Cap 1. Pt. 1

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Sono solo le 5:30 del mattino quando quell'affare chiamato sveglia inizia a suonare.
Con fare impacciato e ancora con gli occhi chiusi, tendo un braccio verso il comodino per farla smettere, ma fallisco miseramente facendola cadere a terra.
Obbligato ad alzarmi, a questo punto, mi stiracchio per bene, apro finalmente gli occhi e mi butto letteralmente giù dal letto, finendo sul pavimento vicino alla sveglia.
Perché mi sono svegliato così presto? Ho deciso di guadagnare qualcosa per conto mio dopo scuola aiutando un signore in un bar. Non mi servono soldi in realtà, stiamo bene da quel punto di vista in famiglia, ma vorrei essere più indipendente e ripagare i miei per tutti i sacrifici che hanno fatto per me in questi anni, così il tempo di allenarmi da solo dopo la scuola non ce l'ho più.
Mi lavo velocemente la faccia e i denti cercando di darmi una svegliata. Mi metto dei pantaloncini e una maglietta della Nike. Guardo fuori. Ritiro i pantaloncini e prendo un paio di pantaloni della tuta e una felpa. Andare a correre alle 6:00 non mi dispiace in realtà. L'unico problema è che a novembre ormai non fa più caldo, anzi, se tira il vento è certamente vento freddo, pungente. Così prendo la mia "bandana" (in realtà è il pezzo di una camicia che avevo ma che il cane mi ha mangiucchiato tutta e ora è rimasto giusto un pezzo che mi avvolgo sulla testa), me la attorciglio cercando di tenere i riccioli lontani dagli occhi, acchiappo gli auricolari, qualche soldo e mi ficco in bocca mezza barretta energetica.
Cercando di non far rumore esco e inizio la mia corsa mattutina.
Sono le 7:00 quando finisco il giro. Passo da Starbucks e prendo un cappucino al caramello e una ciambella per Camille, la mia ragazza. Passo davanti a casa sua, e glieli lascio in una piccola cassetta fuori dalla porta che abbiamo deciso di usare apposta, e poi davanti a casa sua.
La casa di quegli occhioni blu.
Lo so, ho una ragazza, ma credetemi non la tratto male, non la tradisco e soprattutto non mi prendo gioco di lei. Se non fossi assolutamente sicuro che tra me e la persona misteriosa (per voi) dagli occhi blu non ci fosse nemmeno un briciolino lontano lontano di possibilità, avrei già rischiato tutto. Avrei già portato il caffè macchiato al cioccolato e il cornetto al pistacchio nella casa dopo quella di Camille. E probabilmente ora non sarei qui a parlarvene.

Dopo essermi lavato, cambiato e cibato, alle 7:45 esco seguito dai miei tre fratelli e due sorelle come mamma anatra è seguita dagli anatroccoli per il bagnetto.
Essendo il più grande e avendo già la macchina, sono io che porto insieme a mamma i miei fratelli a scuola.
Mentre lei porta i due gemelli Katerine e Samuel all'asilo, io porto Jennifer, Mark e William nelle varie scuole.
Alle 8:00 sono in classe.

PER I TUOI OCCHI SOLTANTO (for your eyes only) || Larry story Where stories live. Discover now