Capitolo 39

855 46 3
                                    

Un anno e mezzo dopo.

<<Mamma sbrigati o faremo tardi.>> urlo dall’ingresso di casa. Mia madre mi raggiunge e insieme a mio padre ci avviamo alla macchina.
Sono agitatissima, oggi è uno dei giorni più importanti della mia vita. Sto per laurearmi.
In questo anno e mezzo non l’ho mai più rivisto, nemmeno di sfuggita. Non so dove sia ne che fine abbia fatto. I primi mesi in seguito al giorno che Riccardo è uscito da quell’aula sono stati i più difficili. Ma per mia fortuna ho sempre potuto contare sui miei due amici Vittorio e Michele. Ho cambiato casa perché quella di prima mi riportava alla mente troppi ricordi; ho tagliato i capelli in un caschetto, perché sapevo quanto Gli piacesse arrotolarsi le mie lunghe ciocche di capelli intorno alle dita. Per quanto riguarda il dolore ho imparato a conviverci. Spesso riesco a pensare a lui anche senza piangere, ma facendomi spuntare un flebile sorriso.
Mio padre ferma la macchina davanti all’università e ci dice di scendere. Appena varco le porte dell’edificio l’ansia cresce a dismisura. Io e mia madre ci avviamo all’aula Magna. Una volta entrate faccio accomodare mia madre in uno dei posti riservati ai parenti e poi io raggiungo Mattia, Vittorio e Michele. <<Ragazzi.>> li saluto <<Ehi.>> mi saluta Vittorio <<Sei pronta?>> <<No. E voi?>> chiedo agitata. Tutti e tre scuotono la testa in segno di no e poi scoppiamo tutti in una risata nervosa.
Ci accomodiamo ai nostri posti e aspettiamo che la cerimonia inizi.

Siamo al quinto laureando, e dopo di lui toccherà a me discutere la mia tesi. Mi sto torturando le mani.
Appena viene pronunciato il mio nome schizzo in piedi, e con le gambe tremanti mi avvio verso il palco. Alzo lo sguardo sul palco e mi arresto sui miei stessi passi. Vedo i professori schierati uno di fianco all’altro insieme al rettore, pronti a fucilarmi. L’ansia sale alle stelle, inizia a mancarmi il respiro, la testa inizia e girarmi e la vista mi si appanna per un attacco di ansia. Per riuscire a mantenermi in piedi afferro lo schienale della prima sedia che trovo, e la stringo forte cercando di far entrare più aria possibile nei polmoni. All’improvviso sento un profumo che riconoscerei tra mille. Alzo lo sguardo e vedo Riccardo che mi sorregge per un braccio, con il viso preoccupato.
È come me lo ricordavo, ha solo la barba un po’ più lunga rispetto a prima, ma è sempre bellissimo. Il piercing che portava al sopracciglio è diverso, adesso è nero.
<<Fai profondi respiri.>> mi dice e io lo imito mentre anche lui inspira e espira con me. Appena mi sono calmata mi lascia andare e mi indica il palco <<Non hai niente da temere. Fagli vedere quanto vali.>> poi delicatamente mi sospinge verso i scalini che conducono al palco. Uno alla volta li salgo con le gambe tremanti.
Di fronte a me ci sono i professori e alle mie spalle la platea. Mi giro verso di essa e sgorgo i miei genitori che mi guardano con occhi lucidi, poi cerco lo sguardo dei miei amici e li vedo farmi un segno di incoraggiamento, infine incontro lo sguardo di Riccardo. È poggiato ad una parete con le mani incrociate al petto e mi sta fissando, mi sorride e in quel sorriso trovo il coraggio per girarmi verso i professori e iniziare la mia esposizione. Mi  siedo sulla sedia posta difronte ai professori al centro del palco, mi schiarisco la voce e inizio a parlare senza più fermarmi.
Al termine della discussione della tesi, i professori si alzano e iniziano ad applaudire seguiti dall’intera platea mentre io resto sbalordita ed estasiata.
Mi giro alle mie spalle e vedo i miei genitori piangere a dirotto, i miei amici applaudire forte e Riccardo sorridermi orgoglioso.
Dopo aver stretto la mano a tutti i professori, scendo dal palco e senza pensarci due volte, indifferente della presenza dei miei genitori o quella dei professori, corro tra le braccia di Riccardo che prontamente mi soleva da terra facendomi girare insieme a lui. Mi poggia con i piedi per terra e mi sussurra <<Ero sicuro che avresti fatto grandi cose.>> e dandomi un bacio sulla fronte, per l’ennesima esce dalla mia vita, uscendo dall’aula Magna senza girarsi in dietro.

Tutta colpa degli Affari [COMPLETA]Where stories live. Discover now