Capitolo 26

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Di pomeriggio rimaniamo tuti in aula studio. Per tutto il tempo Michele seduto alla mia sinistra, prova a conversare con me, mentre Riccardo alla mia destra gli lancia occhiate omicida. Senza farmi accorgere dagli altri, poggio una mano sulla gamba di Riccardo ma lui si allontana, lo guardo e capisco che è arrabbiato anche con me. Mi sporgo verso di lui fingendo di vedere sui suoi appunti e gli dico: <<Che problema c’è?>> 
<<C’è che ci manca poco che ti ficca la lingua in gola!>> dice un po' troppo ad alta voce. Vittorio lo sente e da buon amico mi aiuta ad alleggerire un po' la situazione: <<Vado a fumarmi una sigaretta, Miche' vieni a farmi compagnia?>> 
<<Sì volentieri, ci sta una pausa.>> dice alzandosi. Poi rivolto a me dice: <<Fede, vieni con noi?>> Prima che io possa rispondere si intromette Riccardo.
<<No, non viene. Non sta facendo nemmeno un esercizio giusto. Ha bisogno di essere lasciata in pace.>> dice marcando sull’ultima frase. Michele sta per rispondergli qualcosa ma Vittorio lo tira fuori per un braccio.
Mi giro verso Riccardo e infuriata gli dico: <<Potresti anche essere meno stronzo.>>  e lui in risposta mi dice: <<E tu potresti anche dargli meno corda.>> qualcuno si schiarisce la voce ed entrambi ci ricordiamo che, seduto al tavolo con noi, è rimasto Mattia. Ci giriamo verso di lui e dice: <<Mi sono perso qualcosa Riccardì?>>  Io mi nascondo la faccia tra le mani mentre Riccardo gli risponde: <<No. Federica mi ha solo detto che Michele ultimamente è un po' troppo insistente con lei. Le scriverà minimo venti messaggi al giorno.>>
Sì è vero, ma la cosa me la stavo gestendo da sola. Semplicemente evitavo i suoi messaggi. Ma la cosa più strana di tutte è che io non ne ho parlato con Riccardo. Mattia si alza e dirigendosi verso l’uscita dice: <<Provo a parlargli.>>
Appena si allontana mi giro verso Riccardo: <<Che ne sai tu che Michele mi scrive tutti quei messaggi?>>
Riccardo avita il mio sguardo e si mette a scrivere sul suo foglio. Gli tolgo a matita di mano e gli ripeto la domanda: <<Riccardo rispondimi: che ne sai dei messaggi di Michele?>> lui ancora evita il mio sguardo.
<<Hai controllato il mio telefono?>> gli chiedo indignata.
Mi guarda e si giustifica: <<Non è che l’ho controllato. Sabato mattina, mentre dormivi, ti è suonato il telefono. L’Ho preso in modo che potessi continuare a dormire. Ed era un suo messaggio e ho visto anche gli altri.>>
<<Se io leggessi i tuoi messaggi, senza chiedertelo, come ti sentiresti?>> gli chiedo provando a farlo ragionare.
<<E’ diverso, tu non puoi leggere i miei messaggi.>> mi risponde come se fosse la cosa più scontata al mondo.
<<Cioè tu puoi leggere tranquillamente i messaggi che mi manda un altro ragazzo, ma io non posso leggere i messaggi che ti manda una ragazza?>> gli chiedo sempre più sconcertata.
<<Tu non puoi leggere i miei messaggi, non perché me li mandano ragazze o ragazzi. Ma perché tutti riguardano i miei affari.>> mi dice tra i denti. Mentre a me torna a ronzare nella mente la parola “affari”.
I ragazzi tornano interrompendo la nostra conversazione e Michele a malapena mi rivolge la parola per il resto del pomeriggio, ma a stento ci faccio caso. Riccardo si è rasserenato vedendo che non mi sta più a dosso. Mentre io non faccio altro che pensare che in realtà non è cambiato nulla, perché i suoi “affari” continuano.

La successiva pausa sigaretta è la goccia che fa traboccare il vaso. Mattia mette dieci euro sul tavolo e chiede a Riccardo: <<Hai qualcosa?>>  Lui si prende la dieci euro se la mette nei pantaloni e si dirige verso l’uscita. Gli altri si alzano e lo seguono tutti contenti, mentre io mi sento investire da un treno.
Una volta fuori vedo Riccardo appoggiato al muro in un angoletto mentre lecca la cartina per chiudere la canna, mentre gli altri lo circondano. Mi avvicino e mi appoggio al muro al fianco di Riccardo. Lui accende la canna, si fa un tiro e poi la passa agli altri. Io cerco di isolarmi mentalmente il più possibile, ma l’odore di erba che mi invade le narici me lo impedisce.
Quando è di nuovo il turno di Riccardo mi avvicino a lui e faccio per prendermi la canna, ma lui subito l’allontana: <<Che vuoi fare?>> mi chiede confuso.
<<Voglio provare.>> dico stupendo sia me che gli altri. Riccardo mi guarda come se mi volesse mangiare dalla rabbia. <<Non se ne parla.>>
<<Perché? Potrei diventare una cliente per i tuoi affari.>> gli dico sfidandolo. Lui perde la pazienza, passa la canna a Vittorio, mi prende per il gomito e mi trascina lontano dagli altri.
<<Che cazzo ti prende?>> mi chiede a un centimetro dal viso.
Cerco di rimanere calma: <<Una volta, proprio qui fuori, mi dicesti che ho bisogno di qualcuno che mi “tolga la mazza dar culo”.>>
<<E’ stato molto tempo fa. Adesso vedi di darti una calmata o dovrò metterti qual cos’altro in quel bel culetto.>> mi fa l’occhiolino e torna dagli altri.
Li raggiungo anch’io e mi accorgo che Michele non c’è. I ragazzi mi dicono che se n’è dovuto andare per altri impegni. Riccardo si rilassa visibilmente, mi appoggia una mano sulle spalle e continua a fumare e a conversare con Vittorio e Mattia.
Quando è l’ennesimo turno di Riccardo mi si avvicina e mi dice : <<Vuoi provare davvero?>> io annuisco riluttante, allora lui mi si avvina all’orecchio e mi dice: <<Ti congedo solo il fumo passivo.>> quindi si allontana, fa un tiro e poi a un millimetro dal volto mi soffia il fumo in faccia. L’odore mi colpisce in pieno e quasi tossisco, mentre gli altri ridacchiano. Lui passa la canna a Vittorio e mi si avvicina di nuovo all’orecchio: <<Se vuoi, quando saremo soli, te lo soffio da un’altra parte.>>  mi fa l’occhiolino e si allontana mentre io arrossisco dalla testa ai piedi. Mentre penso a quale posto si riferisca i miei pensieri vengono interrotti da Mattia: <<Fe', scusa la volgarità: voi due avete scopato, non è vero?>> io arrossisco ancora di più mentre Vittorio e Riccardo scoppiano a ridere. Vittorio, tra una risata e l’altra da una pacca sulla spalla a Mattia e dice: <<Che intuito! Come hai fatto a capirlo?!>> 
Mattia stupito risponde: <<Perché? Tu lo sapevi?>> Vittorio per tutta risposta scoppia di nuovo a ridere.
Poi Mattia si gira verso Riccardo, e mi sembra quasi di vedere prendere forma al puzzle che gli si sta formando in testa, mentre gli chiede: <<Aspetta. È lei quella del dieci? Quella con cui ti stai vedendo>> indicandomi.
Riccardo per tutta risposta mi stringe a se e mi da un veloce bacio a stampo, mentre io arrossisco e Vittorio scoppia ancora a ridere.
Mattia da un lungo tiro alla canna e aggiunge: <<Cazzo. Se lo viene a sapere Michele succede il putiferio.>> Riccardo fa spallucce mi stringe di nuovo a se e poi dice: <<Vorrà dire che non glie lo diremo.>>
Mattia gli passa la canna, poi mi guarda e scuote la testa: <<Hai capito la nostra Federica. Vale pure dieci!>>
Riccardo gli da uno schiaffo sulla nuca e dice: <<Amico, non scherzare con il fuoco.>>  con tono di avvertimento. Mentre quella che sta prendendo fuoco dall’imbarazzo sono io.

Tutta colpa degli Affari [COMPLETA]Where stories live. Discover now