Cap 10 pt 1

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Il venerdì passa e arrivo a sabato sera e come ogni sabato sera mi vedo con Camille.
Non dico che non ne sono felice, assolutamente, ma, vedete, è come se qualcosa non andasse quando sto con lei. Probabilmente sono solo i sensi di colpa.
Forse è arrivato il momento di dirvi come sono andate le cose.
Louis c’è da prima di lei, ma all’inizio non era così. Ho sempre provato interesse verso di lui ma non in maniera così forte. Forse perchè all’inizio ancora non mi rendevo conto di cosa stessi effettivamente provando. Forse non volevo ammetterlo. Forse avevo paura di quello che avrebbe detto la gente se si fosse notato e con Camille sono riuscito a coprire ogni segno di quello che sentivo. Per un po’ di tempo Lou non è stato nient’altro che un paio di occhi blu come l’oceano che avevo visto per caso uno dei primi giorni in quella scuola e che poi rivedevo in classe durante alcuni corsi. Poi, con il passare degli anni, quegli occhi avevano iniziato a catturare la mia attenzione sempre di più e, anche se avevo la ragazza, non riuscivo a lasciarli andare. Ma niente di più.
Nell’ultimo anno circa, la situazione ha iniziato a farsi più complicata. La ragazza ce l’avevo sempre, ma quegli occhi avevano iniziato a prendersi sempre un po’ più di me. Non si trattava più solo della mia attenzione, ma poco alla volta, quello sguardo mi era arrivato fino al cuore.
La cosa positiva era che non c’era mai stato niente di più che un incrocio di sguardi tra me e Lou, fino a quest’anno, quando però le cose si sono fatte davvero serie e davvero incasinate. 
Il sabato pomeriggio l’ho passato per metà in campo a preparami con la squadra per la partita di domani e per l’altra metà a casa, scervellandomi a trovare qualcosa per il “contro” di Camille, ma con mia poca sorpresa non l’ho trovato.
Ammetto che ho anche pensato se dirle qualcosa o no stasera. Qualcosa riguardante il mio strano comportamento e stato mentale dell’ultimo periodo. Naturalmente senza scendere in alcun tipo di particolare. Solo per farle capire che non sono “strano” solo con lei e tanto meno per lei. Semplicemente spiegarle che è il periodo ad essere strano, e che presto passerà, forse.
Non so nemmeno se sperare che passi in fretta o no. Sicuro spero che finisca presto tutta la confusione che ho in testa, di arrivare in fretta a una conclusione, ma non che i miei sentimenti svaniscano.
In fondo in fondo, stare male perché si ama qualcuno non è un dolore che vuoi che passi, anzi, è quel tipo di dolore che saresti disposto a portarti dietro per tutta la vita, perché, per quanto sia forte, ti ricorda di essere vivo.
Alla fine, mentre sono per strada che cammino per raggiungere la spiaggia, mi convinco che parlare con Camille sia la cosa migliore. 
Mi sono preparato una specie di discorso. Se tutto va come mi sono immaginato (quindi probabilmente no), non dovrebbe essere nulla di tragico.
Le dirò solo che in questo periodo se mi vede un po’ distaccato non c'entra lei, non c’entra il nostro rapporto o qualsiasi cosa lei abbia detto o fatto. Sicuramente mi farà mille domande a proposito, perchè lei vede sempre il buono delle persone, quindi in automatico crede sempre di essere lei la causa dei problemi o di essere stata lei ad aver detto o fatto qualcosa. Non le viene nemmeno in mente che possano essere gli altri. É per questo che voglio chiarire, perchè non si merita di farsi mille paranoie inutili.
Le dirò solo che ho tante cose per la testa. Purtroppo, però, il problema è che non sono tante e nemmeno cose.
Poco prima di scendere la scaletta in cemento che mi porta alla Nostra spiaggia, faccio un bel respiro profondo. Il profumo del mare, di sale e di pioggia mi invade i polmoni e mi da il coraggio di raggiungerla.
Sono pronto.
Devo farlo.
Prima parlo, prima finisce questo mio tormento, prima tra noi due sarà tutto normale.
Arrivo e lei ha un pacchetto in mano.
E adesso come posso rovinare tutto?
-Che… Che cos’hai lì?
Le sorrido stupito mentre indico il pacco.
-É per te.
Sono impietrito. Lei fa un passo avanti e mi porge il regalo.
Con un pacchetto blu in mano avvolto da un nastro argento (i colori della mia squadra di lacrosse) la guardo. 
Ha i capelli raccolti nel suo solito chignon spettinato, gli occhiali da sole usati come cerchietto per tenere indietro i ciuffi che non arrivano all’elastico. Porta gli occhiali anche quando piove.
No, non posso assolutamente dire nulla. Non ora. Non qui.
Prima di aprire il pacchetto la abbraccio forte. Sa di quel suo profumo di lavanda e di sale. Di buono. Di posto sicuro. Poi la bacio, ma lei si ritrae dopo poco, impaziente.
-Dai, apri che non sto più nella pelle.
Saltella e batte le mani.
Sorride, è felice, non posso e non voglio strapparle questo. Non me lo perdonerei mai, perchè so che lei lo farebbe invece. Mi perdonerebbe.
Cedo, ci sediamo sulla sabbia e apro il pacchetto. O meglio, strappo la carta blu.
-E questo a cosa lo devo?
-Non posso farti un regalo? Tu me li fai sempre.
In effetti è vero. Mi piace farle regali, sapete, di quelli inaspettati, che entri in un negozio, vedi una cosa e subito ti viene in mente qualcuno, allora senza pensarci mezzo secondo la compri.
-Va bene allora apro.
-Si, dai, sbrigati
Con la carta ormai tutta rotta tra le mie gambe incrociate, mi rimane in mano una maglia di una divisa. Una divisa di lacrosse che conosco molto bene, che vorrei indossare da quando sono piccolo.
-Su avanti, girala 
La giro e sulla schiena c’è scritto “RABIL”
Guardo Camille incredulo
-Come l’hai trovata?
Sto per abbracciarla quando mi allontana con una mano
-Guarda bene
Guado meglio. Sotto la scritta c’è la sua firma.
-Non so bene se l’autografo sia davvero fatto da lui in realtà, ma è scritto a mano, non è stampato.
Rimango un attimo lì con gli occhi che si spostano dalla maglia a Camille, da Camille alla maglia.
-Ti piace?
Mi guarda con i suoi occhi dolci, speranzosi.
-Scherzi? É perfetta. La cerco da tipo una vita io… io ti amo. Non so cosa dire. É stupenda, è perfetta. Tu sei perfetta.
Ed è vero. Lei è perfetta. Troppo.
-So che non la puoi mettere per allenarti, ma non credo che fosse comunque quello il motivo per cui la volevi
La bacio.
Paul Rabil. Un omone di un metro e novanta che ammiro da quando sono piccolo. È uno dei miglior giocatori di lacrosse al mondo, se non il migliore. È stato nominato più volte MVP, cioè miglior giocatore, e miglior giocatore offensivo (Offensive Player) della MLL, Major League Lacrosse, di cui quest’anno si è aggiudicato il titolo. Probabilmente non arriverò mai ai suoi livelli, ma l’obiettivo rimane quello, è il mio punto di riferimento nella mia carriera.
La ripiego con cura  ma poi mi accorgo di non avere più un sacchetto in cui riporla, così me la infilo sopra la felpa, intanto è grossa.
Dopo essere stati un po’ in spiaggia e poi nel nostro posto segreto, la riaccompagno a casa.
Una volta nel letto, con addosso la maglia, molto lentamente cerco di prendere sonno, ma nel silenzio della mia camera i pensieri sono troppo rumorosi per farmi addormentare.
Domenica mattina mi sveglio senza l’aiuto della sveglia, ma con mia madre che urla. 
Guardo l’ora.
Merda.
La sveglia ha già suonato da un pezzo.
Di corsa mi cambio, prendo il borsone e corro a scuola dove il coach mi aspetta con le braccia incrociate davanti alla porta degli spogliatoi.
-Styles!!!! Si può sapere come mai il capitano è arrivato tardi stamattina? Che hai fatto ieri sera? Anzi, non me lo dire, non lo voglio assolutamente sapere. Zero. Fila a cambiarti. Tra cinque minuti vi voglio in campo per il riscaldamento.
Per fortuna in spogliatoio nessuno fa domande o mi guarda male. Scherziamo e parliamo come sempre.
Dopo cinque minuti siamo in campo a scaldarci.
L’altra squadra la conosciamo bene, non mi preoccupa più di tanto a dir la verità. Se rimaniamo concentrati e ognuno fa il proprio lavoro, dovremmo riuscire a batterla senza fatica.
L’arbitro fischia, il riscaldamento è finito e ognuno si dirige verso la rispettiva panchina. 
Ultime raccomandazioni del coach, mi infilo il casco pronto a scendere in campo.
Alzo lo sguardo dai guantoni e mi blocco.
Lui è tra gli spalti.

PER I TUOI OCCHI SOLTANTO (for your eyes only) || Larry story Where stories live. Discover now