L'inizio di una fine

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Dieci anni dopo

Raccolgo il romanzo caduto per terra mentre stavo sistemando l'altra fila di libri nel reparto di narrativa.

Oggi sono ufficialmente diventata la direttrice di questa biblioteca. Sembra un sogno che si realizza.

È stata dura ma alla fine posso dire di avercela fatta.

Ho faticato molto negli ultimi anni, non è stato semplice lavorare per permettermi gli studi all'università. Infatti per colpa del poco tempo mi sono laureata leggermente in ritardo, pensavo davvero di non farcela.

E invece eccomi qui a capo della biblioteca più bella e visitata di Parigi, lo stipendio è molto ben retribuito e mi piace stare qui.

Mentre cerco alcuni fantasy da ordinare, osservo la lista di libri che dovrebbero arrivare a breve.
Il lavoro è molto ma sinceramente mi diverto, è bello che la mia vita gira solo e soltanto intorno ai libri.

Altro che gli uomini, la vita da single è decisamente meglio. Mi sento libera da qualsiasi impegno e non ho bisogno di dar conto a nessuno se non a me stessa.

Oggi per fortuna non c'è molta clientela, sono occupata a sistemare un'infinità di libri e penso che ci impiegherò come minimo mezza giornata.

Ma almeno dopo mi aspetta un grazioso croissant al cioccolato del mio fornaio Pierre, che mi tratta come se fossi sua figlia.

Non ricordo niente dopo l'incidente in auto, neanche chi fossero i miei genitori, se ho mai avuto amici o addirittura un fidanzato.

Pierre è l'unica colonna portante della mia vita, è un signore bassino sulla sessantina.

Mi offre sempre da mangiare ed è un ottimo ascoltatore.

Sua moglie è deceduta pochi anni fa poco prima che ci conoscessimo. Si vede che ci sta molto male, lo noto da come i suoi occhi brillano mentre parla di lei.

A volte mi domando se mai un uomo possa innamorarsi di me come Pierre si è innamorato della sua Louise.

Per me sono la figura esatta dell'amore.

Lui la pensa, ogni giorno, nonostante la sua assenza sia un'abitudine nella sua vita.

Ma pensando a cose felici adesso, devo subito mettermi a lavoro.

Procedo nel reparto fantasy nell'esatto momento in cui sento il campanellino della porta suonare.

<<Buongiorno, c'è qualcuno?>>

Una voce maschile con un accento inglese entra girandosi intorno, riesco a vedere solo le sue spalle e i capelli biondi pettinati all'indietro alla perfezione.

Mi sistemo il vestito cercando di fare bella figura siccome è il mio primo giorno da direttrice.

Avanzo lentamente verso l'uomo in giacca e cravatta di fronte a me.

<<Salve, ha bisogno di una mano?>>

Nel momento in cui si gira avverto come una forte fitta allo stomaco mentre i miei occhi incontrano i suoi azzurri come il ghiaccio.

Ha un viso familiare, forse me lo sarò immaginato mentre leggevo un libro o forse in un sogno.

Lui continua a guardarmi, mi spaventa il modo in cui mi analizza senza rispondermi.

Ma alla fine sto facendo la stessa cosa anche con lui, non ha senso prendersela per così poco.
Chissà, magari mi trova attraente esattamente come io trovo lui.

<<Sto cercando il romanzo Divided Souls, di Katherine Millais.>>

Come può conoscere un romanzo appena uscito?
Io l'ho letto in una sola notte precisamente ieri, è uno dei libri più emozionanti che abbia mai letto.

<<Può seguirmi da questa parte.>> Ritorno nel reparto narrativa sentendomi molto a disagio mentre mi segue.

Afferro il libro dallo scaffale porgendoglielo, lui nel prenderlo mi sfiora le dita. Un gesto che mi fa palesemente rabbrividire ma che non cerco di dar molto a vedere.

Non capisco cosa mi stia prendendo, non mi è mai successa una cosa del genere con un cliente.

<<Ha bisogno di qualcos'altro?>>

<<No, solo questo.>>

Ritorniamo in cassa procedendo al pagamento, ma improvvisamente, lui spezza il silenzio imbarazzante.

<<C'è un buon fornaio nelle vicinanze?>>

<<Qui sulla destra c'è un forno chiamato Pierre, si fidi che è il fornaio più bravo di tutta Parigi.>>

<<Lo sai parlare bene l'inglese, dove lo hai studiato per saperlo così?>>

<<Non lo so, ti sembrerà buffo ma ho perso la memoria dopo un incidente stradale.>>

<<Capisco.>>

Mi paga il libro mentre poi io gli restituisco il resto di ben cinquanta euro.

Sembra che ne se stia andando ma poi si ferma di scatto osservandomi.

<<Posso chiederti come ti chiami?>>

<<Ophelia. E il tuo nome?>>

<<Draco.>>

Draco. Un nome molto fantasioso, molto da libro di fantascienza.
Che però mi sembra di aver già sentito una volta.

Io quest'uomo già l'ho visto da qualche parte.

<<Hai un volto conosciuto, Ophelia, è come se già ti conoscessi.>>

Allora non l'ho notato solo io.

<<Lo sa che anche tu mi ricordi qualcuno? Ma non riesco a collegare bene le immagini mentali.>>

<<Magari potremmo esserci già incontrati, ma non riesco proprio a ricordare dove. >>

Quest'uomo nasconde una storia, dietro i suoi occhi azzurri posso scoprire delle verità, verità che potrebbero farmi male, oppure il contrario.

Si avvicina alla porta senza smettere di guardarmi.

<<Passerò di nuovo domani, mi fermerò a Parigi per un po'.>>

<<Mi troverai qui allora.>>

Posa la mano sulla maniglia placcata dorata con un piede sull'uscio della porta.

<<Mi raccomando, non dimenticarti di me, Ophelia.>>

<<Non lo farò, Draco.>>

                                                                        The end

Divided souls  - Draco MalfoyWhere stories live. Discover now