29) dolce nostalgia.

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Adrian mi tiene stretta a lui, facendo scendere la sua mano di poco a poco sul mio fondoschiena.
Tento di non fiatare, fingendo di non accorgermene. Il fiato mi si taglia, quasi da spezzarlo. Dovrei dire qualcosa? stare zitta? magari non lo fa apposta...
Sollevo la punta del naso, leccandomi le labbra asciutte come la sabbia del deserto.
La sua mano raggiunge il sottocoscia, strusciando sulla pelle del mio clitoride.

Panico. sospiro di colpo.

-'A-adrian...' taglio corto.
Si volta a guardarmi, osservandomi dall'alto. Posso vedere i suoi occhi delusi e sconcertati,quasi feriti. Mi sento così...in colpa per tutto. Abbasso gli occhi, tentando di capire la sua prossima mossa.
-'Sei così bella, così fottutamente bella Rebecca' non resiste, mi bacia di scatto. Sento le sue calde labbra premere contro le mie, scaldandole pian piano che si atteggiano sopra. Quel calore che tengono le labbra cariche e colme di dolore, quelle labbra che desidererebbero essere accarezzate da una bocca pura, una pelle magica. Posso sentire quella sua voglia, quel suo bisogno di chiedere pietà per la sua anima e aiuto per il suo cuore, rotto e rovinato dal tempo e dal senso di colpa che tiene.

Mi Scanso, tirando la mia testa all'indietro.
-'Sei così bella, sei di una bellezza formidabile' sussurra. Fa per baciarmi di nuovo, appiccicando il mio seno al suo petto.
-'Ti voglio così tanto accanto a me che potrei morire'. Le sue labbra lasciano cadere le calde parole che cita, restando con un tono di voce come un piccolo bisbiglio.
I suoi occhioni verdi risplendono nella magica nottata oscura, prendendo il colore dello Smeraldo. Mi concentro sul restare lucida e sicura di quello che voglio, non posso. Devo rimanere asciutta, la mia testa deve smettere di pulsare e di sentir dolore ogni volta che qualcosa va storto.
Una spinta arriva ai miei fianchi, mandando il mio corpo in centro al corridoio.
-'Porca puttana lo sapevo!' sbraitano.
Mi volto di scatto, i miei capelli si sollevano dalle spalle di colpo, staccandosi dal mio corpo.
-'Draco!' grida la mia voce. Si avventa sul corpo di Adrian, afferrando la sua camicia bianca.
Si spingono, dandosi spintoni l'uno contro l'altro. Mi getto addosso a loro, tentando di dividerli.
-'Draco fermati ti prego' ansimo afferrando le sue mani. Tento di staccare le sue dita dalla camicia di Adrian, tirando verso destra.
Si volta a guardarmi, ha un aspetto orribile.
Il suo sguardo mi fulmina completamente, è furioso.
-'Vattene da qui' taglia corto. Mi spinge con la spalla, allontanandomi dal punto.
Non guarda in faccia a nessuno, neanche la mia. La sua rabbia arriva agli estremi, non riesce ad incrociare i miei occhi con i suoi, tenendo la tua testa alzata e mirata verso la testa di Adrian. Povero ragazzo, potrebbe essere l'ultimo giorno che Pucey esali l'ultimo suo respiro.

È talmente arrabbiato che sta scoppiando, sta scaraventando tutta la sua ora addosso ad Adrian.
Mi prende il panico, non ho la minima idea di come fermarli. Mi tappo le orecchie, afferrando i miei capelli di botto.
-'BASTA!' sbraito esalando l'ultimo respiro che ho in petto.
Dio mio, mi hanno sentito.
Si fermano, si stanno fermando. Che sollievo.
Mi incammino per andarmene, indietreggiando a passi cauti.
-'Ma non vedete quanti siete bambini! litigate per tutto quello che cazzo succede! non ci sopporto più e lo giuro! mi avete stancata TUTTI VOI!' sbraito tentando di combinare le prime parole che mi vengono in mente.
Rimangono fermi, immobili a guardarmi senza distogliere gli occhi da me, imbarazzati e senza controllo l'uno sull'altro.

Devo raggiungere soltanto la mia stanza, voglio andarmene da tutti loro.
-'Rebecca ferma!' sento gridare alle mie spalle: non oso fermarmi.
Apro di botto la porta della mia stanza, entrando.
-'Dove cazzo siete stati?' ribatte la voce profonda di Tom nella piccola luce della bajour.
-'Madama Chips ha preferito controllarmi con maggior attenzione' mento.
Avanzo verso di lui, tenendo una mano sopra la costola dolorante.
Resta ad osservarmi, ha capito benissimo che qualcosa non va.
-'Dove sono Adrian e Malfoy piccola?' domanda appoggiando il piatto in porcellana sulla scrivania.
Non rispondo, non so cosa potrei dire.
Qualcuno bussa forte alla porta, talmente forte da farci sobbalzare.
-'Tom non aprire!' taglio corto. Tom non sembra ascoltarmi, dio che odio quando fa di testa sua.
-'THOMAS MARVOLO RIDDLE, NON APRIRE QUELLA DANNATA PORTA!' scoppio grattando le unghie fulka mia pelle, quasi da strapparla.
Sento la voce di Draco chiamarmi per più volte, finché non entra.

𝓞 𝓹 𝓹 𝓻 𝓮 𝓼 𝓼 𝓲 𝓿 𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora