3. Cáel

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2 aprile 1917, 18 anni prima...

"Io me ne vado, non ce la faccio" Cáel sentì la sua voce uscirgli di violenza dalla bocca.
Aveva vomitato quella frase con esasperazione. Voleva dare l'impressione di essere calmo, controllato ma il cuore gli esplodeva in petto.
"Ok vai..."
La voce Fraech lo colpì come un pugno, oscillò e strinse il pugno. Il dolore sparì rapido come era arrivato assieme alla consapevolezza di essere nuovamente e profondamente solo.
Era ancora un ragazzino allampanato a cui nessuno pensava, di cui nessuno si preoccupava e che tutti si lasciavano alle spalle.
"Vai, sei bravissimo a pensare solo a te stesso... Vattene!"
Cáel apri e chiuse la bocca diviso tra furia e il dilaniante dolore. Voleva supplicarlo di restare con lui, di seguirlo. Che quello prole lo ferivano, che il suo cuore stesse sanguinando dilaniato da quel suo disinteresse. Avrebbe voluto davvero implorarlo di seguirlo invece si stampò la maschera del sorriso e mentì, gli era sempre venuto naturale. Era la sola cosa che lo avesse protetto in tutti quegli anni, fingersi indifferente. Mostrando quella corazza che consentiva agli altri di definirlo uno stronzo egoista. Per un breve periodo aveva sperato che a qualcuno importasse della sua vita, di avere una famiglia e poi ogni cosa era andato in pezzi. Morte e dolore erano tornati come vecchi amici.

"Mi berrò una birra alla tua salute..."
Fraech annuì, con un'indecifrabile espressione stampata in viso, poi gli dette le spalle allontanandosi a passo lento.

Voltati, maledizione chiamami. Prendimi a pungi e obbligami a restare con te... Qualsiasi cosa ma non mi abbandonare anche tu...

Il cuore di Cáel stava urlando ma la sua bocca rimase cristallizzata in un grido silente, mentre quello che per anni aveva definito il suo migliore amico se ne andava.
"Red, hai perso il padrone... Sta attento i cani rabbiosi come te finiscono un unico modo, vengono soppressi..."
La voce del suo superiore lo raggiunse, Cáel strinse i pugni, sentiva il respiro dell'altro solleticargli il collo.
Era solo... Che importava che strada avesse scelto di intraprendere?
"Ho cambiato idea, accetto la proposta"
L'uomo alle sue spalle si allontanò il panno insanguinato dal volto e sorrise soddisfatto.
"Forse non sei completamente stupido..."


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9 aprile 1917

Il colpo gli sembrò un rumore lontano, Cáel si sfiorò il petto dove una macchia rossa si allargava inzuppando la stoffa. Si sentiva quasi estraneo al suo corpo.
Ripensò alla voce del suo capitano, se avesse rifiutato, se si fosse voltato andandosene come aveva affermato di fare. Se si fosse davvero riunito alla sua vecchia unità... Aveva creduto davvero che non gli importasse di vivere o morire ma ora che percepiva le dita della morte serrarglisi addosso ne aveva paura.
"No..." gemette oscillando verso l'abisso. Stava precipitando mentre l'oscurità lo assorbiva.
Si allungò lottando per rubare ogni respiro. Era solo... Nessuno o avrebbe cercato e pianto.
Di certo non Fraech, la sola persona che era riuscito a illuderlo veramente.
Le sue dita incontrarono un volto caldo, umido. Che fosse il ragazzino dagli occhi nocciola?

Avrebbe dovuto ucciderlo quando ne aveva avuto l'occasione, perché aveva esitato?
Stupido idiota...
Quel barlume di umanità gli era costata la vita, così sarebbe rimasto bloccato in quel sonno di morte all'ombra di un rudere, nel gelido eterno silenzio della solitudine.


Adesso

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Adesso...

Cáel si svegliò, era sempre in quel dannato piazzale, il mondo continuava ad invecchiargli accanto mentre lui se ne restava mortalmente immobile.
I giorni si confondevano tra loro, si alzava e iniziava a camminare finché quel colpo lo trafiggeva di nuovo alle spalle. Sentiva lo sguardo del suo assassino, svanire nel tempo prima di precipitare di nuovo verso l'oscurità.
Avanzò verso il suo personale baratro ma stavolta qualcuno lo attendeva.
Un uomo aveva corti capelli castani, due fossette appena accennate in quel volto familiare.
Ma quegli occhi dorati erano gli stessi, poteva intravedere quel ragazzino in quello sguardo.
"Perché... Perché sei ancora qua?"
E questa volta il vivente lo guardò, l'uomo lo sentì. Ma Cáel stava di nuovo scivolando verso la morte, il colpo lo trafisse di nuovo e lui cadde.
Attraversando il vivente lo percepì, compassione, stava soffrendo per lui?
Poi l'oscurità lo afferrò ancora una volta.



#WritOber2021 #fanwriterit Day 03 - Angst

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