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Guardavo le persone attorno a me sempre con estrema attenzione. Mi piaceva pensare che un giorno, la mia generazione avrebbe portato la rivoluzione che serve al mondo dominato da nazionalisti egocentrici interessati solo al loro potere. Così, mi impegnavo nel mio piccolo a combattere delle battaglie per il giusto.

Già, facevo parte di quella schiera di persone che classificano tutto in due grandi categorie: giusto e sbagliato o bene e male.

«Smettila.» sentenziai a braccia conserte.
«Di fare cosa?» ammiccò lui divertito.
«Di prenderlo in giro.»
«È una battuta Ang, sta calma.» sbuffò irritato.
«Tu al suo posto come la prenderesti?» chiesi «Se qualcuno ti dicesse "ultimamente mi sembri un bambinone"?»
«È mio fratello, per diamine!» gracchiò Josh.
«Non hai risposto alla mia domanda.»
«Rispondi tu alla mia.» si avvicinò con il suo modo da incantatore di serpenti «Credi davvero di poter salvare il mondo in questo modo?»
«Josh, lasciala in pace.» lo ammonì Jason davanti alla playstation.
«Forse sì, sicuramente porterò un cambiamento migliore più concreto del tuo.» risposi a tono.
«Ang, però, così lui non la smette.» soffiò Jas.
«Sei un'illusa, sei stata ingannata dal sistema come tutti. Il mondo sarà sempre dominato dal male.» ammiccò «E sai perché? Il male può mostrarsi per quello che non è, così un potete uomo ricco che sfrutta i bambini si mostra come un caritatevole benefattore, mentre i buoni non possono fare la stessa cosa, non hanno il dono del doppiogiochismo.»

«Ang non rispondere, o ti farà il lavaggio del cervello.» suggerì Jas mettendo in pausa il gioco.
«Lingua tagliente.» scossi la testa in totale disappunto dalla sua saccenteria.
«Non dovevi difendermi, so farlo da solo.» borbottò sottovoce Asher.
Sbuffai accomodandomi accanto a Jas.
«A volte mi chiedo come faccia a gestirvi tutti Shailene.»
«In realtà non lo fa, ci lasciano liberi nelle nostre scelte, poi quando combiniamo qualcosa di grosso ci rimprovera insieme a papà.» sorrise Jas.
«A proposito, quanto altro tempo starà via?»
«Non lo so, papà ci ha detto più del previsto.»
«È già passata una settimana dalla sua partenza e mi sembra un'eternità.» sospirai.

«Non dirlo a me, oltretutto non la possiamo sentire nemmeno al telefono.»
«Perché?» aggrottai le sopracciglia.
«Papà dice che dobbiamo lasciarle il suo spazio, che il motivo per cui è partita è proprio quello di staccare la spina dai nostri guai.» fece spallucce celando la piccola ferita provocata dal padre.
«Che strano...» commentai sottovoce «Shailene è così legata a tutti voi che mi sembra impossibile decida da un giorno all'altro di non volervi sentire più, fra l'altro ve lo aveva chiesto espressamente di chiamarla.»
«Beh sai che combiniamo molte stupidaggini, magari non vuole sentire spiacevoli notizie.»
Lasciai da parte il mio sospetto.

«Ehi!» gracchiò Asher «Potreste fare più piano?! Io sto studiando.»
«Beh allora vai in camera tua.» si lamentò Jas.
«Jas.» lo ammonii.
«Potresti andarci tu.» constatò il fratello.
«Sto giocando, non vedi?» gli mostrò il joystick.
«Dai andiamo in camera.» trascinai il mio migliore amico per il polso, al piano superiore.

La settimana dopo, ero seduta a terra con mio fratello. Indicai una carta coperta.
«Dai non vale!» piagnucolò «Non puoi vincere sempre.»
«Adham la partita di prima l'hai vinta tu, facciamo un po' per uno.»
«Le altre volte vinci sempre tu.» continuò a lagnarsi.
«Va bene.» sbuffai «Questa.» indicai un'altra carta che sapevo fosse errata.
«Hai sbagliato.» mi fece la linguaccia lui.
«Sei un furfante!» gli pizzicai i fianchi.
Lui scoppiò in una rumorosa risata.

«Dai!» squittì. Quando si divincolò dalle mie torture scappò, perciò lo rincorsi.
«Sto venendo a prenderti, Adham.» alzai la voce con tono minaccioso, cercando sul corridoio il mio piccolo fratello di 8 anni.
«Aiuto!» gridò lui.
Imitai il verso di un tiranno sauro rex ormai giunto alla fine dei suoi giorni.

Unconditionally mine || Saga Harrisonحيث تعيش القصص. اكتشف الآن