30. Nuovo inizio

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Garvin si sporse e allungò il collo per vedere oltre la spalla di Marco.
"Sei un'inguaribile pettegola..." borbottò il calciatore prendendo il suo caffè da sorseggiare.
Garvin non gli dette particolare attenzione era troppo impegnato a cercare ci capire cosa potessero dirsi il suo amico e il misterioso uomo che pareva una copia sputata del soldato scomparso. Voleva essere felice per il suo amico per quella scoperta e vedeva il filo rosso che riusciva a vedere, un filo magico che si avvinghiava attorno ai due ragazzi, ma malgrado la somiglianza non era Cáel, o almeno Garvin non ne era del tutto certo.

"Sei stato carino a dedicargli il programma..."
Garvin rise di quella punta di gelosia che percepì nella voce dell'amato e scosse la testa.
"Non è lui l'angelo caduto... Durante il periodo al castello ho vissuto un'esperienza soprannaturale, ho visto un'anima cadere infinite volte, soffrire ma comunque scegliere l'oblio per amore. Tutto questo mi ha ispirato e così è nato l'angelo caduto..."

Era per l'amico, ma anche per un soldato perso nel tempo, per chiedergli scusa di aver dubitato del suo cuore, per aver aiutato una persona spregevole a cancellarlo dal mondo.
La sua possibilità di redenzione era davvero seduta poco più avanti?
Marco allungò la mano verso quella di Garvin "Non posso capire completamente questa storia ma, sono grato e sempre lo sarò a chi ti ha restituito l'ispirazione e ti ha portato a creare qualcosa di così meraviglioso"

...

Émer sorseggiò il caffè mentre l'altro lo osservava. "Ti occupi della sicurezza..."
L'altro annuì appoggiando la sua tazza.
Si sentiva a disagio, con Cáel non gli era mai successo, ma le loro anime si erano sfiorate mentre l'uomo che aveva davanti era un mistero.
"Ho l'impressione di averti già visto..."
Émer puntò lo sguardo sulla sua mano, non riusciva più a vedere il filo che li univa e si chiedeva se potesse essere scomparso.
"Mi avrai visto alle gare del mio amico, vengo da sempre..." bofonchiò Émer un po' scoraggiato. Aveva dei ricordi di un'anima che voleva riconoscere in Cam, ma come poteva?
"No... Credo di averti sognato poco tempo fa, so che ti sembrerà assurdo... Ma sono sicuro che fossi tu, stavo cadendo e... Tu mi afferravi. Ha un senso per te?"
Émer sorrise incredulo "No ha... Senso..."
Cam si scostò i capelli dal viso. "Ti ringrazio, temevo che mi credessi un pazzo..."
"Come potrei?" sospirò Émer sollevando lo sguardo. I grandi occhi scuri di Cam lo osservavano. Forse c'era davvero una parte del suo spettro in lui, ma adesso era con Cam, voleva conoscerlo, sentiva che si era aperto, forse avrebbe potuto fare lo stesso.
Aveva visto una versione di loro assieme, magari poteva essere il loro futuro, voleva crederci.




#WritOber2021 #fanwriterit Day30. Soulmate

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