Capitolo 10

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«MA SI PUÒ SAPERE DOVE CAZZO TI SEI INFILATO?!?» sbraito avvicinandomi a Bakugou con l'intento di strozzarlo.
Lo prendo per il colletto ma lui appoggia le mani sopra le mie, facendomi lasciare la presa.

Si è messo in una saletta inculata a fare chissà cosa. Non sa quanto tempo ci ho messo per trovarlo. Stupido idiota.

«Cosa cazzo ci fai qui?» mi scruta.
«Sei sempre così aggressivo» sbuffo sedendomi al suo fianco «Volevo solo sapere se stessi bene, tutto qui»
«Perché cazzo non dovrei stare bene?» ringhia ancora e io alzo gli occhi al cielo sbuffando.
«Sicuramente non stai bene di testa dato che ti hanno dovuto legare e mettere la museruola come un cane rabbioso»

«Se sei qui per dirmi di non picchiare, insultare o mutilare Todoroki appena lo vedo, perdi solo tempo»si gira dall'altra parte, dandomi le spalle.

«In realtà» gli dico appoggiando la mano sulla sua spalla «sono qui semplicemente perché volevo vederti, però se posso persuaderti in qualche modo a non ammazzarlo lo faccio volentieri» sorrido e lui si rigira verso di me.

«Odio chi non si impegna in un cazzo! Ha disattivato all'ultimo il suo cazzo di quirk inutile di merda, idiota di un fottuto bastardo a metà»
«Finito con tutti questi francesismi?» inarco un sopracciglio divertita.
«Shoto ha avuto un'infanzia difficile che non posso raccontarti per privacy. Ti basta solo che ha diversi traumi e non usa il suo lato sinistro perché gli ricorda quel coglione di suo padre»
«Non si dicono le parolacce scema» mi rimprovera Bakugou mettendomi l'indice sul naso.
«Detto da te fa ridere. Comunque è proprio un coglione, ci ho litigato prima»

«Ora non sarai più la futura moglie del bastardo?»
«Mah credo di esserlo ancora» sospiro.
«Cambiando argomento» gli dico prendendogli il volto e girandoglielo verso di me «curiamo questo taglio che hai sulla guancia»
«Sarei un figo con la cicatrice sulla guancia» si pavoneggia.
«Si, saresti ancora più figo» mi lascio sfuggire.

«Ancora più figo eh?» ghigna lui «Quindi lo sono?»
«No, ho detto "un figo" non "ancora più figo"!» mi difendo diventando rossa come un peperone.
«Hai detto "ancora più figo"!»
«NON È VERO!» sbotto alzando il tono.
«SI INVECE TI HO SENTITA!»
«ALLORA SEI SORDO IDIOTA»
«NON PROVARE A DARMI DELL'IDIOTA, CRETINA!»
«COME MI HAI CHIAMATO?!?!» urlo ancora alzandomi dalla sedia per raggiungere uno scaffale. In ogni stanza avevano messo un kit di pronto soccorso per le emergenze.

«CRETINA, CRETINA, CRETINA» ripete lui mentre io cerco disperatamente in quella cassetta medica del disinfettante.
«Taci» mi giro verso di lui, una volta trovato il disinfettante e del cotone, e mi avvicino. Mi siedo dov'ero prima e gli alzo il volto, prendendo il mento tra le dita. Con l'altra mano inizio a tamponare sulla ferita facendolo imprecare.

«PORCA PUTTANA! MI FAI MALE!» sbraita l'idiota.
«Hai appena vinto il festival sportivo e ti lamenti per un taglietto? Davvero?» lo sfotto ma lui non fa altro che dimenarsi.

«VUOI STARE FERMO?!» tuono, aumentando la presa sul suo mento e avvicinando il mio volto al suo.
«Miki...» mi chiama, lasciandomi spiazzata. È la prima volta che mi chiama per nome. In un'altra situazione lo avrei picchiato, perché non si deve azzardare a chiamarmi per nome senza il mio permesso. Ma i suoi occhi rossi come il sangue mi hanno ipnotizzato, rendendomi incapace di qualsiasi cosa.

«Perché non mi odi?» sussurra.
«E-e p-perché diavolo dovrei odiarti?» giro la testa di lato cercando ci capire.
«Lo scontro con testa tonda...»

Allora aveva sentito.

«Le persone sono stupide, non ascoltarle.... hanno detto quelle cose probabilmente perché sono gelose del tuo quirk, che è indubbiamente più forte del loro. Ochaco non ce l'ha minimamente con te; sa che l'hai presa sul serio e l'hai affrontata come un qualsiasi altro rivale, lottando fino all'ultimo. Le sta bene così, cosi come sta bene a me e probabilmente a Shoto.»

«Non parlarmi di quel bastardo!» ringhia, facendomi alzare per un attimo gli occhi al cielo.
«L'unica cosa che non mi spiego è perché mi hai aiutato a rialzarmi mentre ad Ochaco no»gli confido, ancora ancorata ai suoi occhi.
«Semplice, perché lei non è te» alza le spalle come se fosse la cosa più normale del mondo, mentre però mi guarda. Tutto ciò mi provoca un brivido sulla schiena.

Tutte le ultime parole ce le siamo dette guardandoci negli occhi, ad un palmo l'uno dall'altra. La semplicità e la sincerità di queste sono impressionanti e mi manca pochissimo per scoppiare a piangere.

«Posso baciarti?» e non faccio nemmeno a metabolizzare il tutto che le sue labbra sono sulle mie. È un bacio semplice, casto ma così diverso da quelli con Shoto.

Forse è sbagliato, anzi, senza dubbio lo è, paragonare Bakugou a Shoto, ma non posso fare altrimenti. Ogni volta che mi bacio con Shoto, perché qualcuno di noi due non ha resistito, c'è sempre il "non ti preoccupare", il " ma ti pare". C'è sempre il futuro in mezzo, quella consapevolezza che all'altro piaccia ciò che stai facendo. In mezzo c'è sempre il destino già stato scritto.

Adesso è completamente diverso. Bakugou ha esitato, non sapendo come avrei preso il tutto. C'è urgenza, nonostante il semplice bacio, un'urgenza di chi ha aspettato tanto prima di poterlo avere.

Probabilmente, senza rendermene conto, anche io aspettavo solo questo bacio.

Non me lo so spiegare, ma con Bakugou è tutto diverso. Le mie emozioni sono diverse, sono più forti e sono incontrollate.

Ogni tanto con Shoto provo un impulso forte di baciarlo, dovuto ai sentimenti forti che mi stava facendo provare in quel momento. Come ieri, non sono riuscita a resistere e gli sono saltata addosso. È sempre così dolce con me che mi si scalda il cuore.

Però, i sentimenti con Bakugou sono più potenti e travolgenti. L'imbarazzo è sicuramente maggiore, così come l'attrazione fisica. Probabilmente non provo lo stesso sentimento forte con Shoto perché mi sono abituata.

In ogni caso sono confusa. Sono consapevole del mio destino, eppure "perdo tempo" con un'altra persona.

Il destino può sbagliarsi? Oppure con Bakugou è solo un qualcosa di momentaneo?

In quest'ultimo periodo credevo di riessermi innamorata di Shoto, e che fosse ricambiato, ma ad un tratto la mia certezza crolla.

Shoto è sempre stata la mia priorità, qualcuno che veniva sempre prima di tutti gli altri. Eppure prima ho preferito andare da Bakugou.

La mia vita sta cambiando. Prima ero sempre e solo con Shoto, non che mi dispiacesse, ma comunque sempre e solo con lui. Ora ho delle amiche, degli amici e Bakugou. Qualunque cosa sia per me.

Shoto è fondamentale ma sicuramente non è l'unico. Tutto ciò potrebbe cambiare il nostro futuro già scritto?

Bakugou si stacca da me e io mi mordo il labbro imbarazzata. Non posso scappare, altrimenti, orgoglioso com'è, non si avvicinerebbe più a me. Però non so nemmeno cosa dire...cosa si dice in questi casi?

Intendo dire, cosa si dice quando un misero bacio a stampo con un ragazzo ciclato e con problemi di gestione della rabbia ti fa cadere tutte le certezze che hai da una vita e promesse che ti sei fatta con quello che per ora è il tuo migliore amico, ma che tra qualche anno diventerà tuo marito?

Se qualcuno lo sa me lo dica per favore.

«Beh... wow» dico. Sono sveglia cazzo.
«Io-»
«Non ti preoccupare, va bene così... l'unica cosa è-» ma il cellulare mi blocca. Guardo lo schermo e noto una foto mia e di Shoto, abbracciati l'uno all'altra.
«Devo andare, mi raccomando tamponati ancora un po' quelle ferite» mi alzo dalla sedia ed esco dalla stanza.

Il destino è destino, e non può sbagliare.

Spazio autrice
Scusate l'attesa ma ecco a voi il decimo capitolo. Spero vi piaccia💋

~A me piaci così come sei~ Katsuki Bakugou Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora