Chapter 12

233 13 0
                                    

                             ~𝑆𝐸 𝐸́ 𝐷𝐸𝑆𝑇𝐼𝑁𝑂~

<<Possiamo entrare?>>
<<Se per Sabine e Tom va bene...>>
<<A noi va bene.>>
<<Entrate, ragazze!>>

<<OMMIODIO, MARINETTE!>> Urlò Alya, soffocando in un pianto improvviso.
<<Come abbiamo potuto abbandonarla?>> Esclamò Rose, anche lei con le lacrime agli occhi.
<<Non potevate saperlo.>> Rispose -troppo- calmo Adrien, con gli occhi rossi e consumati dal pianto.
Era seduto su un pouf, di fianco al letto nel quale giaceva Marinette, e le teneva la mano.

Erano passati due giorni da quando la battaglia era finita. Diciamo solo che... il bene aveva trionfato.
Marinette era caduta dal secondo piano della Torre Eiffel, perdendo coscienza durante il volo in caduta libera. Aveva picchiato la testa per terra, ma per fortuna l'impatto era stato attutito da un gruppo di parigini che avevano cercato di prenderla al volo, con discreti risultati.
Almeno Marinette non era morta.
<<Si risveglierà, vero?>> Chiese Mylene, caduta anche lei nella disperazione.
<<Deve.>> Rispose al posto di qualcun'altro Juleka, l'unica impassibile.
Adrien annuì.
<<Tu, invece?>> Chiese Alya, dopo qualche secondo di silenzio.
Sabine e Tom stavano guardando qualcosa dalla finestra, gli occhi di entrambi ancora lucidi.
<<Dovrò trasferirmi. Mio padre... no.>> Singhiozzò Adrien, coprendosi gli occhi con le mani e appoggiando i bracci alle ginocchia.
<<Ci dispiace tanto. Se non vuoi parlarne, non sei tenuto a farlo.>> Disse Alix, che se n'era stata sempre zitta a fissare Marinette, impotente, incosciente, sdraiata sul letto dell'ospedale.

<<Credo che... credo che andrò da mia zia. E Felix. A Londra. Respirare dell'aria nuova mi farà bene, e- e poi... non posso più stare qua. Parigi non avrà più bisogno di Chat Noir dopo che Papillon è stato sconfitto...>> Spiegó Adrien, provando a non infarfugliarsi.
<<Quando te ne andrai?>> Si intromise Sabine, avvicinandosi ai ragazzi.
<<Il prima possibile.>>
La porta era aperta. Qualcuno bussò.
<< Buongiorno... possiamo entrare?>> Era Max.
Dietro di lui tutti gli altri compagni di Marinette, che erano andati al bar ad aspettare il momento giusto per entrare, insieme a loro anche Chloé, Sabrina, Katami e Luka.
<<Si, ma restate dove ci sono le ragazze.>> Rispose Tom, austero.

Nella grande stanza, quale era stata riservata a Marinette, c'erano ormai più di 20 persone.
Dopo circa 20 minuti nei quali parlarono della Battaglia, del futuro di Adrien, e di quello di Marinette, Sabine diede un ordine.
<<Ragazzi, davvero, andate a risposarvi! Non dormite da due giorni! Quando lei si sveglierà, noi vi chiameremo.>> Guardò Adrien, e sapeva che lui non se ne sarebbe andato.

I compagni della ragazza la salutarono, come se lei avesse potuto ricambiare, e uscirono dalla stanza. Tutti, apparte il biondo.
<<Sabine, Tom.>> Li chiamò.
<<Dicci tutto caro.>> Rispose la donna m, sedendosi sulla sponda del letto.
<<Io... in realtà ho già chiamato mia zia, ieri. Ho già preparato i bagagli, mi mancano solo alcune cose. Sto facendo tutto di fretta solo perché voglio che quando Marinette si sveglierà, io me ne sarò già andato. So che vi state chiedendo perché, e ora vi spiegherò per bene. Se lei si svegliasse, anche ora, lei vorrebbe venire con me, o vorrebbe che io restassi. Non voglio farle questo. Non voglio che lei soffra anche per la mia partenza. Ma io devo partire. Potete capirmi?>> Supplicò il ragazzo, stringendo ancora di più la mano di Marinette.

<<Certo. Ti capiamo e ti supportiamo. È una buona scelta.>> Replicò Tom, sciogliendosi di fronte alla dolcezza di Adrien.
<<Io la amo.>> Disse questo, con tutto il coraggio che il suo corpo poteva offrigli.
Sabine non disse niente, sorrise.
<<E io so che voi due siete destinati a stare insieme. Vai, e un giorno vi ritroverete. È una promessa.>>
Tom si asciugò una lacrima.

𝑆ℎ𝑒 𝑤𝑎𝑠 𝑀𝑎𝑟𝑖𝑛𝑒𝑡𝑡𝑒|| MLB FANFICTIONWhere stories live. Discover now