10; non mi provocare

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31 Maggio 2021

«Fermo così» dissi prima di scattare a Nicolò una foto, nel bel mezzo del suo allenamento. «Se sto fermo ancora un po' mi si spezzano le braccia» ridacchiò lui, poggiando finalmente a terra asta e pesi annessi che fino a poco prima stava utilizzando. «Ci vai giù pesante oggi» guardai la sua maglietta intrisa di sudore. Il ragazzo alzò le spalle, portandosi indietro i capelli biondo cenere. «Anche in palestra sono necessarie le foto?» mi sorrise, parlando a fatica. «Oh si, più che necessarie, obbligatorie, direi» dissi prima di scattargliene un'altra. «Fa come se ti stessi allenando a casa, io non ci sono» lo incoraggiai non scollando gli occhi dall'obbiettivo e non accorgendomi delle occhiate indiscrete che mi lanciava ogni tanto. «Ok, beh allora...» il ragazzo, sotto il mio sguardo incuriosito, si sfilò la t-shirt, scoprendo per primi i muscoli contratti della schiena; solo quando decise di girarsi completamente verso di me, riuscii a vedere interamente la sua figura. I miei occhi cascarono accidentalmente sul suo addome, e scesero sempre di più, sino alla zona lombare, che i calzoncini neri, leggermente più bassi del solito, mostravano. Solo dopo mi accorsi dei diversi tatuaggi che gli ricoprivano il bicipite sinistro, e che lo facevano sembrare più grande di qualche anno. L'inchiostro nero recitava la frase "La mia familia è la mia vita" in una lingua che presupposi fosse il portoghese.
Scossi la testa, distogliendo lo sguardo altrove, finchè Nico non fu a pochi centimetri da me, e alzandomi il mento con due dita, mi costrinse a rituffarmi nei suoi occhi castani.
Quel contatto mi ribaltò lo stomaco sottosopra.
Deglutii nervosa, passando dai suoi occhi alle sue labbra in una frazione di secondo. Quel controllo, che riusciva ad esercitare su di me mi faceva sentire vulnerabile; una preda qualunque tra le grinfie del suo predatore, un minuscolo insetto che s'era appena posato su una ragnatela, ma che era rimasto troppo stordito dall'impatto per accorgersi che fosse spacciato.
«Se vuoi, una foto puoi farmela adesso»
Disse con voce roca, quasi assonnata. «Io cre... -mi schiarii la voce- credo di avere la batteria scarica; sarà meglio che torni in camera» un sospiro di sollievo lasciò le mie labbra quando il ragazzo si allontanò, ritornando indifferente ad allenarsi. «Facciamo un'altra volta, allora» l'ultima cosa che vidi prima di scappare via fu il suo sorrisetto innocente.

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Holaaaa, scusate ma è da parecchio che non scrivo, quindi capitemi se trovate errori 🙃🙃.
Mi sto facendo venire un po' di idee per i prossimi capitoli, (soprattuto per quanto riguarda Federico) ma vorrei comunque sapere con chi pensate che, per ora, stia meglio la protagonistaa!
Scrivetemelo nei commenti 💞

Knocked Out; Nicolò Barella e Federico ChiesaWhere stories live. Discover now