Capitolo 22

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Ed ecco il tanto atteso giorno della gita!

Sono agitata, è vero, e in più sono praticamente certa di aver dimenticato qualcosa. Sto elencando sulle mie dita tutto ciò che ho portato, rompendo le palle a mio padre che mi sta portando alla Yuei in macchina.

In realtà, stiamo prima passando da Shoto per poi andare a scuola.

«Allora papà, ora ti elenco i trucchi, dimmi se c'è tutto: fondotinta, anche se non lo metto quasi mai ma per sicurezza l'ho portato, correttore, cipria, masc-»
«Miki» mi richiama voltandosi verso di me con uno sguardo tra l'infastidito e il divertito «secondo te come diavolo faccio a sapere se c'è tutto?»

«Vieni a fare lezioni di trucco con me quando torno?» gli propongo ma lui scuote la testa, tornando a guardare la strada.
«Dovresti, Kiko fai dei corsi super utili» lo prendo in giro «rimani pure nella tua ignoranza»

Accosta davanti al cancello di casa Todoroki.
«chiamalo, così lo avvisi che siamo arrivati» mi suggerisce e io, riluttante, estraggo il telefono dalla tasca. Cerco nella rubrica il suo numero, ma prima di schiacciare il tasto di chiamata, alzo lo sguardo verso mio padre.
«non può venire a scuola a piedi?» propongo ma l'unica cosa che ricevo è un'occhiata confusa.

Si gira verso di me e mi prende per le spalle.
«Che succede?»
«nulla»
«Miki, guardami negli occhi» il suo tono è così autoritario che sono costretta ad alzare gli occhi, incastrandoli nei suoi così simili ai miei.

«Allora che succede?»
«Ma nulla» sbotto bruscamente, liberandomi dalla sua presa e dal suo sguardo «non siamo la stessa persona, non capisco perché dobbiamo fare sempre tutto insieme!»
«ma siete cresciuti facendo sempre tutto insieme...» cerca di farmi ragionare mio padre «se non me lo dici, come faccio a sapere che non ti va più bene»

«beh okay ma non è che ci dobbiamo sposare io e Shoto!» alzo la voce, girandomi leggermente verso di lui, che è visibilmente confuso.
« no, beh, certo» strabuzza gli occhi confuso «ma-»

Non lo lascio finire.
«E allora smettetela di comportarmi come se il matrimonio fosse imminente!» alzo ancora il tono di un paio di ottave.

«ne parliamo bene quando torni, visto che non sto capendo assolutamente nulla, ma adesso tu chiami Shoto perché ho preso un impegno con suo padre e lo portiamo a scuola. Avete la gita, facciamo tardi sennò» mi ordina,con un tono autoritario che non mi piace nemmeno un po'. Ma ha ragione, e io odio essere in ritardo.

Così  chiamo Shoto, informandolo di essere sotto il cancello di casa sua. Dopo pochi minuti esce, con il borsone da viaggio e lo ripone nel baule per poi sedersi nei sedili posteriori.
Inizia a parlare con mio padre, parlando sia degli ultimi avvenimenti con i Villain, sia degli ultimi fatti di cronaca, dei tirocini, dei pro Hero. Insomma, un po' di tutto.

Io ovviamente me ne sto zitta, e mio padre mi guarda ogni tanto di sottecchi. Shoto invece non mi ha ancora rivolto la parola, ne guardata in faccia, e credo che sia per quello che è successo dopo l'esame.

Effettivamente il mio non è stato un gran comportamento, ma anche lui non si sta comportando nei migliori dei modi. Prima mi viene a parlare, poi cerca di provocare Bakugou completamente senza una logica, poi vuole parlarmi e fin qui va bene. Poi però se io oso intromettermi in una discussione con la puledra innamorata, perché vederli insieme mi da fastidio quasi quanto a lui da fastidio vedermi con Bakugou, allora lì non va più bene!? Maschilista di merda.

Lo ammetto, dargli buca per andare con Bakugou sotto ai suoi occhi è stato veramente da stronzi, però, detto molto sinceramente, ero nervosa. E poi, lo so che non è una giustificazione, ma gli occhi del biondo veramente mi ipnotizzano e, quando li vedo, non riesco a non andare verso di lui. Sono come una droga per me.

~A me piaci così come sei~ Katsuki Bakugou Where stories live. Discover now