25. The Ruthless Voice

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"Ci sono abituato" mi consola Shiva, con una certa condiscendenza.

La frase resta lì sospesa, come una ghigliottina.

Mi chiedo cosa intenda dire con precisione: che è abituato a sentirmi straparlare, o che è abituato a essere sottovalutato.

A giudicare dalla sua espressione, pare essere un misto di entrambe le cose.

"Mi dispiace" ammetto, "Ho parlato da vero stronzo"

"Fa niente" concede Shiva, ancora, con un sorriso tirato, "Sei sconvolto"

Poso la testa contro la sua spalla, senza dire niente, e lui me lo lascia fare.

Sento la sua tempia abbandonarsi contro la sommità del mio capo, dopo un attimo di esitazione, ma nessuno dei due ha bisogno di parlare.

Il perdono di Shiva è come lui: silenzioso.

"Quindi..." sussurro, tentando di sdrammatizzare, "Ora mi dirai che Phineas è sposato, immagino"

Shiva ride a bassa voce, mi allontana con un pugno gentile sulla spalla.

"Quasi" conferma, sorridendo, "Lui e la sua ragazza stanno insieme da quando avevano sedici anni"

"Me ne vado" mormoro, il tono del tutto vacuo, alzandomi di scatto in piedi.

Shiva scoppia a ridere e mi strattona dalla mano, facendomi ricadere sul divano.

"Smettila di essere così drammatico" mi rimprovera, alzando gli occhi al cielo, "Mo e Phineas erano vicini di casa, a York. Le loro famiglie sono molto amiche. Sono cresciuti insieme, si sono innamorati e stanno insieme da allora. Lei studia finanza alla London School of Economics, a Londra"

Ascolto il suo veloce riassunto senza ribattere, mentre uno strano senso di malessere mi pervade lo stomaco.

"Sono un amico di merda" commento, infine.

Shiva raccoglie al petto le lunghe gambe, incrociandole e ruotando il busto per guardarmi in viso.

"Vero" conferma, sorridendo, "Per quale motivo in particolare?"

Mi strappa un sorriso e una lieve spallata.

"Mi sembra di non conoscervi per niente" confesso, a bassa voce.

Detesto questo bisogno, questa necessità di controllo che mi spinge a dover sapere, a dover ricondurre l'intero spettro dell'esistenza altrui sotto la mia egida.

Ma non riesco a frenarlo.

Non riesco a zittire quella voce che in questo momento mi sussurra che, se non so così tante cose dei miei amici, forse è perché non siamo amici per niente.

"Se vuoi il mio parere, Cass" ride Shiva, dolcemente, "Sai fin troppe cose per essere uno che conosco da neanche due mesi"

Shiva, il mio grillo parlante.

La sua voce, abbastanza forte da poter sperare di surclassare quell'altra.

"Sono stati due mesi intensi" mi giustifico, ancora un po' cupo.

Lui scrolla le spalle.

"Io non so praticamente nulla di te, amico. Per quanto ne so potresti essere una spia russa" spiega, allegro, "Ma la verità è che non mi interessa. Avrò tempo per imparare di che colore sono dipinte le pareti della tua casa ad Oxford, o l'età in cui hai iniziato ad allacciarti le scarpe da solo. Abbiamo tutta la vita per conoscerci meglio. Quando sono con te sono me stesso, però, e questo è tutto ciò che conta. Il resto è fatto di dettagli che possono attendere"

𝐀𝐔𝐃𝐄𝐍𝐓𝐄𝐒 𝐅𝐎𝐑𝐓𝐔𝐍𝐀 𝐈𝐔𝐕𝐀𝐓 - mclennonDonde viven las historias. Descúbrelo ahora