devi ringraziarci Lola, siamo amiche e quando c'è un problema saremo le prime disposte ad aiutarti o anche semplicemente a starti accanto>> affermò Carola.

<<però dicci quello che ti succede e non mantenerci all'oscuro di tutto>> continuò Serena.

<<ho sempre avuto paura di parlarne. Molte persone dopo averlo saputo si sono allontanate e quindi tutto questo mi ha portato a chiudermi e ad essere completamente terrorizzata dal chiedere aiuto>> spiegai a testa bassa.

<<beh con noi questi problemi non devi farteli, non ti lasceremo sola, non l'avremmo fatto prima e non lo faremo neanche ora>> rispose la riccia.

<<solo...non fate tutto questo per me. Cioè io apprezzo, ma non voglio che stiate in pensiero per me oppure che non mi facciate far nulla a causa di questi miei problemi>> replicai.

<<d'accordo, ma se vediamo qualcosa di sbagliato entriamo all'azione>> affermò Carola.

<<va bene>> mi limitai a dire, sorridendo timidamente alle due ballerine, che in cambio mi abbracciarono.

<<ehy Lola>> mi salutò Alex.

<<ciao Ale>> replicai.

Eravamo nei corridoi degli studios, ed avevamo appena finito le prime tre ore di lezione che adesso seguivano un'ora di buca.

<<ho cantato la mia canzone>> affermò.

<<come ti è venuta?>> chiesi, sorridendogli teneramente.

<<bene, anche se avrei bisogno di un altro parere esterno, oltre a quello della mia coach>> rispose.

<<vuoi farmela sentire?>> domandai.

<<si...se a te va bene, vorrei che la sentissi>> replicò.

<<beh allora che aspettiamo, andiamo in una sala e sentiamo un po' come la canti>> commentai e così facemmo.

Entrammo in una delle sale di canto libera e lui iniziò a provare.

<<i brividi Ale, davvero>> dissi una volta che ebbe finito. Ero sincera, lo ero sempre, ma sta volta ancor di più. Ogni volta che Alex apriva bocca mille emozioni mi percorrevano la schiena, facendomi quasi scoppiare a piangere. Era molto bravo, forse il più bravo.

<<è anche merito tuo se faccio questo effetto>> affermò venendomi incontro e avvolgendo le sue mani attorno alla mia schiena.

<<non è vero, è solo tuo il merito>> risposi, poggiando le mani sul suo petto.

<<no, sei stata tu ad aiutarmi a migliorare il testo, quindi sei stata sempre tu a valorizzare di più il significato>> replicò.

<<sei tu che gli dai molta più importanza cantandola>> commentai.

<<questo si, però non puoi non prenderti la metà del merito di questa canzone>> affermò.

<<e invece posso e lo sto facendo>> dissi con un sorriso provocatorio in volto.

MerakiWhere stories live. Discover now