15. Se potessi prendere il tuo dolore

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«Jenna», farfugliai. «Cioè, signora Bess... prego, entri pure.»

Tentai in ogni modo di ignorare lo sguardo truce di Jessica accanto a me mentre facevo strada alla donne fino al soggiorno. Mi misi le mani nelle tasche dei pantaloncini per non far vedere loro quanto stessero tremando e aspettai che Jenna si accomodasse sul vecchio sofà.

«Posso offrirle qualcosa? Un caffè, un tè?»

«Un tè sarebbe perfetto, grazie.»

Lanciai un'occhiata a Jessica per intimarla di non fare nulla e sgattaiolai in cucina. Ero grata di avere qualche minuto solo per me, e presi un respiro profondo prima di riempire la teiera. La giornata si era fatta d'improvviso uggiosa, quasi come se persino il cielo si stesse preparando a ciò che stava per accadere.

Per poco non rovesciai l'acqua bollente quando vidi sbucare la faccia di Adam dalla porta.

«Perché c'è una tizia in salotto?» domandò con le sopracciglia inarcate.

«Quella tizia è Jenna.»

Le sue palpebre si spalancarono per la sorpresa. «Davvero? Certo che è cambiata...» si passò una mano tra i capelli finché un ciuffo castano gli ricadde sulla fronte. «Scusa se sono arrivato tardi, stavo pensando a un modo per far stare zitta mia sorella. Le ha fatto qualcosa?»

«Non ancora», sussurrai mentre versavo l'acqua nella tazzina di ceramica. «Ma credo sia sul filo del rasoio.»

Tornai in soggiorno seguita da Adam e porsi la tazza a Jenna, che mi ringraziò con un cenno del capo. Jessica se ne stava acquattata in un angolo della stanza, le braccia incrociate davanti al petto e gli occhi socchiusi in due fessure. Era un bene che Jenna non potesse vedere il suo sguardo colmo d'odio.

Mi misi a sedere sulla poltrona davanti a lei e strinsi le mani tra le ginocchia.

«Non mi aspettavo questa visita.»

«Già», accennò un sorriso imbarazzato, poi prese un sorso di tè e posò la tazza sulle gambe. «Vedi, il fatto è che l'altro giorno non ti ho detto proprio tutta la verità.»

«Scioccante!» commentò Jessica alzando gli occhi al cielo. Ignorai la sua intrusione e annuii per invogliare Jenna a continuare.

«Conoscevo bene la famiglia Hall. Jess era la mia migliore amica, lo è stata per molto tempo.»

Finsi di mostrarmi sorpresa da quell'ammissione. «E perché ha mentito?»

«Perché le cose sono più complicate di quanto sembrino.»

Prese un altro sorso di tè e capii che il suo scopo era solo quello di prendere un po' di tempo, forse per riorganizzare il discorso. Allungò la tazza fino al tavolino di vetro e l'appoggiò sopra con un tintinnio prima di riprendere a parlare.

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