Capitolo 15

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Quando rientro a casa vengo subito assalita da Serena: <<Allora?>> mi chiede incuriosita. Mi metto a ridere come una scolaretta imbarazzata e gli rispondo: <<Non è successo quello che pensi tu.>>
Rimasta delusa dalla mia risposta mi dice: << Vuoi farmi credere che avete passato la notte a giocare alla play o a fare pasticcini?>> poi aggiunge facendomi l'occhiolino: <<Spero per voi che ci sia stata la panna!>>
<<Oh Dio!>> esclamo imbarazzata <<Qualcosa è successa, ma non lo abbiamo fatto. Adesso smettila perché non ti racconterò i dettagli.>> Lei sbuffa, finge di mettere in broncio e se ne torna in camera sua.
Trascorro il pomeriggio a riordinare gli appunti del giorno precedente. Verso le sette di sera Riccardo posta uno stato su instagram, una foto in cui abbraccia un suo collega di lavoro.
Verso le nove Gianluca passa prendere Serena per uscire. Io mi ordino una pizza e mi scarico un film romantico. Prima di andare a dormire vedo che Riccardo ha messo un altro stato: il menu della serata e ha taggato il locale dove lavora.
Quando mi sveglio il giorno dopo, in corridoio incontro Gianluca che si infila velocemente nella camera di Serena.
Mentre mi preparo la colazione vedo che Ricardo, verso le tre di notte ha messo un altro stato. È un video di lui che canticchia l'inno della Roma mentre sistema le sedie sui tavoli del locale dove lavora.
Passo la mattinata a studiare chimica, facendo finta di non sentire gli schiamazzi e i gemiti che provengono dalla stanza di fronte alla mia.
Prima di pranzo Gianluca va via, Serena bussa alla mia porta ed entra. Ha i capelli scompigliati e un sorriso che illumina tutta la camera. Ascolto il suo racconto della serata di ieri sera: sono andati a mangiare una pizza, poi sono andati al Lux dove c'era una festa, poi sono tornati a casa. Quando ha iniziato a raccontarmi i particolari l'ho fermata: <<Sere, non voglio sapere cosa avete fatto una volta tornati a casa. È imbarazzante. Non voglio sentire i particolari della vita sessuale di un mio amico.>> Di solito ho sempre ascoltato i racconti delle notti di passione di Serena, ma stavolta è diverso. Gianluca è un mio amico e mi mette in imbarazzo immaginarlo a letto con la mia amica.
Serena sbuffa ed esce dalla mia stanza: <<Che noia che sei!>> mi dice chiudendosi la porta alle spalle. Per il resto della giornata studio. Di Riccardo nessun segno.
Il giorno seguente mi siedo al mio posto e aspetto che arrivino i ragazzi. Il primo ad arrivare è Mattia, parliamo di chimica, dell'esonero e del suo costante mal di schiena. Arrivano Vittorio e Michele e si aggiungono alla conversazione. Dopo dieci minuti sento il formicolio alla base della schiena, mi giro e lo vedo. Mi fa l'occhiolino mentre si siede vicino a me e mette il braccio sulla mia sedia. Saluta gli altri e inizia a conversare con loro. Noto che sta ben attento a non toccarmi con nessuna parte del corpo. Allora allargo le gambe per far toccare il mio ginocchio al suo, ma lui lo allontana. Ci resto di merda mentre lui continua a parlare con i ragazzi come se niente fosse delle partite che sono state giocate nel fine settimana.
Esaurito il discorso calcio Michele si rivolge a Riccardo: <<Com'è andato il fine settimana?>> gli dice ammiccando.
Riccardo mi rivolge un veloce sguardo e risponde: << E' stato noioso. Ho lavorato fino a tardi.>>
La professoressa inizia a spiegare e loro smettono di parlare. Cerco di concentrarmi su quello che spiega, ma non ci riesco. Noioso, ha detto che è stato noioso. Non so sentirmi offesa per aver definito la nostra nottata noiosa, contenta perché ha evitato di raccontare i particolari ai nostri amici, o sollevata nel sapere che ha lavorato fino tardi e non si è visto con nessun'altra. Ma posso comunque sentire il rumore della crepa che mi si forma nel cuore.
Durante la pausa mi alzo per andare in bagno, e poi torno in aula senza raggiungere i ragazzi. Mentre scorro le notizie su facebook sento Gianluca sedersi dietro di me e salutarmi: <<Ciao Fede, gli altri?>> <<Fuori a fumare.>> rispondo. <<Li raggiungo, vieni?>> faccio no con la testa e lui mi guarda incuriosito: <<E' tutto ok?>> <<Certo.>> rispondo freddamente. Capisco che non mi crede, ma comunque annuisce e raggiunge gli altri. Dopo circa dieci minuti i ragazzi tornano, e quando prendono posto intorno a me avverto l'odore acre dell'erba. Guardo in faccia Riccardo e vedo che ha gli occhi arrossati e le pupille dilatate.
Gianluca mi tocca sulla spalla per richiamare la mia attenzione e io mi giro verso di lui. I suoi occhi sono messi nello stesso stato di quelli di Riccardo: <<Sere vuole che ti dica che non mi intessa se ti racconta di quello che facciamo a letto. Non mi da fastidio.>> << Da' fastidio a me.>> gli rispondo freddamente. Mi sento lo sguardo di Riccardo addosso.
Gianluca mi guarda con un sorriso beffardo e mi chiede: <<A te com'è andata venerdì notte invece?>>
Riccardo sferra un calcio al suo amico sotto al banco e io mi giro di colpo verso lo stronzo seduto affianco a me. Glie lo ha detto. Gli ha raccontato di noi e di venerdì notte. Rispondo a Gianluca fissando Riccardo con disprezzo: <<Sono uscita con Sere. Il resto della notte è stata molto noiosa. Ripensandoci è stata una nottata che mi sarei potuta risparmiare.>> Gianluca scoppia a ridere mentre Riccardo gli sferra un altro calcio. Mi giro avanti e riprendo a seguire la lezione che è appena ricominciata.

Durante il pranzo cerco di mantenermi a debita distanza da Riccardo e a evitare il suo sguardo.
I ragazzi stanno parlando delle migliori palestre di Roma, io poso nello zaino il porta pranzo e vado in bagno. Quando esco in corridoio incontro Riccardo che cammina verso di me, decisa ad evitarlo cammino guardandomi i piedi. Ma lui mi raggiunge mi prende per un polso e mi spinge ad entrare nell'aula affianco a noi. L'aula è vuota e le luci sono spente. Riccardo con il suo corpo mi spinge con la schiena vicino al muro.
Tra i denti mi sussurra all'orecchio: <<"Una nottata che mi sarei potuta risparmiare"?>> mi chiede ripetendo le mie parole. Gli poso le mani sul petto per spingerlo via, ma lui è più forte e non riesco a spostarlo nemmeno di un centimetro: <<"E' stato noioso">> dico ripetendo la sua frase << il tuo fine settimana?>> Capisce l'antifona e si avvicina di nuovo al mio orecchio: <<Forse ho solo bisogno che mi rifreschi la memoria.>> Provo a spingerlo di nuovo via, ma non si sposta. Lui appoggia entrambe le mani al muro ai lati della mia testa e preme il suo corpo al mio. Mi guarda in faccia e mi dice: <<Avresti preferito che raccontassi agli altri di come ti ho fatta venire una, due, tre, quattro volte?>>
Toglie la mano destra dal muro e la porta sul mio sedere per stringermi ancora di più a se. Si avvicina di nuovo all'orecchio e inizia a leccarmi e a mordicchiarmi. Provo ancora a spingerlo via, ma con meno determinazione. Lo sento sorridere vicino al mio orecchio: <<Smettila di resistermi, lo sappiamo entrambi che se ti infilo una mano nelle mutande, ti trovo bagnata fradicia.>> Cazzo se ha ragione. Avvicina le sue labbra alle mie e mi bacia lentamente, mentre io gli butto le braccia al collo. Mi afferra il sedere con entrambe le mani e mi solleva da terra, gli avvolgo le gambe intorno alla vita e lui mi spinge contro il muro. Sento la sua erezione premere tra le mie gambe e mi bagno ancora di più. Si struscia contro di me ed entrambi gemiamo. Il suo telefono inizia a vibrare nella tasta posteriore dei jeans. Non smette di baciarmi. Lo prende e fa partire la segreteria telefonica, senza vedere chi è, e lo riposa in tasca. Continua a strusciarsi forte contro di me, e dopo un attimo il suo telefono riprende a vibrare. Smette di baciarmi e poggia la fronte alla mia sbuffando dalla frustrazione. Io gli tolgo le gambe dal bacino e vede chi lo sta chiamando: <<E' Gian.>> risponde e si allontana arrivando quasi dall'altro lato dell'aula. << Gian.>> ascolta cosa gli dice il suo amico. È pensieroso, si gratta la nuca e poi risponde: << Digli che per stasera non è così tanta, posso dargliene soltanto la metà. Domani vado da Antonio e gli prendo il resto.>> A sentire quel nome mi corre un brivido freddo lungo tutto il corpo.
Chiude la chiamata e torna da me: <<Andiamo, tra un po' inizia la lezione.>> mi dice freddo. Lo fermo e gli chiedo: <<Perché a Gianluca l'hai detto?>> Con un'espressione accigliata mi risponde: <<E' come un fratello.>> e fa spallucce. Gli sorrido e lui ricambia. Mi da un bacio veloce e usciamo dall'aula. I ragazzi non hanno nemmeno fatto caso alla nostra assenza. Prendiamo di nuovo posto in aula e Riccardo mi mette il braccio dietro la schiena sulla sedia e continua a non sfiorarmi. La mia pelle brucia dalla voglia di sentire il suo corpo a contatto con il mio. Mi giro verso di lui e lo guardo, lui se ne accorge e ricambia il mio sguardo. Provo ad avvicinare di nuovo il mio ginocchio al suo, ma si allontana di nuovo. Insisto allargando ancora di più la gamba per raggiungere il suo ginocchio. Solleva il sopracciglio con il pearcing con fare interrogativo. Guardo le nostre ginocchia che si stanno toccando e lui segue il mio sguardo. Capisce finalmente che sto cercando un contatto fisico con il suo corpo ed è lui che si sposta più vicino a me. Ora i lati delle nostre cosce sonno appiccicate. Mi fa l'occhiolino e io mi sento felice come una bambina che la mattina di Natale riceve il regalo che voleva. Mi giro avanti e seguo la lezione.

Tutta colpa degli Affari [COMPLETA]Where stories live. Discover now