Capitolo 34

893 42 0
                                    

<<Gian vienimi ad aiutare ad attaccare questi palloncini.>> sento urlare la mia coinquilina dal soggiorno, mentre Gianluca le risponde esasperato <<Fammi finire di mettere le birre in frigo.>> mi avvicino a lui a gli tolgo le bottiglie di mano <<Vai, ci penso io qua.>> Gianluca esce dalla cucina e vengo raggiunta da Vittorio <<Che altro posso aiutarti a fare?>> mi chiede osservando la torta sul tavolo, che ho appena finito di decorare.<<Hai addossato tutti mobili al muro?>> Lui annuisce.
Suonano al citofono e <<Questi devono essere gli altri, vado io.>> mi dice lasciandomi sola in cucina.
Oggi è il compleanno di Riccardo, e gli stiamo facendo una sorta di festa a sorpresa a casa sua.
Ho invitato tutti i nostri amici di corso tranne Michele, perché so quanto darebbe fastidio a Riccardo fingere che non stiamo insieme anche il giorno del suo compleanno.
Finito di mettere le birre al fresco vado in soggiorno e trovo una Sere tutta indaffarata ad attaccare festoni e palloncini <<Sono esausta! Nemmeno per il compleanno dei mie dieci anni ho appeso così tante decorazioni.>> mi dice sbuffando. Mi avvicino e le do un bacio sulla guancia <<Hai fatto un ottimo lavoro.>>
All'improvviso Gianluca urla <<Zitti tutti. È Riccardo.>> dice fissando lo schermo del telefono. Poi risponde e si porta il telefono all'orecchio <<Bella Riccardì.>> ascolta quello che gli dice e poi risponde <<Dipende, quanto ci metti a tornare a casa?>> ascolta la risposta e inizia ad agitare le braccia in gesti strani <<Ah stai in ascensore.>> capisco i suoi gesti e mi fiondo a spegnere tutte le luci. <<Vabbhe bro', ora devo chiudere. Tra una decina di minuti sono da te.>> e in un attimo chiude la chiamata mentre io torno in cucina per prendere la torta e portarla in soggiorno dove sono tutti gli altri. La poggio sul tavolo e raggiungo in silenzio gli altri che stanno aspettando che la porta di casa si apra.
Dopo una decina di secondi la porta di casa si apre e intravedo la figura di Riccardo. Non appena accende la luce, tutti in coro urliamo <<Sorpresa.>> mentre Gianluca gli spara a dosso dei coriandoli.
Riccardo, rimasto spiazzato ci guarda uno ad uno, e dopo che si è ripreso lo raggiungo per baciarlo. <<Lo hai organizzato tu tutto questo?>> mi chiede ancora stupito <<No, lo abbiamo fatto tutti insieme.>> poi lo lascio andare per permettigli di farsi dare gli auguri anche da tutti gli altri. Quando ha finito mi si avvicina e mi chiede <<Michele?>> con un'alzata di spalle gli rispondo <<Non c'è.>> così mi tira tra le sue braccia e mi da un bacio a dir poco casto davanti a tutti gli altri. E in questo momento batto il cinque alla mia mente per aver fatto bene a non invitare il nostro amico.

Siamo seduti sul pavimento al centro del soggiorno, e io sono tra le gambe di Riccardo. Stiamo giocando a Birra Pong, e io e Riccardo stiamo vincendo alla grande, mentre tutti gli altri sono ubriachi fradici.
Ma è un attimo e succede il putiferio.
Sentiamo dei forti colpi alla porta di casa <<Riccardinoo.>> appena Riccardo sente la voce schizza in piedi e si scambia un segno d'intesa con Gianluca che a sua volta si alza <<Okkey ragazzi, adesso la festa è finita. È ora che ognuno torni a casa sua.>> gli altri per quanto sono ubriachi a mala pena fanno caso a quello che sta succedendo, si alzano e si avviano verso la porta. Poi Riccardo rivolto a me <<Tu e Sere andate in camera di mia madre e non uscite fino a quando non vengo io.>> lentamente mi alzo e spaventata gli chiedo <<Riccardo che sta succedendo?>> <<Ora non ti posso spiegare, fai come ti ho detto.>>
Quando i ragazzi aprono la porta di casa per uscire, ne intravedo altri due che non ho mai visto, uno biondo e l'altro moro, entrare in casa. Non appena Gianluca li vede afferra prima la sua ragazza e poi me per trascinarci nella camera di Lucia alla velocità della luce <<Non vi muovete da qua.>> da' un veloce bacio alla ragazza e ritorna in soggiorno chiudendosi la porta alle spalle.
Non appena la porta si chiude io e Sere ci fiondiamo a dosso a essa per riuscire ad origliare. Ma dato che non si riesce a sentire una parola, la mia amica silenziosamente abbassa la maniglia e la accosta lentamente.
<<Allora Riccardino, come si sta a fare i soldi sulle piazze degli altri?>>
<<Non so di cosa stai parlando.>> gli risponde Riccardo con tono duro.
<<Ah no?>> gli chiede l'altro <<Eppure le mie vendite negli ultimi due mesi sono calate di brutto. E un uccellino mi ha riferito che hanno visto spesso te e il tuo amichetto sulle mie piazze.>>
<<L'uccellino avrà cantato male.>> sento dire da Gianluca, mentre al mio fianco Sere mi sta torturando un braccio con le mani. Mi giro verso di lei e la vedo pallida come una mozzarella.
<<Io invece dico che voi due ragazzini volete fare i furbetti con me.>> a queste parole Sere mi stringe il braccio ancora più forte. Così l'allontano dalla porta e la costringo a sedersi sul letto <<Ti vado a prendere un bicchiere d'acqua, sei troppo pallida.>> Lei mi ferma per un braccio e mi dice <<Attenta a quello che fai.>> Mi conosce tropo bene per sapere che la storia del bicchiere d'acqua è solo un pretesto per trovare la forza di uscire da quella camera e raggiungere il soggiorno. Le annuisco e le stringo le mani, poi senza fare rumore esco dalla stanza e percorro silenziosamente il corridoio fino a fermarmi dietro la porta del soggiorno.
<<E' un idea di Antonio con il vano tentativo di espandersi o l'idea di due ragazzini con la presunzione di essere i padroni di tutte le piazze Roma?>>
<<E per via di un accordo tra me e Antonio.>> Ammette Riccardo.
<<Sì, ho sentito dire anche questo. È per un debito che hai con lui giusto? Bhe amico, con tutti i soldi che mi ha fatto perdere ora hai un debito anche con me.>>
<<Io con te ho non proprio niente!>> dice Riccardo tra i denti. <<Ah no?>> sento dire dall'altro.
Poi sento l'inconfondibile rumore di una colluttazione, così mi affaccio dalla porta per vedere che succede e le gambe iniziano a tremarmi. Vedo Riccardo sdraiato a terra con uno dei due ragazzi a dosso a lui che gli sferra pugni a raffica in pieno viso, mentre Gianluca cerca di corrergli in contro ma viene fermato dall'altro ragazzo, quello biondo. A quel punto i miei piedi si muovono da soli per andare in contro a Riccardo, che non appena si accorge di me urla <<Vattene subito.>> il ragazzo moro che gli sta a dosso smette di sferrargli pugni e si gira per capire con chi stia parlando Riccardo, così quest'ultimo ne approfitta per sferrargli un gancio destro sotto il mento che lo fa cadere all'indietro permettendo di ribaltare la situazione. Alla mia destra invece vedo che anche Gianluca e il biondo hanno iniziato a picchiarsi e io non so cosa fare per aiutarli.
All'improvviso vengo strattonata e girandomi alla mia destra vedo che Riccardo prova a spingermi fuori dal soggiorno, mentre il moro è sul pavimento che si tiene il naso sanguinante. <<Torna subito di là.>> mi urla continuando a spingermi.
Con la coda dell'occhio vedo un luccichio, non ci penso un secondo di più a pararmi di fronte a Riccardo per proteggerlo. Il dolore è quasi immediato, ma diventa ancora più forte quando il moro muove il coltello verso l'alto e poi lo sfila via. Sento Riccardo urlare ma le mie urla di dolore coprono le sue. La vista mi si appanna e mi lascio cadere all'indietro. Riccardo mi afferra e mi tiene stretta al suo petto mentre sento il moro urlare al biondo <<Ivan basta così, andiamo via.>>
<<Questo è solo un avvertimento.>> Aggiunge il moro prima di uscire di casa.
Le ultime cose che sento prima di perdere i sensi è Riccardo che mi dice di restare sveglia e di tenere duro, e Gianluca urlare a Sere di chiamare un ambulanza.

Tutta colpa degli Affari [COMPLETA]Onde histórias criam vida. Descubra agora