Capitolo 25

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Per tutta la serata di Riccardo non ho nessuna notizia, anche perché, nonostante quello che sia successo tra di noi non mi ha ancora sbloccata su tutti i social. Ci sto male, di nuovo. Ma penso al fatto che comunque sta lavorando e anche volendo non ne avrebbe avuto il tempo.
Domenica mattina mi sveglio con la speranza che mi abbia sbloccata, scritta o chiamata, ma niente di niente.
Passo tutta la giornata a studiare. Ho spento il cellulare per impedirmi di controllare ogni cinque minuti se ci fossero notifiche da parte sua. Dopo cena riaccendo il cellulare per chiamare casa e scopro che Riccardo prima di iniziare a lavorare non solo mi ha sboccata da tutti i social, ma mi ha anche scritto un messaggio.
"Avrei preferito che la garza me l'avessi cambiata tu ieri sera." Con la faccina maliziosa.
Il mio cuore fa una capriola e decido che da domani si ritorna all'uni.
Mi sveglio carica e serena. Una volta all'università tutti i miei compagni sono stupiti di rivedermi. Michele, soprattutto, è felice. Mentre di Riccardo ancora nessuna traccia.
Ci sediamo ai nostri posti e iniziamo a conversare del più e del meno. Poi avverto finalmente la scarica alla base della schiena, mi giro alla mia destra lo vedo bello come il sole sedersi vicino a me. Mi regala il sorriso più bello del mondo facendomi l'occhiolino e poi saluta tutti gli altri.
Mette il braccio appoggiato alla spalliera della mia sedia e il mio corpo, come una calamita, si avvicina al suo. I lati dei nostri corpi sono appiccicati ma nessuno sembra farci caso, tranne Vittorio che fa quel solito sorrisetto di chi la sa lunga.
Dopo qualche minuto Mattia chiede: <<Allora Riccardì, come è andato questo fine settimana, quante te ne sei fatto?>>
Riccardo mi guarda di sfuggita e sembra soppesare con attenzione stavolta le parole, mentre io raggelo:
<<Una sola.>> <<I dettagli Riccardì, cogliamo i dettagli.>> aggiunge Michele.
Riccardo fa un respiro profondo e dice: <<Mi sto vedendo con una ragazza, non me la scopo solo.>> e per la prima volta vedo Riccardo arrossire. A me compare un sorriso da un orecchio all'altro e non so con quale forza mi trattengo dal baciarlo lì davanti a tutti.
<<Quella da dieci, immagino.>> Suppone curioso Michele.
Riccardo si gira verso di me e dice: <<Proprio lei.>>
Il professore entra in aula e inizia la lezione interrompendo la nostra conversazione.
A metà lezione arriva Gianluca e si siede dietro di noi. <<Buongiorno piccioncini.>> dice a bassa voce facendosi sentire solo da me e Riccardo. Mentre Riccardo si gira per dargli un calcio sotto il banco io gli chiedo imbarazzata: <<Che gli hai detto?>>
Da dietro Gianluca risponde: <<Non mi ha detto niente lui. Ma vorrei ricordarti che le pareti di casa tua sono piuttosto sottili.>>
Io mi copro la faccia dall'imbarazzo mentre Riccardo scoppia a ridere. Il professore lo guarda male e lui si ricompone.
Appena il prof distoglie l'attenzione da noi Gianluca continua: <<Bell'amico che sei. Le cose ore o le vengo a sapere dalla mia ragazza o grazie al fatto che i muri sono sottili.>>
Io continuo a coprirmi la faccia dall'imbarazzo mentre Riccardo gli risponde: <<E quando te lo avrei dovuto dire? Tra un ordinazione e l'altra? Ho lavorato per tutto il fine settimana!>>
Ma Gianluca continua a lamentarsi con voce piagnucolosa: <<Sei anche andato da Giò senza di me!>>
Il Prof si gira verso di noi e dice: <<Se avete così tanto da parlare per favore uscite!>> quindi Gianluca prende Riccardo per la maglia e lo trascina in corridoio.
A fine lezione li trovo in corridoio che ridono. Mi dirigo verso loro e Riccardo mi sorride mentre Gianluca mi dice: <<Già mi stai portando via il mio migliore amico.>> prima che io possa rispondere Riccardo gli da un leggero pugno allo stomaco e iniziano a fare a botte per finta. Non ho mai visto questa versione di Riccardo così rilassata e felice.
Quando ci raggiungono anche gli altri andiamo a mensa per pranzare. Per tutto il tempo Riccardo mi ha tenuto una mano sulla gamba accarezzandomi e sorridendomi di tanto in tanto.
Finito di mangiare vado al bagno quando torno al tavolo dagli altri Riccardo è scomparso. Nel giro di un minuto mi arriva un suo messaggio: "Aula 12, ora!!" Prendo lo zaino e mi precipito al terzo piano, scorgo la porta dell'aula socchiusa e ci scivolo dentro chiudendomela alle spalle. Lo vedo in fondo all'aula che parla al telefono, mi siedo sulla cattedra e aspetto che finisca la sua chiamata.
Non appena posa in telefono in tasca, in poche falcate attraversa l'aula ed è da me. Mi prende la testa tra le mani e mi bacia con foga, io ricambio il bacio e già mi sento bagnata fradicia. Mi fa allargare le gambe e si ci si posiziona in mezzo. Mi poggia una mano sulla base della schiena e mi attira a se. Poi smette di baciarmi e posa le labbra sul mio collo sussurrandomi all'orecchio: <<Mi sei mancata piccola.>>
Mi infila una mano nei leggins e poi nelle mutandine. <<Mi fa impazzire trovarti sempre pronta per me.>>
Poi mi infila due dita dentro e il mio respiro diventa affannoso. <<Scusa piccola, per quanto abbia voglia di sbatterti su questa cattedra, abbiamo poco tempo prima che gli altri si accorgano della nostra assenza.>>
Così inizia a muovere le dita dentro di me velocissimo, mentre i miei gemiti vengono soffocati dai suoi baci.
Mi tocca nei punti più sensibili e nel giro di poco vengo.
Mentre vengo pervasa dal piacere, con le labbra sulle mie mi dice: <<Guardami.>> e io lo faccio stringendolo forte tra le mie gambe mentre lui si ingoia tutti i miei gemiti.
Quando smetto di gemere mi sfila le dita da dentro e se le porta alle labbra leccandole. Mi fa l'occhiolino e mi da un veloce bacio sulle labbra. Poi mi aiuta a mettermi in piedi e quando mi fa segno di uscire dall'aula gli faccio di no con la testa. Mi attira a se e abbracciandomi mi sussurra all'orecchio: <<Non sei sazia piccola insaziabile vogliosa?>> Faccio di nuovo no con la testa e lui ridacchiando mi chiede: << E cos'è che vuoi?>>
Gli poso una mano sull'erezione e rispondo: <<Te.>> poi gli inizio a baciare e a leccare il collo e l'orecchio.
<<Piccola non c'è tempo.>> mi dice senza convinzione nella voce.
<<Si che c'è.>> dico accarezzandolo da sopra ai pantaloni. <<Ti prego, permettimi di baciarti.>> gli sussurro all'orecchio.
Lo guardo negli occhi e riconosco l'eccitazione nei suoi occhi. Gli infilo un mano nelle mutande e lo accarezzo decisa. Lui si appoggia alla scrivania dietro di se e mi tira con se. Smetto di toccarlo per sbottonargli i jeans e la sua erezione schizza fuori. Lo stringo nella mano e lui impreca <<Oh piccola!>>
Mi inginocchio davanti a lui cogliendolo di sorpresa, ma non ha il tempo di dire niente che prendo il suo pene il bocca e inizio a leccarlo e succhiarlo mentre lui tira in dietro la testa e con le mani stringe forte i bordi della cattedra alle sue spalle per trattenere i gemiti. Con la bocca gli lecco il glande mentre con la mano destra gli accarezzo la base. Di tanto in tanto lo faccio scorrere il più possibile in bocca, ma è troppo grande. Mi mette una mano tra i capelli e piano mi fa alzare la testa per guardarlo egli occhi: <<Guardami.>> mi dice a denti stretti. Ubbidisco e aumento il ritmo: <<Cazzo piccola. Rallenta, sto per venire.>> Ubbidisco di nuovo e rallento, mi costringe ad alzarmi e mi bacia senza mai distogliere lo sguardo dal mio. Lo prendo in mano e riprendo a masturbarlo. Lui mi geme forte in bocca, si gira di lato e viene tra le mie mani e ansimando il mio nome. Affonda il viso nel mio collo e aspettiamo che il suo respiro torni regolare. Si stacca da me e mi dice: <<Tu mi farai impazzire, in tutti i sensi.>> mi da un tenero bacio sulle labbra e poi prende dei fazzoletti dal mio zaino per ripulirci.

Tutta colpa degli Affari [COMPLETA]Where stories live. Discover now