45. The Unequal Struggle

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"Non devo crederlo, lo vedo" mi ascolto dire, quasi con tono di scherno. "Lei ti guarda come se avessi messo le stelle in cielo. Ma il modo in cui la guardi tu, Churchill... è ridicolo"

Gli lancio una breve occhiata, a testa alta e con il cuore in gola.

Il suo viso risplende nel chiarore tenue dei lampioni e, seppur teso dall'ira, è bello e pieno di passione.

Questo splendore, questa luce indomabile che lo fa sfolgorare come una stella morente: non posso permettere che si spenga.

"Io so che i tuoi occhi sanno fare di meglio" sussurro, più quietamente. "Lo ho visto. Lo vedo

Accenna un sorriso, più triste che sarcastico.

"Tu non mi conosci" mormora, così vicino che le sue parole sembrano soffiarmi sotto pelle.

Mi lascio sfuggire una risata tanto stanca quanto inopportuna.

"Non è vero" lo contraddico, senza esitare. "Io ti conosco, Churchill. E bene"

E lui ride, a sua volta, scuotendo la testa.

"Mi dispiace, ragazzino" commenta, con crudele semplicità. "Ma noi due siamo mondi diversi"

Le sue parole, seppur intese per ferire, non fanno che strapparmi un sorriso soddisfatto.

Churchill lo intercetta in un istante.

"Che c'è?" chiede, irritato.

"È solo che sapevo avresti risposto così" ammetto, divertito. "E questo non fa che provare ulteriormente il mio punto"

Sbuffa, sforzandosi di apparire indifferente e addirittura annoiato.

I suoi occhi, però, bruciano ancora nei miei.

"Il fatto che tu mi conosca- e non sto dicendo che sia così" chiarisce, rifilandomi un'occhiata ammonitoria al primo accenno di sorriso. "Non mi costringe a vivere la vita che tu immagini per me"

"Io ti voglio felice" confesso, a bassa voce. "E se tu lo fossi, la questione sarebbe chiusa. Ma in mezzo a tutte queste- queste maschere da palcoscenico, questi fantocci, tu sei sempre stato l'unica cosa a sembrarmi reale"

Prendo fiato; solo una scusa per studiare la sua espressione, per essere certo che mi stia ascoltando davvero.

Churchill non mi interrompe, non cerca di intervenire: il suo modo di dimostrarsi interessato senza doverlo ammettere ad alta voce.

È il massimo che ha intenzione di concedermi, e mi basta.

"Tu sei sempre stato bello, ai miei occhi. E più di tutto, eri reale" proseguo, con lentezza. Ogni parola mi costa fatica. "E ora ti guardo, seduto accanto a lei, e sei sempre bello, ma in un modo così noioso e costruito che vorrei afferrarti per le spalle e scuoterti"

"Tu vuoi che io sia così" mormora Churchill, mentre ancora una volta i suoi occhi sembrano spegnersi. "Lo vogliono tutti. Mi vogliono eccentrico, ribelle e sempre con la risposta pronta. È difficile tenere il passo"

"Ma tu sei così" ribatto, esasperato. "Sei tutte queste cose. Non devi tenere il passo, perché quel passo è il tuo. Ti ho visto in tutti i modi, Churchill. Ti ho visto dare spettacolo e ti ho visto quando avresti voluto scomparire. E mai, neanche per un istante, ti ho trovato noioso, o ordinario. Fino ad ora"

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonWhere stories live. Discover now