10. Si può spezzare il cuore a un fantasma?

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Qualcuno sta mentendo.

Le parole di Madame Rosalina continuavano a fluttuarmi nella testa, pensieri sconnessi che sembravano prendere forma solo in quelle frasi. Mi sentivo sconnessa dal mondo intorno a me, totalmente incapace di pensare ad altro che non fosse quell'incontro.

Lee continuava a fissarmi con preoccupazione. Percepivo il suo sguardo su di me, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a fingere che andasse tutto bene. La verità era che quella rivelazione mi aveva scossa profondamente.

Quella che doveva essere un'estate noiosa si stava trasformando in un incubo. Non avevo chiesto io di andare a Witchwood Hill, né tantomeno di vivere a stretto contatto con degli spiriti. E come se tutto ciò non bastasse, ora mi trovavo a dover risolvere un mistero a cui non desideravo affatto partecipare.

Ero talmente assorta nei miei pensieri da non rendermi conto che nel frattempo Lee aveva interrotto la sua marcia. Riuscii a schivarlo per un soffio.

Quando alzai gli occhi su di lui notai che mi stava fissando con una certa insistenza.

«Qualunque cosa ti abbia detto quella donna non devi darci peso, va bene?» disse in tono severo. «E' una scoppiata, credimi. In città lo sanno tutti. È per questo che quel posto è sempre vuoto.»

Mandai giù la saliva e finsi un sorriso. «Oh, ma certo! Figurati se credo alle stramberie di una vecchietta. Stai tranquillo, davvero.»

Lui non parve bersela. Mi scoccò un'altra occhiata e poi annuì piano, riprendendo a camminare. «Qual è la prossima tappa?»

In mezzo a tutto quel casino avevo dimenticato il vero motivo per cui ero lì, e cioè cercare le amiche di Jessica e convincerle a fare visita a Witchwood Manor. Ne avevo già irrimediabilmente persa una, speravo soltanto di non tornare a casa a mani vuote.

«La casa di Jenna Hackley. So che abita al numero cinque di Madison Street, sai dove si trova?»

Lee corrugò le sopracciglia. «Aspetta, Jenna Hackley? Il nome mi dice qualcosa...»

Sembrava così concentrato che quasi mi venne da ridere. Di colpo i suoi occhi si illuminarono. «Ma sì, certo! Miss Bess, è la coach della squadra delle cheerleader della scuola. Che io sappia però non vive più lì, credo abiti proprio dietro alla piazza principale. Vieni con me.»

Sapere che Jenna abitava ancora in città mi fece sentire più leggera, e per un istante mi dimenticai dello strano incontro di pochi minuti prima. Il sole stava ormai iniziando a calare, e ciò significava che il tempo per parlare con lei era sempre meno. Non sapevo ancora quale scusa inventarmi per convincerla a fare visita alla vecchia casa della sua defunta migliore amica, ma sapevo che qualcosa mi sarebbe venuto in mente.

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