Capitolo 18

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Nessuno ha più detto niente. Mi ha tenuto in braccio e siamo andati a casa sua, con la mia testa appoggiata sulla sua spalla.

Con un po' di fatica riesce ad aprire il cancello e la porta di casa e, appena entrati, mi lascia sul divano.

Si inginocchia di fronte a me, mettendomi le mani sulle mie cosce, e poi mi osserva con quei suoi occhioni rossi.

«Allora?» mi richiama con voce dura «che stai facendo?»
«I-in c-che senso?» balbetto. Accidenti mi odio. Perché non riesco a parlare in modo normale?
«Perché ti comporti così?» mi chiede e io abbasso la testa.

Mi prendo i polsini della giacca e li stringo leggermente.
«Sentivo di doverlo fare, volevo farti capire ciò che provo» alzo le spalle.

«Provi per tutti la testa cosa?» mi chiede con tono acido e io alzo lo sguardo, inarcando un sopracciglio.
«Cosa?»
«Tsk,lascia stare» dice e si alza, ma lo prendo per la mano.

«Sei come un gatto attaccato ai coglioni, che cazzo vuoi?» ringhia, girandosi a guardarmi.
«Fare pace» gli sorrido angelicamente ma lui non cede e continua a guardarmi malamente.

Sospiro pesantemente.
«Vuoi la verità? Ero confusa, mi si stava fondendo il cervello. Hai incasinato tutto!» sbotto.
«AH E COSÌ SAREBBE COLPA MIA?!?!»
«CERTO! È SEMPRE COLPA TUA!»

«NON DIRE STRONZATE! CHE CAZZO AVREI FATTO ORA?!» ringhia ancora avvicinando il suo viso al mio.
«MI HAI FATTO DUBITARE DEL MIO AMORE PER SHOTO!»

«CHE CAZZO DICI?!?»sbraita alzando ancora il tono.
«LA VERITÀ. NON CI CAPIVO PIÙ UN ACCIDENTE! MI SONO DOVUTA ISOLARE PER CAPIRE CHE CAZZO VOLESSE IL MIO CUORE!»

Rimane sbigottito per qualche secondo ma poi mi prende per il colletto della camicia.
«E che cosa vuoi?» ringhia urlando.

Metto le mani sulle sue e lo obbligo a mollarmi.
«Te idiota! Voglio te!»

Mi allontano da lui che mi osserva.
«Che c'è ?!»Ribatto scocciata ma lui scuote la testa, abbandonandosi sulla poltrona.
«Ah ecco. Bene vado in bagno a vomitare» dico per poi alzarmi e dirigermi in corridoio.

Apro una porta ma non è quella del bagno, e così faccio per la seconda e la terza.
«DOVE È IL BAGNO BAKUGOU?»
«ULTIMA PORTA IN FONDO» mi urla dal soggiorno.

Entro in bagno e chiudo la porta, per poi accasciarmi al suolo. Che diamine ho fatto?!?
Beh è andata bene dopotutto...sono ancora viva.

Mi rialzo e mi avvicino al lavandino, lo apro e faccio scorrere l'acqua fredda. Metto i polsi sotto di essa, per cercare di calmarmi.

In ogni caso mi sono tolta un bel peso... sia con Shoto sia con Bakugou.

Finalmente nella mia testa è ben chiaro ciò che provo.

«Miki!» sento bussare alla porta «Stai cagando?!»

Divento paonazza. Chiudo l'acqua del lavandino e mi dirigo a grandi passi verso la porta.

«MA CHE CAZZO DICI! STAVO PENSANDO, P E N S A N D O, LO SO CHE PER TE È DIFFICILE DA COMPRENDERE.» sbotto aprendo la porta.

Mi trovo davanti un Bakugou con la canottiera nera che gli fascia perfettamente tutti gli addominali. Dio mio, ma perché.  Ma un qualcosa che non faccia vedere i suoi addominali no eh?

~A me piaci così come sei~ Katsuki Bakugou Where stories live. Discover now