6. Eat Me!

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Quando le labbra di Cáel premettero con forza contro le sue labbra spingendolo contro il muro, insinuandosi con decisione, Émer non sentì freddo, ne disagio, malgrado quelle mani strette ancora contro il suo collo ma solo la sua opprimente necessità di contatto, di nutrirsi della sua vita attraverso la sua bocca, approfondendo divorandolo famelico. Per qualche miracolo o delirante follia poteva percepire il suo corpo, la sua pelle, la sua lingua. Tangibili come quella rabbia che gli bruciava in petto.
Émer aveva ancora impresso le sensazioni della visione e si disse cha avrebbe dovuto allontanarlo ma quando posò le sue mani sulla nuca dello spettro si sentì attrarre sempre di più, come quando scivolava nei suoi ricordi.
Precipitavano nel passato, tra un'ora e l'altra, tra due vite improvvisamente legate tra loro.
Le mani di Cáel si insinuarono nella maglia, cercando di rubarne il calore.

Quando Émer si ritrovò sdraiato nel suo letto a braccia aperte, il suo cervello confuso e inebriato dal piacere non riusciva a mettere a fuoco nient'altro se non la gamba dell'altro premuta contro il proprio inguine.
Quando lo afferrò per i fianchi avrebbe voluto allontanarlo ma si sorprese ad aggrapparcisi.

Questo è un sogno... Si ripeteva slacciando il primo bottone.
Vi era un desiderio tangibile tra le sue mani, un corpo sempre più caldo, e forse voleva solo scacciare quelle sgradevoli sensazioni, la visione di quell'uomo, di quel furto.

Cáel gemeva aggrappandosi al polso sinistro di Émer, trattenuto sopra le loro teste.
Assecondando i movimenti della mano di Émer, lasciando oscillare il bacino, mentre il suo corpo reagiva restituendo passione, scacciando la rabbia. Con sempre più bisogno di lasciare il suo marchio su quell'uomo dagli occhi dorati, che era stato un ragazzino spaventato, che aveva condivido con lui l'anima e la morte, a cui senza accorgersene stava rubando la vita.

Le labbra di Cáel sfiorarono il collo dell'altro e si paralizzò. Il cuore di Émer si stava fermando, debole, un battito a malapena percepibile.
Si allontanò e rimase ad osservarlo. Più il suo corpo tornava tra le ombre più quello di Émer prendeva colore e il suo respiro si rafforzava. Il suo desiderio lo stava trascinando tra le ombre, Cáel comprese che se fosse arrivato fino in fondo quel ragazzo sarebbe morto e provò orrore. Non si era mai considerato un ladro, nonostante avesse sempre percepito molti vuoti dentro di sé, prima ancora di morire. Ma non avrebbe mai voluto vivere, nemmeno un secondo nutrendosi di un'altra anima. Non era come quella bestia che l'aveva cresciuto, non prendeva ciò che non era suo.

Scivolava all'indietro, cadeva nel suo passato e nei suoi incubi e si ritrovò con la mazza insanguinata, davanti al corpo senza vita di Alan, i suoi capelli grigi macchiati di purpureo sangue. Lo aveva ucciso assieme a Fraech ma una parte di quell'uomo gli era sempre rimasta incollata addosso, anche nella morte, era parte di lui ormai. Ansimando chiuse gli occhi e si ritrovò di nuovo davanti a quel baratro, il suo ciclo di morte era ripreso. Udì lo sparo, intravide l'eco del suo assassino alle sue spalle. Sul suo petto si allargava la macchia di sangue. Non poteva sfuggine al suo personale inferno, non senza ferire, derubando un vivente della sua energia vitale. Chiuse gli occhi e le mani di Alan gli si serrarono nuovamente attorno alla gola prima di di scivolare di nuovo oltre la soglia.

...

Émer si svegliò, era seminudo abbandonato nel suo letto. Si sollevò guardandosi attorno, dello spettro non vi era traccia.
Era davvero successo? Aveva quasi fatto sesso con uno spettro?
Come poteva averlo toccato, come poteva aver sentito davvero il suo corpo. Che il suo desiderio fosse stato così intenso da rendere vana la morte stessa? Oppure qualcosa li aveva inspiegabilmente legati quel fatidico giorno?


Émer invocò il suo nome, si sorprese su quanto la sua voce gli risuonasse come una supplica. Poco prima che lo baciasse aveva visto rabbia e disperazione in quegli occhi scuri.
Lo chiamò ancora, ma la sua voce si perse nel vuoto, lo spettro era scomparso.






#WritOber2021 #fanwriterit Day 06 - PWP - (fandom slang) Initialism of porn without plot. A piece of erotic fanfiction with little regard to characterization or plot.

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