Divided souls - Draco Malfoy

Alla fine del mondo

"Nell'oscurità, due ombre si avvicinano attraverso il crepuscolo fitto e senza speranza. Le loro mani s'incontrano e la luce si riversa inondando ogni cosa, come cento urne d'oro che, aperte, fanno uscire il sole."

Chiudo il romanzo col cuore in gola terminando così La canzone di Achille, che ormai si è aggiudicato il primo posto sulla classifica dei miei libri preferiti.

Sono le sei del mattino, l'ho iniziato ieri sera mentre Draco si era addormentato sulla mia spalla, stanco dai tanti allenamenti dell'ultimo mese.

Ho passato letteralmente l'intera notte a leggere, mi sono immersa in una Grecia idilliaca meravigliosa con una tipologia di scrittura abbastanza romanzata che mi ha permesso di sognare ad occhi aperti le vicende tra Achille e Patroclo.

Una coppia identificata come "migliori amici" o addirittura "cugini", secondo la mentalità bigotta degli insegnanti di letteratura che si spaventano solo a nominare la parola "omosessuale".

Ma come narrano i poeti, Achille e Patroclo si completavano rappresentando un rapporto che andasse oltre la semplice amicizia.

O come afferma Patroclo nel libro: "Lui è la metà della mia anima, lo riconoscerei solo toccandolo, dal suo profumo, lo riconoscerei se fossi cieco, dal modo in cui respira, da come i suoi piedi sferzano la terra. Lo riconoscerei anche nella morte, alla fine del mondo."

Achille lo aveva già capito cosa fosse per lui Patroclo, non gli interessavano la marea di ragazzi simpatici e socievoli che si impegnavano a fare amicizia con lui.

Perché il ragazzino esile dai capelli castani, che si rifugiava sempre in un angolo isolandosi dal mondo, fu l'unico a catturare la sua attenzione.

A volte non servono grandi gesti, ma può bastare un solo sguardo, ma loro cosa potevano mai sapere, cosa avrebbe scaturito un semplice scambio di sguardi?

All'inizio della guerra, Achille non aveva motivazioni per uccidere Ettore, si domandava: perché dovrei ucciderlo? Non mi ha fatto niente.

Leggere quella frase pur sapendo il resto della storia siccome la loro è una vicenda studiata durante i primi anni di scuola, fu un colpo allo stomaco.

Un uomo valoroso come Achille mai avrebbe potuto pensare che Ettore sarebbe stata la causa della sua disgrazia, della sua rovina.

<<Buongiorno piccola!>>

Mi volto nella direzione degli occhi azzurri della persona che amo.

<<Buongiorno.>>

<<Già sveglia?>>

<<A dir la verità ho letto tutta la notte.>>

<<Tu non stai bene.>>

<<Non ci sono riuscita a interrompere la lettura, me ne sono pentita ma molto probabilmente lo rifarei.>>

<<Non ti capiró mai, Grace!>>

                                      ✨✨✨

Osservo con la coda dell'occhio Adam e Paige che seguono con falso interesse la lezione di Erbologia, sono trascorse settimane da quella nostra chiacchierata, non mi hanno infastidita e non hanno neanche provato a rivolgere la parola a Draco.

Ci siamo tenuti a debita distanza, non so se esserne felice o preoccuparmi, non è normale che prima mi minacciano dicendomi di divulgare quel materiale in giro e poi neanche mi guardano in faccia quando mi passano accanto.

Draco ovviamente non sa nulla, non ho voluto rovinare questa pace che regna tra noi da quando è tutto tornato alla normalità.

Forse dovrei dirglielo, ma ho intenzione di aspettare ancora un po', mi sto godendo a pieno questi momenti e non voglio che i dispetti di Adam e Paige li distruggano.

Il pensiero che più mi rende felice è che da domani avremmo tre giorni di vacanze, e io e Draco abbiamo intenzione di trascorrerli a Malfoy Manor.

Avremmo tutta la villa a nostra disposizione e saremmo solo io e lui, come una vera coppia.

Mi accorgo del suo sguardo mentre mi osserva dal banco poco lontano dal mio.
Forse lo stava già facendo prima, è davvero dolce mentre lo colgo di sorpresa a guardarmi.

Mi guarda come pochi hanno mai fatto, il suo è uno sguardo sincero, privo di giudizio.
Non ho paura di mostrarmi per quello che sono o non mi preoccupo se magari in quel momento sono struccata con qualche brufolo oppure ho i capelli fuori posto, perché davanti ai suoi occhi sarò sempre perfetta.
Forse non lo sono, non mi sento bellissima, ma basta vedere come mi guarda, che inizio ad accettarmi.

✨✨✨

<<Cosa pensi di portarti?>> Domanda Clary mentre apre il mio armadio.

<<Saranno solo tre giorni, penso pochi vestiti. Alla fine resteremo in villa, non usciremo.>>

<<Mh, questo completino rosso di pizzo mi piace, potresti mettertelo domani così appena arriverete lí ci sarà una bella sorpresa.>> Mi lancia sul letto quel completo facendomelo arrivare in faccia.

<<Non sarà certamente una novità per lui.>> Esclamo ridendo.

<<Ehm, cosa sono queste?>> Vedo che tiene tra le mani un paio di manette.

Corro cimentandomi su di lei prendendogliele immediatamente.
Che imbarazzo.

Mi osserva con sguardo malizioso.
<<A te e Draco piace giocare a guardie e ladri? Immagino che tu sia la criminale e lui il poliziotto che ti arresta!>>

<<Clary! Ti prego!>> Provo ad essere seria ma scoppio subito a ridere con lei dopo di me.

La porta della camera improvvisamente si apre.
<<Perché ridete?>>
Draco ci guarda scandalizzato.

<<Oh, niente di che, adesso vi lascio giocare da soli.>>
Clary si avvicina a lui dandogli una pacca sulla spalla sparendo successivamente fuori dalla stanza.

Io scoppio di nuovo a ridere guardando la faccia confusa di Draco.

<<Perchè hai le manette in mano?>>

<<Clary le ha trovate mentre scovava nel mio armadio.>>

Si avvicina prendendole a sua volta.

<<E tu lo trovi divertente?>> Mi afferra i polsi voltandomi di spalle sbattendomi contro le ante dell'armadio.

Avverto il suo corpo a stretto contatto con il mio mentre mi respira nell'orecchio.

<<Sei una ragazza cattiva, non ti è concesso ridere.>>
Il metallo delle manette mi sfiora la pelle avvolgendo i miei polsi ormai in trappola.

<<Questo chi lo decide?>>

Mi sposta obbligandomi a poggiare il busto sulla scrivania piegandomi.

<<Adesso te lo mostro.>>

Mi abbassa con forza i pantaloni regalandomi una pacca chiassosa sui glutei, dopodiché, dopo aver infilato le dita al mio interno facendomi eccitare in cosí poco, mi penetra fortemente fino a farmi gridare il suo nome.