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Mi svegliai il giorno seguente con il mal di testa. Non avevo dormito un granché, avevo passato la notte a riflettere. Asher, dal canto suo, si era addormentato con le spalle rivolte verso di me proprio sul bordo del letto, il più lontano possibile. Non si era spostato nemmeno un po'.

«Buenos dìas, Ang.» mi salutò Rosa indaffarata ai fornelli assieme ad un altro domestico.
«Buongiorno Rosa, avete dell'aspirina qui?» chiesi.
Lei aprì una dispensa, prese un bicchiere d'acqua e mi passò il tutto in men che non si dica.
«Serata difficile?»
«Un disastro.» commentai.
«Posso immaginare, ho visto Jason girovagare per la casa come un fantasma questa mattina alle 5.»
Corrugai la fronte.
«Forse non riusciva a dormire.» suggerii.
«Non so, non ha fatto nemmeno colazione, è sceso in palestra subito.» mi informò «Dovresti andare a parlargli, magari un'amica saprà convincerlo a salire per fare colazione.»

Con titubanza seguii il consiglio di Rosa. Non era una buona idea, soprattutto non dopo come ci eravamo lasciati io e Asher la sera prima. Se mi avesse di nuovo beccato con Jas, chissà cosa avrebbe pensato.

«È un po' presto per essere già così sudato.» osservai accomodandomi su una panca.

Posò il bilanciere carico di pesi e ansimante mi guardò.

«Non sono riuscito a dormire.» disse.
«Come mai?» chiesi sorseggiando la tazza di caffè che Rosa mi aveva dato.
«Lo sai.»
«Jas non preoccuparti per me e Asher, noi troveremo una soluzione, tu non c'entri nulla in tutto questo, riguarda solo noi due.»
«No, non è per quello...» si grattò il capo «...ricordi quando ti ho detto ieri mattina che ho sognato parte della serata?» annuii «Ecco, quando mi sono addormentato, ho fatto di nuovo lo stesso sogno e non sono più riuscito a chiudere occhio.»
Deglutii.

«Che cosa hai sognato?» chiesi quasi in un sussurro. Temevo la sua risposta.

Sospirò e si accomodò alla panca di fronte alla mia.

«Non è un sogno nitido, è come se fossi ubriaco. La testa gira e tutto mi sembra confuso, vedo solo il momento in cui ti stavo spogliando e stavo dicendo cose senza senso.»

«Allusive al sesso.» aggiunsi «Stiamo facendo lo stesso sogno Jas.»

«Quindi non è solo un sogno.» osservò cupamente. «L'hai detto ad Asher?»
Scossi il capo. «Non è un buon momento per dirglielo.»
«Mi sembra così assurdo, Ang. Io non ti ho mai pensata in quel senso e quando faccio quel sogno mi sento un'altra persona.»
«Anche per me è così e fatico a capire come siamo arrivati a tanto quella sera.» sorseggiai il caffè.

«Mi auguro almeno che la performance sia valsa le conseguenze che abbiamo avuto.» disse tornando a concentrarsi sull'allenamento.
«Jas» sorrisi.
«Oh avanti, dobbiamo ironizzarci su, tanto ormai quel che è fatto è fatto, tu stai riconquistando Ash, ed io...bè mi sto concentrando su me stesso.» indicò il bilanciere.

Era il momento giusto per dirgli che avevo visto Tess e ne avevamo parlato, ma la sua minaccia echeggiava ancora nella mia mente.

«Ehi, perché non vieni a fare colazione? Rosa mi ha detto che sei sceso qui senza farla. Sai quanto è riguardosa.» sorrisi.
«In effetti ho un po' di fame, se non ha ancora preparato i pancake, ci penso io.» disse seguendomi per le scale.

«Buoni i tuoi pancake!» esclamai ricordando i bei vecchi tempi, quando qualche mattina me li portava in un sacchetto di carta. Jas adorava cucinare ed era superbo nel farlo.

Raggiungemmo Rosa e come si aspettava, non aveva preparato ancora i pancake. Così iniziammo a pesare tutti gli ingredienti e ci facemmo aiutare da Rosa a trovarli nell'immensa cucina. Avevamo occupato praticamente tutto l'isolotto centrale, ma dovevamo prepararli per tutti gli Harrison.
Qualche minuto dopo, li stavamo già cuocendo.

Unconditionally mine || Saga HarrisonWhere stories live. Discover now