Everything I Wish for You...

10. Memories

"Finalmente..."
La voce di Garvin lo fece sobbalzare, Émer si voltò verso la porta. Si era seduto in una stanza vuota e aveva iniziato ad osservare un muto bianco sperando di avere una risposta ai suoi dubbi.
Il suo soldato, il suo spettro era sparito di nuovo. Forse aveva esagerato e lo aveva spaventato. Quel pensiero gli appariva dannatamente stupido eppure di fatto, Cáel era scomparso.
Garvin si sedette accanto a lui e prima che potesse chiedergli qualsiasi cosa Émer ruppe il silenzio. "Mi sono innamorato di un ragazzo... Ci siamo visti spesso in questi giorni. Questo rapporto mi confonde e... Non so mai come comportarmi con lui. Credo sempre di sbagliare, di fargli male pensando di fare una cosa giusta..."
Garvin lo osservava in silenzio, la sua espressione non era molto sorpresa.
"Per questo siamo in questo posto vero? Speravi di poterlo incontrare?"
Émer annuì trattenendo il respiro. Era sulla soglia, avrebbe potuto dirgli la verità e rischiare di essere preso per pazzo. Oppure mentirgli spudoratamente e spezzare la loro amicizia per sempre. Garvin lo osservava in attesa, il suo sguardo voleva una conferma, Émer prese coraggio e aprì la bocca. La verità era la sola strada.
Il cellulare dell'amico squillò e Garvin sbuffando si apprestò a rispondere.

Émer si sfiorò il mignolo, l'anello che vi portava era diventato fastidioso.
Afferrò il bottone, ma sembrava che nonostante il richiamo lo spettro non volesse mostrarsi.
"Non pensavo che il mio desiderio di salvarti potesse ferirti... Non avevo pensato a cosa questo avrebbe comportato per noi volevo... Solo salvarti..."
E sue parole si dispersero nell'aria, non gli arrivò nessuna risposta, l'anima rimaneva silenziosa.

Garvin gli picchiettò sulla spalla "Dovremmo confrontarci più tardi, una piccola sorpresa ci attende. Il nostro datore di lavoro è qua per passare assieme a noi, nel suo meraviglioso castello, è qua per conoscerci... O meglio, conoscere te, pare"
Émer afferrò la mano che l'amico gli portava e si sollevò da terra.

Un uomo li attendeva nel cortile, Émer era pronta a sorridere e presentarsi quando si soprese nel riconoscere quel volto. Un naso imponente, un sorriso spigoloso e uno sguardo pungente. I capelli scuri screziati di grigio, qualche nuova ruga, ma Émer lo riconobbe dai ricordi di Cáel.
Quando gli strinse la mano percepì una strana scarica, gelosia? Quell'uomo era stato legato a Cáel, lo conosceva molto meglio di quanto forse lui avrebbe mai potuto fare. Quando gli aveva voltato le spalle aveva sentito il suo cuore sanguinare di dolore. Detestava quel senso.
Lui aveva potuto toccarlo senza rischiare di morire, da lui Cáel non si sarebbe mai davvero allontanato.
"Mi presento, Fraech Murray, finalmente possiamo conoscerci signor Wright e signor Weir..."
Garvin gli indicò il castello cercando di trattenere il fastidio. Non gli piaceva quell'uomo né il modo in cui si poneva con il suo amico.

Émer dal canto suo lo guardava incredulo, continuando a osservarlo mentre Garvin faceva gli onori di casa, decantando il frutto dei loro studi, Émer rimase in silenzio finché Garvin non lo indicò "Nessuno conosce questo posto meglio del nostro Émer..."
"Esserci quasi morto deve aver lasciato il segno su di te..." sussurrò stringendo la mano di Émer "Durante la guerra eravamo nemici, ho acquistato questo castello perché anche io vi sono molto legato a questo posto. In questo luogo durante la guerra è morta una persona che mi era molto a cuore, spero di ritrovarla... Di potergli dare finalmente degna sepoltura..."
Émer distolse lo sguardo erano arrivati davanti al baratro. Abbassando lo sguardo vide Il corpo di Cáel immerso in una pozza di sangue. E se a trattenerlo in quel luogo fosse stato solo il rifiuto di Fraech? Niente che aveva a che fare con lui, forse incontrandolo sarebbe andato oltre lasciandosi tutto alle spalle. Émer avrebbe voluto essere felice per lui ma riusciva solo a sentire una stretta di dolore serrargli il cuore.






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