27; ci sono stata mille volte

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"Io non gli espressi mai il mio
amore a parole;
ma se gli sguardi hanno un linguaggio,
il più grande idiota avrebbe capito che
avevo perso la testa"

«Che leggi?» la voce di Gigio mi colse alla sprovvista, tanto da far cadere le mie 400 pagine sul pavimento. Mi alzai dalla poltroncina con una mano sul petto e mi accovacciai per recuperare Cime Tempestose, sperando che per qualche miracolo, l'etichetta che avevo riciclato come segnalibro, fosse rimasta al suo posto, tra le pagine 278 e 279. «Da quant'è che avete finito gli allenamenti?» chiesi sbirciando alle sue spalle, e notando che una buona parte della squadra ci aveva quasi raggiunto. «Poco fa» disse istantaneamente, rubandomi il libro dalle mani e studiandone in fretta la copertina. «Lettura leggera» mi prese in giro, restituendomi il romanzo e facendo per andare in stanza; «mi hai fatto pure perdere il segno» gli feci notare, fissando la sua figura camminare verso la parte opposta alla mia. «Sali? Devo dirti una cosa» mi chiese, fermandosi sulla soglia d'entrata e tamburellando sullo stipite in metallo con i polpastrelli.
Lo guardai interrogativa, prima di raccattare le mie cose e seguirlo, mentre un susseguirsi di possibili motivi per il quale volesse parlarmi iniziarono a palesarmisi in testa.

Il lieve rumore metallico della porta, provocato dalla tessera della camera, fu accompagnato dalla nostra entrata;
Mi diedi un'occhiata nello specchio appeso all'ingresso, prima di sedermi su una sedia che, il portiere, utilizzava come appendiabiti. «Che c'è?» dissi calma, mascherando il più possibile la mia curiosità morbosa. «...In settimana vado a firmare il contratto» mi guardò con un sorriso, non proprio a trentadue denti come mi sarei immaginata. «Non sembri sprizzar gioia da tutti i pori» gli feci notare con una risata.
«Non lo so, sai -si grattò la nuca, alternando lo sguardo tra il pavimento e i miei occhi- è lontano» sbuffò lasciandosi cadere le braccia sui fianchi. Lo fissai con gli occhi sgranati e le sopracciglia alzate, lasciandogli intuire che se fossi stata al suo posto avrei colto immediatamente quell'opportunità.
«Non scherzare! Sai fin troppo bene cosa ne penso.. È l'occasione della tua vita» dissi aggiungendo un pizzico di incoraggiamento al mio tono di voce. Il ragazzo rimase in silenzio, non sicuro di voler aggiungere altro, o troppo distratto dai suoi pensieri per potermi rispondere.
«Parigi è stupenda» continuai sperando di poterlo convincere; «ci sono stata mille volte, ma non smette mai di lasciarmi senza fiato» sorrisi al ricordo dei miei viaggi. «il Louvre! Hanno la Gioconda.. così ti sentirai un po' a casa anche senza realmente esserlo» la buttai sul ridere alzandomi e avvicinandomi a lui. «Fai un po' l'egoista.. scegli per te» conclusi dandogli una pacca sulla spalla, che raggiunsi a fatica.
«È davvero così bella?» chiese guardandomi, dopo alcuni attimi silenziosi. «Lo è» annuii sicura non potendo fare a meno di rituffarmi nei miei ricordi.
«Vienici anche tu allora».

8 Luglio 2021
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@svevaippolitti                                16.46

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Knocked Out; Nicolò Barella e Federico ChiesaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora