𝘳𝘰𝘰𝘮𝘮𝘢𝘵𝘦𝘴

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-George che piacere rivederti!- il castano fu travolto da due signore, entrambe sulla sessantina, che lo abbracciarono troppo forte per i suoi gusti.
-A proposito di questo mamma avrei due cose da dir- Nick cercò di finire la frase ma fu trascinato nel vortice di abbracci.
-Siete stati via tutto il giorno siamo state tanto in pensiero!- la bionda, che Sapnap mi sussurò si chiamasse Marge, ci trascinò all'interno e ci fece accomodare su un divanetto del soggiorno, grande quanto una sala da ballo. Si sedette anche lei mentre Judit, la mora, corse in cucina.
George non sapeva di avere un amico benestante. Non che gli interessasse lo stato sociale di chi frequentava, però potrebbe aiutarlo a tornare in Florida, visto che era lì che abitava a quanto pare.
-George allora, come stanno i tuoi genitori? Salutaceli tanto mi raccomando- così dicendo Judit appoggiò un vassoio con delle tazze di caffè e si accomodò affianco alla sua compagna.
Entrambe erano sedute su un divanetto identico alla loro sinistra.
-Mamma lasciami spieg- Marge non lasciava Nick parlare e infatti esclamò -Fa silenzio! Lascia parlare George, non lo vediamo da tanto vogliamo sapere come sta...giusto cara?-
La mora confermò scuotendo la testa su e giù, poi entrambe guardarono il ragazzo interessato, aspettando una risposta.
George prima che potesse aprir bocca fu interrotto -Mi ero quasi dimenticata, hai avuto un incidente! Ti fa male qualcosa? vuoi un antidolorifico? Qualcosa di rilassante-
George si sentiva particolarmente sotto pressione mentre guardava Nick aiuto, visto che le sue madri, se così poteva chiamarle, sembravano molto invadenti...

Con l'aiuto di Nick fu costretto a raccontare la storia di come era quasi bruciato vivo, aveva avuto un trauma cranico, aveva perso la memoria e che il suo cervello nei migliori dei casi era danneggiato a vita.

Le due signore si guardarono molto scioccate e furono molto dispiaciute, sia per sia per i suoi genitori e George, a malincuore, spiegò anche la faccenda della sua famiglia...e di come erano passati a miglior vita.

Le che due donne si consolarono l'un l'altra, mentre facevano cadere lacrime amare dagli occhi lucidi.

George guardava in silenzio. Non poteva capire il dolore di perdere qualcuno, che non aveva idea di chi fosse, anche se del suo stesso sangue.
Gli dispiaceva di non avere una famiglia da riabbracciare, ma soprattutto era stanco di quella sensazione di vuoto che provava.

Capì finalmente che questa sua amnesia non sarebbe stata una passeggiata come pensava.

Le due signore successivamente furono molto gentili nei suoi confronti.
Non lo pressarono più con domande scomode tipiche dei parenti che non vedi per mesi, il che sollevò George.

Misero un enorme materasso sul pavimento della camera di Nick.
La stanza non era enorme, anzi era piccola rispetto al resto della casa, che sembrava un albergo di lusso.
Tutta la casa era posizionata su un piano, tranne la sua stanza, con un bagno adiacente.
Aveva un armadio di ciliegio semplice e una scrivania personalizzata con delle fiamme.
Un computer di ultima generazione era acceso su di essa, ma George non riuscì a capire cosa fosse il programma aperto sulla schermata in quel momento.
Il letto era molto grande, a differenza di tutto il resto, e sembrava comodo e soffice.
Non era male come stanza, soprattutto la bacheca con numerose foto.
Ne avevano centinaia in giro, anche per casa.
Su alcune c'era il giorno dello scatto e risalevano a qualche anno prima.
Ce ne erano anche di loro due da bambini, ma lì non avrebbe mai potuto riconoscere se stesso.
-Hey, tieni questi dovrebbero starti- Nick gli passò una maglia bianca e una tuta grigia, da utilizzare come pigiama.
George sorrise debolmente e andò nel bagno adiacente alla stanza.
Si guardò per pochi secondi allo specchio, poi si cambiò in fretta.
Il suo viso dava un espressione piuttosto malinconica.
Pensava di non avere nessun'altro tranne Nick, le sue madri. Probabilmente tanti altri amici o parenti in Florida lo stavano aspettando.
Stava creando problemi e disagi a chi non se li meritava e questo gli dispiaceva.
Svelto ritornò in stanza e trovò Nick a computer, che vedendolo si girò a fissarlo.
-Pensavo ti sarebbero stati più grandi... be' ora sappiamo che abbiamo quasi la stessa taglia quindi per un po' userai i miei vestiti- con un click spense il computer e tornò a guardare George.
Quest'ultimo si fece coraggio e domandò: -Nick, potresti farmi un favore?-.
Il bruno senza tanti problemi gli disse che poteva chiedergli qualsiasi cosa.
George allora si spostò più vicino e esclamò:-Già hai fatto molto per me ma... Devi aiutarmi a tornare in Florida-.
L'adrenalina scorreva nella vene del castano che per convincerlo meglio prese le mani del suo amico e le strinse affettuosamente.
Nick fece debolmente cenno di sì e a George scappò un abbraccio veloce dalla gioia.
Poco dopo si lanciò sul materasso sul pavimento e guardò il soffitto sorridendo.
Anche l'amico dopo un veloce "buonanotte", spense la luce e si mise sul suo letto.
George, mentre ripensava alla lunga giornata, si accorse di una piccola finestra sul soffitto.
Avrebbe voluto salirci ma aveva troppa paura di cadere, o di svegliare il suo compagno di stanza.
Le stelle splendevano sulle sue guance, rosse dall'emozione.
Non aveva idea di come fosse la Florida ma comunque sentiva che quella fosse la sua vera casa.
Lentamente le palpebre stanche si chiusero da sole. Le braccia e le gambe si rilassarono completamente e lasciò che la stanchezza prendesse il controllo di lui...

Io? Essermi dimenticata di pubblicare??? Noo🤡
Venerdì pubblico giurooo
Nel frattempo, Techno timeee

Io? Essermi dimenticata di pubblicare??? Noo🤡Venerdì pubblico giuroooNel frattempo, Techno timeee

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𝖬𝗒 𝗆𝗂𝗌𝗌𝗂𝗇𝗀 𝗉𝗂𝖾𝖼𝖾 - 𝖣𝗋𝖾𝖺𝗆𝗇𝗈𝗍𝖿𝗈𝗎𝗇𝖽Where stories live. Discover now