37) anime dannate.

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Sblocco la porta,girando la chiave verso sinistra. La tiro, afferrandola da sotto il braccio. Si attacca quasi subito ai miei muscoli, abbassando la testa per non farsi quasi riconoscere in giro da nessuno. Appiccica la testa sull'incastro del mio braccio, mentre che i miei uomini si affiancano alle nostre schiene per seguirci. Volgo il mio sguardo da tutte le parti del locale, osservando per bene che nessuno si metta ad ostacolare il nostro cammino verso l’esterno. Usciamo dalla stanza principale, dove la folla si riunisce ai lati della strada per osservare la piccola Rebecca che si aggrappa a me in definitiva. Le aprono lo sportello dell’auto, lei entra subito inserendo prima il tacco dello stivale e dopo il suo piccolo corpicino  stretto.
Un numero enorme di persone si pose davanti ai finestrini, battendo con le mani sul vetro e gridando il mio cognome. L’auto parte, Dio, finalmente.

Mi volto verso Rebecca, è alquanto sconcertata e spaventata allo stesso tempo. Resta in silenzio, senza sussultare parola. Come se tutto quello che è successo, non fosse realmente accaduto.
La scopata nel bagno, Rita Skeeter, La folla assetata di fame e tutto il resto. Si stringe le braccia, spostando una ciocca di capelli dalla sua fronte. Sbottono il bottone più in alto della camicia, respirando. Il buio e la luce si fondono, vedendo il nostro riflesso scomparire tra lo stacco della luce e le tenebre dei lampioni, lasciando confusione ai nostri occhi.
Sento le pupille bruciare, probabilmente la stanchezza e la spossatezza della situazione. Forse dovrei riposare, come anche Rebecca ne avrebbe strettamente bisogno.

Guardo in avanti, la strada appare sempre più familiare ai miei occhi, temo che siamo quasi arrivati a Villa Malfoy. Mi volto per la millesima volta verso Rebecca, non riesco a smettere di guardarla neanche per un secondo. I suoi occhi sembrano cedere ogni secondo che passa, credo che stia per crollare da un momento all’altro.
Avvisto Malfoy manor, la visuale del castello si gode subito non appena l’auto passa attraverso il castello nero. Afferro la mano gelida di Rebecca, accarezzando il suo volto per svegliarla dolcemente.
-’Piccola siamo arrivati’ Ribatto passando le dita sulle sue guance rosse. Apre un occhio e socchiude le labbra, prendendo un grosso respiro. Si volta verso di me e mi osserva, con quegli occhioni celesti che mandano tutto il mio corpo in corto circuito.

-’Che è successo?’ sussurra appoggiando la testa sulla mia spalla.
-’Oh piccola-’ sibilo. Quanta tenerezza che questa piccola ragazza mi fa, quanto amore io stia provando in questo momento verso lei. Vorrei baciarla, stringerla, accarezzare i suoi morbidissimi capelli tutta la sera se necessita. Le porgo un bacio sulla fronte, lei incastra il suo naso tra la mia spalla e il mio collo, cercando tanti di quei baci che solo lei conosce. La bacio ancora, ancora, ancora e ancora.
-’Draco!’ sussurra con un filo di voce.
-’Dimmi’
-’Voglio andare a letto e voglio fare l’amore con te’ bisbiglia al mio orecchio. Sa bene il cazzo di effetto che mi fa quando dice questo tipo di cose, sa bene che quando è lei a prendere l’iniziativa io impazzisco completamente.
-’Tutto quello che vuoi dolcezza’ le rispondo. Un cocchiere spalanca lo sportello, porgendo la sua mano sulle nocche di Rebecca, per alzarla. Si aggrappa a lui, mentre io esco dalla macchina per raggiungere lei.
-’Ci penso io adesso a lei’ Ribatto strappandola dalle grinfie del cocchiere, per poi farla attaccare al mio corpo.

La porto delle scale dietro, per evitare qualsiasi contatto con mio padre, per essere sicuri che nessuno di loro ci disturbi.
-’Draco aspetta!’ sibila fermandosi di colpo. Si slaccia gli stivali, camminando a piedi nudi sulle scale. Tiene i tacchi tra le mani, per poi attaccarsi di nuovo a me e salire insieme. Saliamo gradino per gradino, centimetro per centimetro. Il lampione situato sul tetto illumina la via, che ci fa capire di essere quasi arrivati alla nostra direzione.
La notte è quasi incantata, magica si direbbe. Le tenebre sono quasi forgiate dalle nuvole bianche che sfumano la tela su cui dipingere il cielo stellato.
Tutto appare perfetto, ogni singola piccolezza illumina il nostro vago cammino, mentre le paranoie nella testa di Rebecca cominciano a farsi sentire per l’alcol che è arrivato alla testa.

𝓞 𝓹 𝓹 𝓻 𝓮 𝓼 𝓼 𝓲 𝓿 𝓮Onde as histórias ganham vida. Descobre agora