𝘩𝘰𝘮𝘦

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George si sentiva particolarmente in imbarazzo.

Nick o come si chiamava gli aveva offerto di stare a casa sua finché non avesse recuperato la memoria.
Più che altro non era imbarazzato per il contesto, ma per la parlantina del suo nuovo coinquilino...
-Quest'auto l'ho comprata 2 mesi fa, va una bomba, un giorno te la faccio provare- Nick rise di buon gusto mentre il vento dell'auto accappotabile gli scompigliava i capelli.

Si fermò al semaforo rosso.

-Quindi...- sussurrò togliendo il piede dal freno.
Il silenzio cadde sulla vettura, lasciando i due ragazzi al rumore del motore che aspettava di ripartire.
Nick un po' scettico chiese -Non ricordi nulla giusto?-.
Aveva un'espressione distrutta dalla tristezza. George non poteva mentire a se stesso: quel senso di impotenza l'avrebbe portato con sé finché non avesse recuperato la memoria.
-Non ricordi proprio nulla nulla?- Il moro lo guardò negli occhi.
George scosse il capo a destra e sinistra in segno di disapprovazione.
Nick, notando che il colore del semaforo gli dava il via libera, in men che non si dica, fece ripartire il motore che tanto stava aspettando.
-Beh... noi eravamo migliori amici, una volta, quando eravamo all'asilo ricordo che venivi sempre a casa mia...- di nuovo gli scappò una risata che interruppe schiarendosi la gola. George fissava le case che gli passavano affianco e correvano veloce via da lui.
Pensò di essere stato stupido ad accettare le offerte di Nick.
Infondo non lo conosceva affatto e poteva solo stargli dicendo una marea di bugie per convincerlo a portarlo con sé.
Anche se non aveva idea di chi fosse non significava che comunque non doveva essere prudente, anzi doveva esserlo il doppio.
-... finché poi non sei andato in Florida- sospirò e si fermò all'ennesimo semaforo.
George deglutendo chiese -Siamo in Florida?-.
Nick scosse la testa e lentamente rispose -Siamo in Inghilterra, a Brighton-.

George sentiva come fosse tutt'uno con l'auto che nuovamente iniziò a sfrecciare sull'asfalto.

Lasciava tutto alle spalle e andava dritto per la sua strada. Cercò vagamente di capire la distanza tra i due paesi, probabilmente non era il massimo con la geografia.
Ricordò solo l'immenso oceano atlantico che li separava e l'enorme senso di smarrimento che tutto ciò gli provocava.
-Sai il motivo per cui sono qui...?- domandò spostandosi i capelli che per il vento continuavano a cadergli sugli occhi.
-siamo arrivati- rispose Nick fermando l'auto.

George non si era minimamento accorto che erano in un enorme prato recintanto.
Più avanti si potevano scorgere alcune villette, con campi coltivati adiacenti alle strutture.
Alle sue spalle invece si lasciavano la città e gli immensi palazzi che la popolavano.
Poi guardò di fronte a sé e capì il perchè di quel lungo viaggio.
Erano al centro di un campo, tra le macerie di una vecchia casa, distrutta dalle fiamme.
Capì immediatamente che era la sua.
Scese dall'auto e ci si avvicinò lentamente a quello che rimaneva del posto in cui a quanto pare abitava.
Non gli dava sensazioni, non sentiva nulla. Né nostalgia né disperazione, il vuoto.
Era ancora alla ricerca del suo pezzo mancante, quello che gli facesse ricordare cosa mancava, ma quello non era il posto giusto.
Si girò di spalle e ritornò al veicolo.
Riaprì la portiera dell'auto e si buttò a peso morto sul sedile, lasciando uscire un sospiro per la stanchezza.
-Venivi spesso qui durante l'estate visto che era la tua seconda casa...- Nick spense il motore dell'auto che fin'ora era rimasto accesso e guardò George negli occhi.
Il castano fece lo stesso e dopo che una volata di vento raggiunse emtrambi i ragazzi iniziò a parlare: -Nick...raccontami tutto quello che sai su di me-.

( per 3 venerdì non pubblicherò perché sono in vacanza, non allarmatevi se non pubblico nulla :') )

𝖬𝗒 𝗆𝗂𝗌𝗌𝗂𝗇𝗀 𝗉𝗂𝖾𝖼𝖾 - 𝖣𝗋𝖾𝖺𝗆𝗇𝗈𝗍𝖿𝗈𝗎𝗇𝖽Where stories live. Discover now